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Regole minuziose e assurde

Giuseppe Quarto

Domenica assistevo alla trasmissione televisiva "Linea Verde" e sono stato particolarmente colpito da un episodio. Un agricoltore pugliese lamentava che il prezzo delle pesche è 12 centesimi al chilo - neppure sufficiente a pagare il lavoro della coltivazione - e nel contempo precisava che le stesse pesche nel paese vicino fossero in vendita nei negozi a 1,50 euro al chilo.

Le associazioni dei consumatori, i sindacati e il governo si scagliano contro i commercianti per il carovita, ma a nessuno viene in mente di dire ai produttori che se i prezzi dei commercianti non ti stanno bene puoi caricare il tutto su un camion, un autotreno o un furgone e andare per paesi e città a vendere il frutto del tuo lavoro. Triplicherai gli incassi ed il consumatore otterrà uno sconto del 50%.
Un colpo al carovita ed un aiuto alle casse dei produttori.

Ma tutto questo non solo non si può dire, ma è addirittura vietato da una legge idiota, che ha fatto sparire i romantici posti dove nelle calde notti d’estate tutti potevano gustarsi un’ottima fetta di anguria a poco prezzo.
Adesso per vendere le angurie il povero venditore deve avere l’acqua corrente presa dall’acquedotto, il locale dove taglia le angurie deve essere piastrellato e il tutto deve essere provvisto di bagni pubblici. Risultato: sono sparite le cosiddette "melonere". Almeno al Nord.

Perché dico tutto questo? Perché dobbiamo comprendere che la politica sta invadendo la nostra vita con leggi minuziose ed assurde che limitano pesantemente le nostre libertà personali. Il politico ci ritiene ignoranti e bisognosi di essere guidati, e se i nostri orientamenti sono diversi dalle loro idee dobbiamo essere puniti, perché il loro è l’unico credo cui dobbiamo adeguarci.

Un altro esempio di limitazione delle libertà personali è la legge sul fumo. In una società libera il legislatore, volendo tutelare i non fumatori, avrebbe detto ai gestori di locali pubblici di fare una scelta: esporre ben visibile all’ingresso dei locali un cartello con la scritta "Qui non si fuma" o, alternativamente, "In questo locale si fuma", dando al consumatore la possibilità di scegliere.

Ma questa sarebbe stata una scelta di buon senso e dubito che la maggior parte dei politici ne siano provvisti.

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