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Una funivia da non fare

Francesco Borzaga, WWF

Il Sindaco di Pejo Angelo Dalpez, che contemporaneamente ricopre la carica di presidente del Comitato di Gestione del Parco Nazionale dello Stelvio-Settore Trentino, dichiara la necessità di riprendere al più presto i lavori per completare la nuova grande funivia della Val della Mite. I lavori di realizzazione del gigantesco progetto, situato nel cuore del Parco Nazionale, sono stati avviati nel 2005 per essere poi sospesi presumibilmente per mancanza di fondi. Secondo il dott. Dalpez, per il riavvio dell’intervento serve un finanziamento di 10 milioni di euro da reperire entro il 31 dicembre.

La Sezione Trentino-Alto Adige del WWF, nella sua qualità di componente del Comitato di Gestione, ha a suo tempo espresso parere contrario al progetto “funivia del Vioz” richiesto con insistenza dal Comune di Pejo e patrocinato dalla Provincia. Il nuovo impianto ricade infatti al centro dell’area protetta, ne snatura le caratteristiche naturali e appare destinato a fissare in modo irreversibile l’attuale impostazione turistica della valle, basandola definitivamente sulla stagione invernale e sull’industria legata allo sci. Tale tipo di turismo è legato alla speculazione edilizia e al consumo di territorio, come del resto è provato dai troppi esempi offerti proprio dalla Valle di Sole.

Attualmente le funivie della Valle, a causa di avventurose manovre speculative messe in opera dai loro amministratori, risultano esposte per ben 70 milioni di euro, e stanno disperatamente sollecitando il sostegno della Provincia onde sottrarsi al fallimento. In questo contesto, la richiesta fatta dal Sindaco Dalpez appare azzardata, e dunque un radicale ripensamento dell’intera operazione appare necessario. Da sempre il WWF, all’interno del Comitato di Gestione del Parco, insiste per una valorizzazione dell’Istituto, che vanta tra l’altro il merito di aver salvaguardato il paesaggio e l’ambiente delle valli di Pejo e Rabbi dagli obbrobri che si possono contemplare al Tonale, a Folgarida-Marilleva e in genere nel contesto solandro.

La collocazione del territorio di Pejo e di Rabbi all’interno del Parco offre una straordinaria possibilità di avviare un’economia turistica e agricola vitale, basata sulla collaborazione e sulla valorizzazione delle diverse attività economiche presenti o potenziali. La straordinaria ricchezza di fauna facilmente osservabile potrà contribuire a realizzare un turismo diverso e culturalmente più valido, più destagionalizzato di quanto oggi non sia. Così sarà possibile porre un freno al continuo consumo di territorio per seconde case o altri fini speculativi, ed offrire ai giovani una maggiore possibilità di costruirsi un avvenire sul luogo natale.

In questo modo il Parco, fino ad oggi visto da molti più che altro come un peso e un ostacolo allo sviluppo, potrà rivelarsi esempio prezioso per un ripensamento dell’economia alpina.

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