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QT n. 19, 13 novembre 2004 Scheda

La colpa è della macchina fotografica?

Lo sconcio dei privilegi dei politici ha avuto una coda esilarante (per il cittadino). Vi ha dedicato infatti un servizio nientemeno che Repubblica, con apertura in prima pagina: sotto la guida del consigliere (nonché segretario dei DS) Mauro Bondi, il giornalista spiegava come a un politico trentino sia permesso utilizzare, nella più perfetta legalità, fondi pubblici per spese privatissime come vestiti, vacanze e orologi; una pratica peraltro sicuramente in uso, come noto. Il giorno seguente il presidente del Consiglio Giacomo Bezzi pensava bene di sollecitare una propria intervista a Repubblica, per spiegare come stavano le cose. Ma gli andava male, anzi malissimo: il giornalista si documentava a dovere sugli altarini personali di Bezzi (disinvolti viaggi all’estero, assunzione e promozione della socia in affari) e del suo partito (il Patt, quello dell’ineffabile Franco Tretter) e lo metteva balbettante in un angolo. Figuraccia incredibile.

Il punto è stata la reazione dell’establishment politico, per il quale Bezzi era uno sprovveduto che se l’era cercata (e fin qui concordiamo), i servizi delle indegnità, e Bondi un infame.

Claudio Molinari, consigliere provinciale della Margherita.

La cosa preoccupa. Testimonia un degrado nell’etica politica giunto al punto per cui la colpa non è dei privilegi che permettono furti legalizzati, ma di chi li denuncia. Un concetto omertoso dello status di rappresentante politico, che pretende una solidarietà corporativa da parte dell’insieme degli eletti, e un patriottismo territoriale da parte degli elettori. "Basta con le autodenigrazioni del Trentino! Dobbiamo essere tutti compatti!" - ha tuonato Dellai al congresso, inventandosi un obbligo morale dei trentini a nascondere sotto il tappeto i privilegi che lui elargisce.

L’unico che abbiamo trovato in decisa controtendenza è stato il consigliere (margheritino, la sinistra non ha certo brillato) Claudio Molinari: "I due articoli di Repubblica? Sono una fotografia, né più né meno. E che facciamo, ce la prendiamo con la macchina fotografica?"