Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

L’inceneritore obbligatorio

Nimby trentino

Ancora il più costoso, impattante, vincolante metodo per la (indi) gestione dei rifiuti: ancora l’inceneritore come cuore del "sistema di trattamento".

Stupisce ancora una volta constatare che, pur di giustificarne la costruzione, si prenda come scusante l’insostenibilità dei costi di una raccolta differenziata che vada oltre il 65%.

Dopo tanti anni non ancora quantificati e rapportati a quelli di gran lunga maggiori dell’incenerimento.

E’ solo così che si riesce a giustificare la necessità della tecnologia più invasiva? 

E’ invece solo con una buona raccolta differenziata che i costi, a carico dei cittadini, e la produzione di rifiuti diminuiscono progressivamente.

Ma se la raccolta differenziata deve essere finalizzata al riciclo dei rifiuti, dunque alla loro graduale riduzione, per quali ragioni volerla congelare, mantenendola cioè immutabile negli anni?

Forse perché si vuole nasconderci la necessità di rispettare gli impegni presi con chi, bruciando i rifiuti, si è assunto l’impegno di investire in borsa.

Scriveva un giornale locale il 31 maggio 2002: "La realizzazione di un inceneritore di rifiuti è uno dei capisaldi dell’accordo che ha fatto entrare la Asm Brescia nella compagine sociale di Trentino Servizi".

E proseguiva "Il problema è che, oggi che si è riaperto il dibattito sulla raccolta dei rifiuti e l’impianto di smaltimento finale, questo impegno diventa un macigno, un elemento fortemente condizionante... di fronte a una società che per entrare a certe condizioni in Trentino Servizi ha sborsato più di 50 milioni di euro...".

Quell’accordo impone tuttora di rispettare gli impegni, ancora a scapito della tutela della salute e del territorio e di una moderna gestione dei nostri rifiuti.

Il limite del 65%, ancora però solo sulla carta e non parte di una pianificazione attenta e articolata, seppur più ambizioso rispetto a quelli del vecchio piano rifiuti, è un grosso vincolo che condizionerebbe i comuni al raggiungimento di percentuali più elevate, certamente possibili, e che da sole possono andare verso il miglioramento continuo. Unica possibilità per affrontare le criticità della questione rifiuti.

Questa nuova rivisitazione del piano provinciale dei rifiuti è certamente insufficiente per poter andare verso una diversa e moderna gestione dei rifiuti. E’ comunque il frutto e primo passo in avanti dopo le pressioni e il lavoro di informazione esercitati dai cittadini, 

Richiediamo ancora che, prima di addivenire a qualsiasi decisione sulla costruzione dell’inceneritore, si vada al più volte richiesto e allargato confronto.

Simonetta Gabrielli - Nimby trentino