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Circoscrizioni, è lì che nasce la casta?

Ridurre le circoscrizioni, accorparle o renderle a titolo gratuito?

La proposta la ha presentata il sindaco di Trento Alberto Pacher: da Roma ci dicono che, per ridurre le spese della politica, in una città come Trento bisogna eliminare le circoscrizioni? Noi non ci stiamo. Però possiamo accorparle, riducendone il numero e le spese, "Tagliamo metà delle circoscrizioni".

Suddivisione in circoscrizioni del Comune di TN

Contro l’idea c’è stata subito una levata di scudi. Dalla Margherita ("La circoscrizione rappresenta un punto di riferimento e favorisce la partecipazione dei cittadini, stiamo attenti prima di decidere che non servono più") alla Lega ("Ridurre le circoscrizioni è grave, perché riduce la partecipazione").

Insomma, se le circoscrizioni sono strumento di partecipazione "non possono essere troppo estese, perderebbero il loro significato di punto di riferimento associativo, territoriale" ci dice Fabrizio Rasera, presidente del Consiglio comunale di Rovereto. Bene, ma allora, se non se ne può ridurre il numero, perché non se ne riduce il costo? "Bisognerebbe tornare ad una politica di volontariato: tagliare i gettoni di presenza, dimezzare quelli quelli per le commissioni e le indennità dei presidenti. A quel punto chi si impegna in politica lo farebbe per spirito di servizio – afferma, sul Trentino del 3 ottobre il coordinatore della Margherita a Mattarello Marco Demattè.

Risulta una posizione abbastanza isolata, ma questo ci sembra il punto.

L’impegno nelle circoscrizioni infatti, è quello che più si avvicina al concetto di impegno civico: si dedicano alcune ore del proprio tempo con finalità sociali. Né più né meno di quello che succede nelle tante espressioni del volontariato, dai donatori di sangue agli aiuti al Terzo Mondo, al supporto ai disabili, come pure la bocciofila o il coro o la polisportiva. Solo che tutti questi ruoli sono ricoperti gratuitamente; quando invece si entra nel mondo delle istituzioni, e quindi della politica, scatta l’assalto alla diligenza. Politica sembra voler dire soldi pubblici, a disposizione.

Il consigliere provinciale Adelino Amistadi -Margherita

E attenzione, il meccanismo non ha niente di ineluttabile: la sua pervasività è una "conquista" recente, attraverso la mitica "legge Amistadi" del giugno 2006.

Poniamo la questione a Luciano Imperadori, tra gli estensori del Codice di Responsabilità Politica della Margherita, che tra i punti cardine dell’impegno politico pone la "sobrietà" e lo "spirito di servizio".

"Se per il consigliere circoscrizionale l’impegno è relativo, e non si dovrebbe andare al di la di un semplice rimborso spese, quello di presidente di circoscrizione non è dopolavoristico – ci risponde – un compenso adeguato non mi scandalizza. E la cifra in effetti non è grande. I veri costi della politica su cui intervenire sono altri: i vitalizi e le consulenze".

"Nei Comuni piccoli non c’è l’interesse personale a fare il consigliere comunale. C’è invece a fare l’assessore, dopo la legge Amistadi. Con la quale non ero e non sono d’accordo – ci dice Luca Zeni, anch’egli della Margherita.

Veniamo allora alle cifre: prima e dopo la legge Amistadi. I presidenti di circoscrizione si sono visti aumentare l’indennità da 700 euro (lordi) mensili a 1.700, e il totale dei costi delle cricoscrizioni, per il Comune di Trento è arrivato a 430.000 euro per il 2006 (previsti 487.000 per il 2007). Per avere un’idea del boom delle spese innescato dal consigliere Adelino Amistadi (e approvato dalla maggioranza, beninteso) il Comune di Trento, per i soli gettoni di presenza dei consiglieri comunali, è passato dai 231.000 euro del 2004 ai 606.000 del 2006 (quasi il triplo) cui va aggiunta una cifra pressochè pari (588.000 euro) per le indennità di Sindaco, Assessori e Presidente del consiglio comunale. Una escalation impressionante.

Ermanno Monari, segretario provinciale della Uil.

"Con la Amistadi, e con la parallela proliferazione delle istituzioni, si è ricoperta tutta la politica trentina di indennità fuori scala – commenta Fabrizio Rasera – E ora tornare indietro è un problema. Occorre ricostruire tutto il sistema del costo della politica. Ma bisogna partire dall’alto, dalle indennità di sindaci, di consiglieri provinciali e anche dalla mia di presidente di consiglio comunale; che si parta invece dalle circoscrizioni mi sembra una sciocchezza".

"Un’articolata rete di luoghi della rappresentanza, fa bene alla democrazia – ci dice Ermanno Monari, segretario della Uil, promotrice di una campagna contro i vitalizi dei consiglieri provinciali – Ma l’insieme dei troppi Comuni, dei Comprensori che rimangono e anzi come Comunità di Valle aumentano di numero, costituisce in realtà l’articolazione di una rete di potere. E le indennità gonfiate dalla Amistadi ne sono il naturale supporto. Ora, attenzione, bisogna distinguere tra articolazione della democrazia e sistema di potere, assieme all’acqua sporca, non bisogna buttar via il bambino; per questo la campagna contro i vitalizi l’abbiamo lanciata con lo slogan ‘aiutiamo la politica ad avvicinarsi ai cittadini’. Ma dei pungoli sono necessari".

Ritorniamo alle circoscrizioni. Proprio perché, nel di vario tra l’impegno – gratuito – nel volontariato e quello – remunerato, con soldi pubblici – nei livelli anche più bassi delle istituzioni, sta la prima avvisaglia della separatezza della politica: quando si entra in quell’ambiente, subito si dà l’assalto alla dilig

Melchiorre Redolfi, presidente della circoscrizione Centro Storico di Trento
enza di soldi pubblici.

"Noi non abbiamo chiesto niente, gli aumenti dell’Amistadi ce li hanno dati – ci risponde Melchiore Redolfi, presidente della circoscrizione Centro storico e Piedicastello di Trento – Detto questo, non mi sembrano soldi rubati, sono in circoscrizione dalla mattina alla sera: il nostro non è un ruolo di decisori, la circoscrizione non decide niente bensì, attivando la partecipazione, fornisce all’amministrazione comunale gli input per decidere al meglio. Invece discutibilissimi sono i gettoni di presenza (50 euro) alle commissioni circoscrizionali: anche perchè, assieme ai consiglieri, lavorano altri cittadini, a titolo volontario, e l’insieme delle due cose stride. Comunque, tutte le spese di tutte le circoscrizioni del Comune – 430.000 euro – sono poco di più del costo di un singolo consigliere provinciale, circa 300.000 euro".

Questo paragone non ci convince. Il circolo vizioso che sembra ormai instaurato, è imitare chi prende di più, non viceversa. Ad esempio ora i sindaci "che lavorano più di un consigliere provinciale" dovrebbero avere anche loro diritto ai vitalizi...

"Appunto, ognuno guarda in alto – ci risponde Monari – Invece nei costi della politica non dobbiamo aumentare chi ha di meno, ma diminuire a chi ha di più. Ora, è comprensibile che un sindaco si preoccupi della sua pensione: ma esiste anche la previdenza integrativa, che ogni cittadino si può costruire con i propri soldi".

"Sono d’accordo. Su questo principio si basa la proposta di Enrico Letta di far pagare i contributi pensionistici (senza ulteriori esborsi del pubblico) ai consiglieri e ai parlamentari, parificando il loro trattamento a quello degli altri cittadini – ci risponde Redolfi – Tornando al discorso sui costi della politica comunale: risparmi sono possibili riducendo il numero dei Comuni, non nominando giunte nei comuni molto piccoli, riducendo il numero dei consiglieri comunali, le indennità di sindaci ed assessori; quindi facendo qualche piccolo accorpamento di circoscrizioni, riducendo il numero di consiglieri circoscrizionali, eliminando i gettoni nelle commissioni e, da ultimo, riducendo l’indennità del presidente di circoscrizione."