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QT n. 18, 28 ottobre 2006 Servizi

Trentino TV sul satellite

L’emittente TCA si offre ad un miliardo di possibili utenti. Con quali programmi? Con quali prospettive?

Bruno Sanguanini

E’ di pochi giorni fa la notizia che TCA (Televisione Commerciale delle Alpi), la tivù locale a segnale analogico tradizionale, sta per avere un fratello un po’ speciale: il canale via satellite. Ci congratuliamo: l’emittente è nota a tutti sia per essere il prodotto di un editore che con i suoi ripetitori ha contribuito a rendere “televisive” le valli trentine, sia per un’attività trasmissiva di programmi di intrattenimento, tempo libero, informazione, servizio di pubblica utilità, che prosegue da almeno venticinque anni. Parlo volentieri del progetto di TCA satellitare dal momento che la notizia è rilevante, mentre qualche cronista di giornata ha fornito più qualche “trombetta” che una nota giornalistica informata a dovere.

Attualmente TCA è percepita come seconda o terza televisione locale, accanto a RTTR ed a Rai 3 Regione. Sino a ieri era nota fuori dai confini regionali per le previsioni del tempo in area alpina, la proiezione dell’innevamento invernale dei distretti sciistici, le panoramiche del mondo dolomitico. Domani cosa renderà nota la nostra TVT?

La missione a “veicolare, fuori dai nostri confini, idee, saperi, prodotti e località; - spiega Marilena Guerra, suo direttore.

“Offrire ai nostri clienti, siano essi enti pubblici o imprese, un servizio migliore e il mezzo su misura per gli interessi e la dimensione di mercato a cui si riferiscono” - sostiene Graziano Angeli, suo editore.

La parole sono chiare e le idee apprezzabili: annunciano qualcosa di nuovo che, crediamo, modificherà lo scenario della comunicazione televisiva locale. TNTV va presentandosi come la tivù locale nell’epoca della globalizzazione. Come contribuirà a globalizzare il Trentino? Solo gli investimenti, le committenze, i programmi ed i consumi televisivi potranno dircelo veramente: però, qualcosa è già in atto: parliamone, allora.

TCA sul satellite si chiamerà “Trentino TV”. Il nome è un programma o un vezzo locale? Pare piuttosto un incipit di rappresentanza della società trentina, visto che TNTV avrà una enorme capacità di diffusione. Infatti, potrà trasmettere in Europa, nelle aree mediterranea europeo-africana, oriental-mediterranea, oriental-asiatico-centrale. TNTV si appoggia sul satellite Hotbird 6 del Consorzio europeo Eutelsat, che irraggia le antenne di larga parte degli europei e di circa mezzo miliardo di extra-europei. L’editore di TCA e TNTV passerà così dall’utenza televisiva di un (virtuale) milione di fruitori (gli abitanti del Trentino-Alto Adige ad un (virtuale) miliardo di consumatori.

La trasmissione sarà in chiaro, ovvero non a pagamento, cosicché per ricevere basterà disporre di una parabola e di un economico decoder. La diffusione del segnale televisivo investirà un elevato volume di popolazione e il mercato più ricco del pianeta per ciò che concerne i consumi di massa (automobili, macchine utensili, prodotti del Made in Italy, turismo, ecc.) del prossimo decennio. Conflitti bellici in Medio Oriente permettendo! Insomma, nessun’altra rete televisiva regionale avrà tanta potenza; ci aspettiamo quindi che TNTV operi in condizione di quasi-monopolio rispetto agli inserzionisti pubblicitari, ai clienti privati eccellenti, ai committenti di comunicazione pubblica.

Alla presentazione ufficiale non si è detto quali saranno le lingue dei programmi televisivi. Probabilmente l’italiano ed il tedesco non basteranno; l’inglese, l’arabo e il russo saranno necessari. Neppure si è detto quali saranno le quote dei programmi di informazione, della pubblicità, dei programmi culturali, dei programmi sui servizi di pubblica utilità, dei programmi di promozione commerciale di beni di consumo. Certamente non si è detto chi sono i “portatori di interesse” che, in maniera totale o parziale, contribuiranno a finanziare la produzione di tali programmi. D’altro canto, saperlo in anticipo ha poca importanza: ciò che conta sono i fatti, ovvero la programmazione del primo trimestre.

Al momento, però, un fatto sussiste: il progetto industriale di TNTV. In che cosa consiste?

Le poche parole della conferenza stampa creano più di un interrogativo. Dal momento che il progetto di TNTV è focalizzato sulla distribuzione di “idee, saperi, prodotti”, sul servizio televisivo per “enti pubblici o imprese”, sulla diffusione di programmi incentrati su “informazione e prodotti culturali”, esso investe l’interesse sia dell’opinione pubblica che del sistema economico locale e della sfera pubblica. E dunque si dovrebbe discuterne anche pubblicamente.

Tutti si augurano che TNTV divenga realmente ciò che promette. Il Trentino ne ha bisogno. Lo slancio effettuato nell’ultimo decennio verso l’internazionalizzazione abbisogna anche di una comunicazione multimediale all’altezza delle necessità. Solo una comunicazione aperta e multipla può impedire che qualche eccesso nella globalizzazione o nella localizzazione portino la forbice a spezzarsi in due. Certo è che resteremmo un po’ amareggiati se TNTV non divenisse altro che una seconda TCA sul satellite, e nulla più, Siamo però certi che il Corecom provinciale, l’istituzione preposta alla vigilanza del sistema delle telecomunicazioni, ce lo direbbe.

Per il momento, la mission dell’emittente televisiva è “una e bina”, fors’anche “trina”. E’ “una” dal momento che TCA continuerà a trasmettere la sua programmazione usuale, almeno finché resterà inalterato il piano nazionale delle frequenze con segnale analogico per le televisioni locali. E’ “bina” in quanto TVT sarà sia un secondo canale televisivo di TCA in Trentino sia l’interfaccia satellitare di TCA locale su scala global-satellitare. Il progetto industriale di TCA-TVT è anche “trino” dal momento che mette anticipatamente al riparo l’editore televisivo dai venti di tramontana che spirano sul sistema televisivo nazionale. Per ora la Riforma Gentiloni del sistema radio-televisivo è al suo primo atto: non parla né della Rai Regione né delle tivù provinciali, regionali, municipali, on line. Ma tutti si aspettano il secondo atto, temendo che in nome del mercato e della liberalizzazione delle frequenze lo Stato rimetta all’asta le frequenze tivù analogiche su scala locale, chieda l’aggregazione delle tivù localistiche in proporzione alla popolazione, obblighi le mini-tivù locali ad andare sul satellite.

In questo momento, tutte le televisioni local-regionali aspirano al satellite. Tutti o quasi tutti gli editori sono angustiati da una serie di problemi: la chiarezza normativa nazionale circa il posto delle TV locali nel sistema televisivo; una nuova definizione della missione della programmazione e quindi dei contenuti a valenza locale; il costo economico crescente per una informazione di qualità all’altezza della concorrenza; la crescente penuria di inserzionisti pubblicitari locali per spot a prezzo elevato; il calo della committenza pubblica di programmi culturali poi utilizzati come programmi di consumo televisivo; il calcolo ufficiale della non prevalenza di programmi prodotti rispetto alla distribuzione di programmi prodotti da altri; la distinzione trasparente tra informazione, comunicazione di pubblica utilità, comunicazione istituzionale, pubblicità politica.

Tutti gli editori locali sanno che se la loro impresa televisiva non si espande, è destinata a chiudere o ad essere preda di altri editori. Parallelamente, però, nessun editore televisivo locale vuole ascoltare la voce che dice che le TV locali godono – da più di vent’anni – di un’ampia libertà di manovra circa i contenuti. Su scala locale, infatti, la distinzione tra ciò che è informazione, intrattenimento, spettacolo, servizio di pubblica utilità, pubblicità, pubblicistica, è lasciata più alla prassi ed all’autodisciplina giornalistica che a una disciplina protocollata. Cosa ben diversa accade su scala nazionale. Ma adesso la questione si fa scottante, dal momento che la proiezione sul satellite di una tivù locale trasforma quest’ultima in una TV locale-globale. Rispetto al territorio di riferimento storico da una parte opera in condizioni di quasi monopolio, dall’altra l’ancoramento locale mette al riparo rispetto alla scala nazionale. Come si vede, non si tratta di questioni accademiche.

Le piccole e medie imprese industriali non reggono i costi della pubblicità su Rai, Mediaset, La7, cosicché la tivù satellitare diviene un’ancora di salvezza. Accedono a uno ‘Stargate’ televisivo che ha costi contenuti. La cosa è particolarmente rilevante nelle regioni e nelle province a statuto di autonomia speciale. La facoltà di intervento normativo sulle emittenze radio-televisive e sui prodotti audiovisivi di interesse locale permette al Governo locale lo stanziamento di finanziamenti per la produzione diretta o indiretta di programmi di interesse generale, purché il riferimento alla scala locale sia esplicito.

Oggi, in Trentino come in Friuli, ad Aosta come in Sicilia, non sono poche le istituzioni pubbliche (Provincia, Assessorati, Municipi, Camera di Commercio, Unione Commercio e Turismo, Itc, ecc.), le istituzioni funzionali o autonome (musei, fondazioni, università, festival, ecc.) che si servono delle tivù locali per fare comunicazione pubblica, comunicazione istituzionale, comunicazione di pubblica utilità, programmi di formazione permanente, promozione di un’attività di eccellenza, e pubblicità di un marchio. Anche i soggetti a prevalente capitale pubblico (Camera di Commercio, Azienda Gas-acqua, Trentino Spa, ecc.) o i soggetti sociali (Associazione degli albergatori, degli industriali, degli artigiani, Itas, banche, ecc.) fanno da tempo un qualche tipo di comunicazione d’impresa rivolta ai partner economico-finanziari, ai fornitori industriali, agli utenti, ai promotori istituzionali. Nascono così dei prodotti televisivi che sono pagati in tutto o in parte da un committente con capitale pubblico o quasi.

Il vantaggio per l’editore televisivo è consistente: il programma occupa il palinsesto, abbatte i costi produttivi, conferma l’asserzione che si tratta di televisione a servizio pubblico, apre nuovi spazi per gli spot pubblicitari, facilita la partnership tra l’editore ed il rappresentante dell’istituzione o dell’ente.

Per editori, industriali, associazioni di categoria, enti funzionali, pubblicitari, politici, la tivù satellitare è un po’ come la manna che cade dal cielo. Con parole sue l’editore di TNTV lo dice: sarà un ottimo veicolo di promozione per i “prodotti, le località, le eccellenze” del Trentino.

In che cosa consiste l’eccellenza? Non certo nei programmi di intrattenimento popolare: per questi basta TCA! TVT lavorerà con “programmi culturali ed informazione locale”, promette l’editore. Ma che cosa significa? Ciascuna delle due espressioni-chiave ha un significato diverso a seconda di chi lo enuncia.

Con ogni probabilità, sul satellite troveranno posto i programmi televisivi per l’offerta turistica di pregio, le merci eccellenti dell’agricoltura, l’attività di musei ed università, i festival culturali, gli eventi sportivi, la politica amministrativa dell’Autonomia, l’attività commercial-industriale all’estero, l’iniziativa fieristica, la comunicazione permanente con i trentini all’estero, la cultura ecologica all’ambiente alpino, l’alfabetizzazione al dialetto.

Come si vede, si tratta di prodotti in larga misura suscettibili di finanziamento o co-produzione da parte di soggetti pubblici o quasi-pubblici.

Ciò spingerà l’opinione pubblica a non ignorare il satellite, dal momento che lassù, molto presto, grazie alla neo-tivù, nascerà un “Trentino duplex”, ovvero la rappresentazione delle “eccellenze del Trentino” in funzione del mercato sovra-locale e sovra-nazionale. Ciò non ci preoccupa, anzi, ci interessa.

Ma ne riparleremo davanti a fatti concreti.

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Bruno Sanguanini

Commenti (2)

tivusat che fregature per i regionali cinzia

ho acquistato un Decoder tivusat, ma con stupore mi sono accorta che i tg regionali RTTR tvA non si prendono. Ciò significa che non si può vedere nessun telegiornale regionale,sarà possibile trovarvi sul satellite in futuro. grazie buon lavoro

trentino tv sul satellite Maurizio

Ciao,vorrei sapere quando trasmetterete Trentino tv sul satallite,la mia zona mantova brescia è un paio di anni che non si prende
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