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Troppo buoni con Wojtyla!

Robert Terwilliger

Un appunto allo scritto di Ettore Paris sulla figura del papa Wojtyla (Il papa superstar visto da un non credente): quando afferma che: "E infine quello che a mio avviso è il merito storico maggiore: aver rifiutato, con forza e determinazione, la guerra di religione contro l’Islam, ipotesi di lavoro accarezzata da tanti nelle sale vaticane, come cinica (e ahimè tradizionale) via d’uscita all’attuale crisi del cattolicesimo. Wojtyla non solo ha detto di no: ha agito con chiarezza in senso contrario, evitando una catastrofe. Riteniamo che per questo merito il personaggio, peraltro e a ragione non amato dai non credenti, meriti stima e riconoscenza."

A mio parere Paris è fin troppo generoso con il pastore polacco e mi spiego: neppure Bush ha mai voluto una guerra di religione e anzi si è speso a parole e nei fatti per non alienarsi i rappresentati della religione islamica; ricordo poi che di fatto gli Usa stessi sono sostenitori e primi alleati dell’Arabia saudita, lo stato islamista e oscurantista per eccellenza. La guerra a Saddam e a Bin Laden (per così dire) non ha mai avuto aspetti religiosi... anche se Bin laden (o chi per lui) voleva strumentalmente utilizzare la religione per giustificare le sue azioni.

La Chiesa cattolica ha ottimi rapporti con l’Islam e non a caso è storicamente alleata dei palestinesi (cattolici e non) contro gli israeliani: solo poche settimana fa sentivo alla radio un monsignore cattolico (algerino se non ricordo male) che diceva cose tipo "siamo tutti fratelli sotto le bombe degli ebrei"... rendeva bene l’atmosfera.

Temo poi che Wojtyla non fosse avverso all’Islam perché i suoi valori e la sua visione del mondo fossero in qualche modo affini alle leggi dell’Islam. Wojtyla (come erroneamente affermato da D’Alema) non era stato nemico del comunismo prima e del capitalismo liberista poi per amore della libertà dell’uomo e dei valori del liberalismo umanitario, ma perché da sia l’uno che l’altro erano avversi o indifferenti a quei valori morali (ma possiamo anche chiamarli costrizioni e dogmi) che imbrigliano e condizionano la visione del mondo e l’operato degli uomini. L’epistemologia islamica (e ce ne sono diverse, lo sappiamo) è più affine al cattolicesimo dell’ideologia capitalista, e paradossalmente quest’ultima è quella che concede più libertà all’individuo anche se nelle vesti di consumatore. Il cattolicesimo, anche solo con la sua idea del peccato e altri presupposti e postulati che ipostatizza sull’uomo, opprime e rende succube l’individuo ricco o povero che sia.

Il capitalismo sarà privo di moralità, di attenzione per chi consumatore non è o non può essere, ma non costringe l’uomo nelle strette mura che l’epistemologia cattolica gli riserva. Questo detto per principi generali; sappiamo poi che la realtà è cosa altra e non esiste nei fatti ‘il cattolico’ e il ‘capitalismo’, ma solo uomini che agiscono la realtà e sono influenzati da epistemologie diverse su piani diversi.

Rimane il fatto che le epistomologie di religioni come il cattolicesimo e l’islam magari in teoria ripudiano la guerra e la violenza. e invece nei fatti mi rimane l’impressione che queste religioni siano solo gusci vuoti nei quali sono costretti i corpi vivi degli uomini, e che la loro funzione principale sia la conservazione di potere e di influenza verso le masse, basandosi sullo sfruttamento di parole per lo più vuole come etica, morale, ecc., e fortificate nella perpetuazione di ethos tradizionali che vogliono la donna come essere debole e indifeso e feticcio del peccato in quanto oggetto della libido maschile, oppure nella deprecazione del diverso o del nuovo in quanto non assimilabile alle tradizioni.

Concludo complimentandomi con Ettore Paris che è davvero una figura insostituibile nel giornalismo e nell’ambiente culturale locale e a cui sono grato per la generosità del suo operato.

Una curiosità: non so se Ettore frequenti i raduni dei papa boys e in particolare delle papa girls ma ho l’impressione che l’immagine assolutamente suggestiva dei prati coperti da preservativi sia letteratura fanstascientifica più che realtà.

Conosco papa boys e girls, persone magnifiche di alto livello culturale (per così dire) e posso dire con certezza che se anche usassero un preservativo (e non lo usano) non lo abbandonerebbero mai in vista su un prato.

Non si illuda, caro Ettore, le abitudini sessuali dei giovani papa boys, in Italia almeno, sono molto molto morigerate...


Robert Terwilliger