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Privatizzare l’ITEA?

Silvano Largher

Sembra che tra le forze sindacali e politiche non vi sia quel grande dibattito, che il caso meriterebbe, in merito alla decisione, da parte dell’assessore del centro-sinistra alle politiche sociali, Marta Dalmaso, di trasformare in Società per azione l’ITEA, ossia l’ente preposto dalla Provincia di Trento alla costruzione ed alla gestione del patrimonio dell’edilizia pubblica. Le conseguenze saranno sul piano della mobilità, del canone di mercato e su altro ancora.

Dico subito che tale decisione mi trova totalmente contrario, anche perché le prime esternazioni dei vari responsabili sulla stampa e in televisione sono state unicamente quelle di tranquillizzare i dipendenti dell’Istituto, mentre per gli inquilini si prospetta un futuro incerto e con poca serenità.

Desidero ricordare alle forze politiche e sindacali provinciali che le case ITEA (prima IACP, GESCAL, INA Casa) sono state costruite con i soldi trattenuti dalle buste-paga dei lavoratori dipendenti, e non grazie alle cassette delle elemosine delle parrocchie.

Sembra che con questa (contro) riforma l’assessore Dalmaso voglia far fronte alla richiesta di case da parte di ceti sociali medio-bassi, che non riescono a campare in modo dignitoso per colpa dei canoni troppo alti degli appartamenti privati. La verità è che l’impegno da parte della Provincia di Trento nei confronti del problema casa è stato scarso in questi anni, e il numero degli alloggi di edilizia popolare insufficiente.

Se la disponibilità di case pubbliche è scarsa e non se ne vogliono costruire altre, è chiaro che le case quelle sono e quelle rimangono.