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QT n. 16, 26 settembre 1998 Servizi

Il difficile rock al femminile

Band di sole donne: appena tre in provincia. Ritrosia o maschilismo?

Elena Dorigatti

Kiriù, Nanda Panda e Dark Ladies. Sono i nomi di tre gruppi musicali che si esibiscono in vari locali trentini e all'interno delle manifestazioni di musica rock. Fin qui nulla di particolare: sono infatti innumerevoli i complessi, più o meno famosi, più o meno bravi, che animano la realtà musicale della nostra regione, che si arrabattano per trovare una sala dove provare, che cercano occasioni per potersi esibire. Il fatto è che questi tre gruppi sono i rarissimi esempi (gli unici?) di formazioni rigorosamente al femminile. Nettamente pochi, se raffrontati con il numero di complessi totalmente maschili. Ma anche se sarebbe facile accusare di questa manchevolezza la nostra realtà locale (è un dato di fatto che il Trentino Alto Adige non offra ancora grandi possibilità per i musicisti rock), questa è una tendenza che si riscontra anche a livello nazionale, per non dire internazionale.

Dando infatti un'occhiata al panorama italiano, sono pochissimi i complessi formati da donne in grado di produrre musica, soprattutto se si escludono le clonazioni tipo Spice Girls che cantano (sembra a più voci) su una base preconfezionata. Invece i nostri tre gruppi trentini creano musica sia sul piano vocale che strumentale, naturalmente, ognuno con il suo genere particolare.

Le Kiriù sono specializzate in musica country e folk, in particolare cover di Simon & Garfunkel, Creedence e Nitty Gritty; le Nanda Panda suonano sia musica composta da loro, sia cover delle Bikini Kill, il tutto di genere rigorosamente punk e punkcor; le Dark Ladies infine suonano musica rock, personalizzando pezzi di vari gruppi italiani e stranieri tra cui Red Hot Chili Peppers, Alanis Morisette e Nirvana.

Che i gruppi femminili siano una rarità è dunque un dato di fatto. In realtà non è che manchi in generale la presenza muliebre nell'ambiente rock: sono vari infatti i gruppi che, soprattutto ultimamente, presentano nel loro organico componenti donne. Queste però sono quasi sempre impegnate a cantare o, al massimo a suonare la chitarra. È' vero che una buona parte di responsabilità di una così evidente limitatezza deve essere attribuita alle stesse donne che quando (raramente) si avvicinano alla musica rock, non scelgono quasi mai di diventare bassiste o batteriste. E' però anche vero che i ruolo di cantante o chitarrista vie ne loro spesso affibbiato dagli uomini con cui suonano. Sarà anche perché chi ha la fortuna di averi una ragazza nel gruppo vuole chi questa stia in bella mostra e noi relegata nelle retrovie (chi suona il basso o la batteria sa che il sui posto sul palco è sempre dietro! ma non si riesce a togliere il dubbio che ci sia sotto un pizzico d maschilismo: basso e batteria noi sono strumenti "da femmina' sono rumorosi e per suonarli bisogna essere "bravi", perché devono dettare il ritmo ed accompagnare la melodia principale.

Irene, bassista delle Kiriù, sostiene che la colpa sia da imputare alle stesse donne, che nella maggior parte dei casi non sono appassionate alla musica e dunque si trovano in difficoltà di fronte a strumenti di difficile approccio: "La chitarra si può strimpellare anche in spiaggia, menti per il basso è necessario avere un amplificatore ed un gruppo con ci suonare, perché da solo non ha senso".

Ma perché questa difficoltà nel formare gruppi al femminile? Irene è convinta che tra le altre ragioni ve ne sia una di tipo pratico: "Per poter suonare nei locali bisogna essere in grado di attaccare mixer, cavi, microfoni, amplificatori, compito che risulta sicuramente più facile agli uomini".

"Non c'è una vera volontà da parte delle donne di mettere insieme un complesso -risponde Miriam, tastierista delle Dark Ladies- è un campo in cui le ragazze hanno poco interesse."

Anche Chiara, cantante delle Kiriù, sostiene che alle ragazze non viene proprio in mente di creare un gruppo proprio: non è solo nell'ambito rock che mancano complessi femminili, non si trovano ragazze nemmeno per musica più soft (se si esclude il coro della chiesa). In effetti, anche le stesse componenti delle Kiriù non avrebbero mai pensato di formare un giorno un gruppo musicale: fino a tre anni fa non si conoscevano neppure tra di loro, le accomunava solo la voglia di imparare a suonare uno strumento. Si sono così rivolte a Paolo e Mauro, i responsabili della sezione musicale di "Telemaco", associazione dalla quale esce la maggior parte dei complessi trentini, organizzatrice o collaboratrice di tutte le manifestazioni di musica per giovani. Sono stati proprio Paolo e Mauro a riunire le cinque ragazze e a trasformarle in un gruppo, incoraggiandole costantemente.

Con analoga casualità si sono formate anche le Nanda Panda, anch'esse uscite dalle sale di "Telemaco" ove si sono conosciute. Dei tre gruppi, le Dark Ladies sono le uniche nate da una precisa volontà di creare un inedito complesso femminile. È infatti con questo scopo che, ormai 5 anni fa, due sorelle hanno mandato un annuncio su una radio locale alla ricerca di una tastierista e di una batterista.

E' inevitabile a questo punto porsi una domanda: il fatto di essere gruppi femminili è un aiuto o un ostacolo per un complesso musicale? Le Nanda Panda hanno riscontrato diffidenza e poca considerazione proprio per il fatto di essere tutte ragazze: "Ci siamo viste escluse anche dalle rassegne specifiche per il nostro genere -dice Clara, bassista delle Nanda Panda- nonostante che il nostro livello musicale sia da considerarsi alla pari degli altri partecipanti".

Questo trattamento è probabilmente dovuto al tipo di musica proposto dal gruppo: il punk, genere che prevede l'utilizzo della chitarra elettrica distorta con forte presenza della batteria e che produce musica probabilmente poco orecchiabile, è considerato troppo "da maschio" per essere suonato da ragazze. Al contrario, le Kiriù e le Dark Ladies, proponendo musica folk-country e rock per i quali è apprezzata la presenza femminile, sono convinte che il loro "successo" sia stato favorito da quella che è la loro peculiarità di essere tutte donne. Le Kiriù sottolineano infatti come i gestori dei locali siano molto contenti di averle loro ospiti e le trattino con riguardo: "Ci offrono la cena, da bere.... tranne quella volta che ci hanno detratto dal già misero compenso i soldi delle birre che avevamo bevuto. Dovevamo ricordarci dell'esperienza dei Blues Brothers!"

Anche il pubblico le accoglie quasi sempre calorosamente: a volte di più (cantando in coro i ritornelli delle canzoni e chiedendo i bis), a volte di meno (staccandosi a fatica dal boccale di birra per applaudire). In ogni caso l'essere tutte ragazze non ha mai creato loro inconvenienti, almeno non maggiori di quelli che devono affrontare gli altri gruppi che suonano nei locali: "I commenti non sono più pesanti di quelli che sentiamo per strada -dice Irene- e comunque abbiamo sempre i nostri angeli custodi. Paolo e Mauro, che non ci abbandonano mai. Certo che quella volta che un giovane un po' brillo è arrivato strisciando fino ai nostri piedi, abbiamo avuto un po' paura. In realtà si è limitato a stare per mezz'ora in adorazione di Susanna, che per altro non si è affatto scomposta".

Accade anche che da gestori e pubblico giungano dei consigli, raramente in realtà, sul modo di fare musica. Qualcuno ad esempio voleva dotare le 5 ragazze delle Kiriù di una gonnellina con le frange per sottolineare il loro genere country, ma a tutte è venuto il sospetto che fosse solo per sottolineare le gambe: "Noi non sentiamo l'esigenza di vestirci tutte uguali, anche se in realtà quando suoniamo in qualche locale country ci mettiamo un gilet di pelle per entrare nell'atmosfera: senza bisogno, però, di gonnelline frangiate. L'essere tutte ragazze ha funzionato spesso come richiamo, ma si è rivelato tale solo dal punto di vista dell'immagine, bisogna poi essere in grado di dimostrare che si sa suonare veramente e che si è lì per quello e non per fare passerella ".

Aneddoti interessanti? Chiara ricorda quella volta che un fan voleva a tutti i costi gli autografi delle Kiriù sul portafoglio: le ragazze lo accontentarono nonostante il portafoglio in questione fosse delle Spice Giris. "Certo non siamo delle professioniste sottolinea Elena e a volte sbagliamo gli attacchi delle canzoni o ci mettiamo a cantare in tonalità diverse, ma il pubblico non ci ha mai fischiato, anzi quando sbagliamo ci sostiene con applausi e richieste di bis."

Una dote che un gruppo di questo tipo non deve mai perdere è infatti la simpatia e la capacità di improvvisare: "Se si sbaglia, si rimedia; è molto peggio disperarsi pensando di aver fatto una figuraccia " concludono le Kiriù.

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