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QT n. 8, 21 aprile 2007 Servizi

Rugby, amore mio

Dai recenti allori della nazionale italiana ai rugbisti dilettanti di Trento.

Lorenzo Graziola

Il Trentino non è terra tradizionale per il rugby. Arrivata in Italia circa novant’anni fa (primo campionato italiano negli anni Trenta), la palla ovale nasce nei paesi anglosassoni e nel nostro Paese ha le sue roccaforti in Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, con alcune isole importanti a Roma, L’Aquila e Catania. Al vertice mondiale si collocano le Nazioni britanniche (Inghilterra, Galles, Scozia, Irlanda), la Francia, l’Argentina e, avendo assorbito come colonie l’insegnamento inglese, il Sudafrica, l’Australia e la Nuova Zelanda Quest’ultima è l’unica squadra al mondo, di qualsiasi sport, che non viene mai nominata (se non negli atti ufficiali) con il proprio nome, ma solo con il soprannome che si è guadagnata e che incarna la leggenda stessa del rugby: gli "All Blacks", famosissimi, oltre che per la bravura nel giocare, per la danza tradizionale (la "haka") che eseguono prima di ogni incontro, performance talmente nota da essere stata catalputata nel mondo artificiale della pubblicità .

L’Italia, ammessa dal 2000 al torneo ‘Sei Nazioni’ che mette di fronte ogni anno le 4 anglosassoni e la Francia, sta scalando lentamente le posizioni nella classifica mondiale, e le partite del recente ‘Sei Nazioni’ (con vittorie su Galles e Scozia) hanno segnato una tappa importante per il riconoscimento internazionale del livello raggiunto. Resta ancora, peraltro, il problema della limitata diffusione della palla ovale a livello giovanile, e della carenza di strutture e di organizzazione nei campionati italiani, anche per via dei pregiudizi che circondano il rugby, visto di solito come uno sport duro, al limite della violenza. Ed invece chi si avvicina scopre un mondo completamente diverso sia da come lo aveva immaginato, sia dal modello di sport cui ci si sta purtroppo abituando. Proprio perché il rugby è sport fisico, di contatto, senza la regola fondamentale del fair play non si potrebbe semplicemente giocare.

Chi assiste per la prima volta ad una partita si stupisce dell’assenza assoluta di proteste nei confronti dell’arbitro, della vicinanza senza barriere tra i tifosi delle due squadre, del modo ruvido ma (di solito) leale di giocare l’incontro. E, ancora di più, si stupisce del ‘terzo tempo’. Con questo termine (unico anch’esso nel mondo dello sport) si indica la tradizione (valida dai campionati Under 13 regionali alla Coppa del Mondo) per la quale le due squadre, finita la partita, si ritrovano assieme per un momento di incontro, dialogo e amicizia mangiando e bevendo assieme. E questo proprio per ribadire che la prima regola non scritta è il rispetto assoluto dell’avversario. Una regola che si insegna a tutti i giovani (o meno giovani) che si avvicinano al rugby, e che anche il Rugby Trento pone come base della propria attività.

Nata tre anni fa, la società gialloblù si è posta come obiettivo primario quello di far conoscere lo spirito della palla ovale in Trentino, sia con l’attività della squadra seniores che disputa il campionato di serie C Triveneto (non che i risultati siano eccellenti quest’anno, ma l’importante è far crescere l’esperienza), sia con la creazione di una base di praticanti a livello giovanile entrando, tra l’altro, nel mondo della scuola con presenze periodiche nelle medie inferiori e superiori per spiegare la "filosofia" e far provare qualche momento di gioco. E sotto questo aspetto i risultati cominciano ad essere davvero confortanti: oltre 40 tesserati nella prima squadra, circa una trentina per le varie "under". Ed un giro di persone che scoprono il rugby e restano nell’ambiente, anche solo come simpatizzanti.

Trattandosi di una associazione sportiva dilettantistica, tutto si basa sul volontariato assoluto di una dozzina tra dirigenti e ‘faticatori’ di vario genere. Anche se, è bene dirlo, la gestione annuale porta ad un impegno finanziario di alcune decine di migliaia di euro, coperti da versamenti volontari (anche dei giocatori), sponsor (alcune importanti società imprenditoriali di Trento) e contributi pubblici (Comune e Provincia in primis). A muovere tutto, comunque, è la pura passione. Il Rugby Trento gioca (la domenica pomeriggio) ed ha la sua sede sul campo di via Fersina a Trento in zona sportiva Ghiaie, circa duecento metri dopo il palazzetto dello sport. Il lunedì, martedì e giovedì, passando da quelle parti verso sera (dopo le 18), è possibile vedere gruppi di ragazzini prima e di baldi adulti poi che si allenano usando un pallone poco convenzionale. E se a qualcuno interessa, un giro di prova è concesso a tutti.

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