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Il progetto “Portobeseno”

Davide Ondertoller

Mi chiamo Davide Ondertoller, sono l’ideatore e uno dei curatori del progetto "Portobeseno" che si svolge nel territorio dell’Alta Vallagarina. Seguo Questrentino sul web e quest’estate mi è capitato di imbattermi nella segnalazione del nostro festival (PortoBeseno 2007) anche sulle pagine della vostra interessante rivista. L’articolo a firma di Giorgia Sossass è una recensione del nostro comunicato stampa in cui si cerca di rielaborare e di sintetizzare l’opera dell’Associazione Libera Mente.

Con molto ritardo sulla data della vostra segnalazione vorrei proporre delle riflessioni attorno al tentativo di recensire il festival "Portobeseno". In particolare sono stato colpito dalle riflessioni attorno alla "bontà" delle finalità dei curatori, ma anche dalle perplessità attorno al progetto culturale-festival che non lega con il territorio e che risulta "confuso ma originale".
Vorrei proporre quindi alcuni pensieri e punti di vista per cercare di capire assieme il problema (questa lettera infatti non vuole essere assolutamente una strenua difesa del festival e delle sue prerogative).

Per la prima volta un festival culturale abbraccia i comuni di Calliano, Besenello e Volano mettendo le basi per un’esperienza territoriale e culturale comune. Il patrocinio di tre comuni permette al festival Portobeseno di accedere a finanziamenti provinciali, dalla fondazione Caritro, oltre che Cassa Rurale Alta Vallagarina, Comprensorio C10 e APT di Rovereto. Il progetto "Portobeseno", pur parlando di territorio e identità (termini ormai abusati e riproposti in varie salse nostrane), si pone fuori dalle solite logiche culturali proprio perché ha lo scopo di confrontarsi apertamente con l’esterno (il globale) invece di finire con le solite implosioni delle proposte culturali locali.

Contemporaneamente però il progetto sta creando un archivio multimediale veramente unico. E’ ovvio quindi che pecchi di autoreferenzialità quando è difficile trovare in Provincia artisti e professionisti dello spettacolo che lavorino in tal senso. Siamo in pochi quindi per un dato di fatto, non per scelta. E’ facile per festival provinciali proporre cultura con i grandi budget finanziari: basta acquisire spettacoli e performance dall’esterno e importare il tutto sul territorio provinciale. E’ sufficiente quindi un bravo curatore "girovago" e il gioco è fatto.

Se dobbiamo però scindere le esigenze del turismo dalla cultura espressa, allora il discorso diventa diverso. Portobeseno non vuole essere uno dei tanti festival, ma vuole acquisire un’identità specifica che viene da un territorio. Cerchiamo quindi di lavorare contro corrente, dal locale ci proponiamo al globale. Attraverso questa esperienza cerchiamo inoltre di costruire e  stabilire una specie di "matrice" metodologica che permetta di portare e applicare le nostre installazioni e spettacoli su qualsiasi altro territorio.

Abbiamo la fortunata possibilità di sperimentare, autoprodurre e creare cose completamente nuove nel panorama trentino. In una provincia che spende tanto (abbastanza) per la cultura, è sembrato più interessante far lavorare la creatività che i conti correnti bancari.

Il festival è un contenitore di espressioni del contemporaneo e non fa certo mistero di utilizzare un tal tipo di espressione, anzi il festival lo dichiara, ma sempre sulla base di materiale originale. "Portobeseno" raccoglie creazioni che hanno un contatto diretto ed umano con la gente della valle, creazioni che hanno l’ambizione di essere una sorta di rispecchiamento. Si tratta di restituzioni sceniche che sono frutto di interazioni e collaborazioni con la gente locale e di ricreazione delle storie di un territorio attuate e realizzate con modalità creative ma comprensibili, concrete e semplici. Ed è proprio la creatività il punto dolente della cultura trentina. Siamo bravissimi a comperare spettacoli, ma quando vengono creati sul posto si perdono in facili rievocazioni e concetti ormai usati e abusati.

C’è voglia di nuovo, insomma, ma non si riesce a proporre della cultura legata al territorio e nel contempo creativa. Sara Maino, Stefano Cagol, i ragazzi dell’Associazione Il Funambolo (ex IlCieloMetropolitano) invece hanno sensibilità per il nostro territorio ma lavorano e soprattutto guardano all’esterno con il necessario occhio critico che permette di cercare di capire il locale, il territorio e la sua identità.

Per quanto riguarda i rischi dell’ostilità e incomprensione da parte dei locali, voglio solo puntualizzare alcuni progetti sviluppati in questi anni:

2005:

- laboratorio teatrale a cura di Annalisa Morsella per 10 ragazzi di Besenello e Calliano, presentazione a Beseno di uno spettacolo originale. La maggior parte di questi ragazzi non faceva teatro e adesso invece continua a partecipare a spettacoli.

2006:

- installazione Bandiera Bianca di Stefano Cagol sul monte Finonchio davanti a castel Beseno. Nel 2007 il comune di Calliano prende in gestione l’opera per farla diventare simbolo comunitario ed esporlo nelle giornate festive. La decisione è avvenuta grazie alle segnalazione dei residenti di Calliano.

- Cento immagini storiche della comunità di Calliano (1880-1940) sono messe gratuitamente a disposizione attraverso la rete. Il formato alta qualità permette di scaricare e stampare in dimensioni originali.

2007:

- laboratorio teatrale con la compagnia S.Genesio di Volano, formata da attori dilettanti e gente del paese, con l’obiettivo (raggiunto) di rivitalizzare la compagnia e inserire nuove forme di linguaggio in uno spettacolo metateatrale di riflessione sul senso di comunità oggi, rivolto al paese stesso di Volano

- scrittura musicale originale per la Banda Sociale di Volano che adesso esporta questo concerto (29 settembre 2007, acquistato dal comune di Bolzano)

- restituzione degli archivi sonori (15 interviste) alle biblioteche di Calliano e Besenello con schede informative e didattica delle installazioni proposte in Castello.

Tutti questi progetti e altro ancora fanno parte del progetto di archivio di cui si parla anche nella cartella inviata alla Stampa. Questo progetto di archivio è pubblicizzato sin dalla prima edizione (2005). Poco è confuso quindi nelle scelte degli spettacoli e delle installazioni. Gli archivi non creano ricchezza materiale nell’immediato, ma possono diventare solide basi per una cultura comune.

L’archivio di Portobeseno dedicato a territorio e alla sua memoria, oltre che materiale audio e immagini storiche e contemporanee contiene: 2 opere video originali di Stefano Cagol, territorio e cultura contemporanea 2 opere video originali di Mylicon/En, territorio e memoria 2 opere video originali del progetto specifico NA-TE, territorio e suoni Immagini degli spettacoli di teatro, installazioni, performance, video interviste completano l’Archivio che presto sarà disponibile gratuitamente su web.

Progetti per il 2008:

- continuare la collaborazione col musicista Massimiliano Viel per una nuova scrittura musicale da donare alla Banda di Volano per ampliare il repertorio di musica contemporanea;

- proseguire l’esperienza con la Compagnia di teatro di Volano;

- creare un nuovo spettacolo video musicale con la collaborazione di una band di Besenello che suona genere heavy metal. I temi dello spettacolo parleranno di sport e alcool, delle contraddizioni ad essi correlate;

- organizzare un laboratorio per ragazzi parlando di territorio e mappe mentali. Il lavoro verrà presentato con un’installazione nel castello di Beseno.

Per quanto mi riguarda, l’esperienza più bella è stata nel 2005, quando all’inaugurazione della prima delle tre istallazioni sonore utilizzando le interviste ai locali si sono presentate tre delle signore intervistate che con gran fatica sono salite al castello a vedere (e ascoltare) il lavoro che avevamo preparato e che era dedicato soprattutto alla loro memoria. E’ stato emozionante sentir dire dalla viva voce di una signora che era la prima volta dopo quarant’ anni che risaliva a castello. La signora ci ha  lavorato a cavallo degli anni ’30-‘40 conducendo la sua mucca al pascolo. Un altro esempio: per avvicinare il turista all’antico mondo del castello di Beseno abbiamo intervistato il conte Trapp erede della famiglia dinasta del castello. Abbiamo parlato di argomenti quali famiglia, identità e patrimonio. Il conte ci ha ringraziato spiegando che di solito vengono a chiedere di fantasmi, di armi e di leggende. L’intervista è stata ridonata con una originale installazione nella Polveriera di Beseno e fa parte dell’archivio di "Portobeseno". Contemporaneamente l’albero genealogico della famiglia Trapp von Beseno è stato messo su web per permettere un esperimento di scrittura creativa successivamente segnalato alla fiera dell’editoria di Genova Inedita 2006.

Tre anni di progetto "Portobeseno" hanno creato più di 20 progetti originali dedicati alla memoria e al territorio; ditemi se altri festival più finanziati e nobili hanno una ricaduta sul territorio simile alla nostra esperienza. Non si vive di solo turismo, insomma. Non a caso i curatori di "Manifesta 2008" hanno espresso interesse per il nostro progetto giudicandolo tra quelli interessanti in Regione.

Invito, tutti s’intende, a presenziare a qualche nostro spettacolo o a visitare qualche nostra installazione ospitata nel castello di Beseno in occasione del Festival.

Le presentazioni sono sempre ben accette (quando fanno crescere e maturare) ma preferiamo le recensioni alle manifestazioni.

Risposta

Era una presentazione; con qualche perplessità...

Gentile Davide, credo che l’equivoco si possa chiarire con quello che tu stesso riconosci: il mio non voleva essere un tentativo di recensione, bensì una presentazione del vostro festival, al quale è stato dedicato un ampio spazio anche durante le passate edizioni.

Ogni presentazione si nutre ovviamente delle parole degli organizzatori stessi, ma non fino al punto di stendere un velo su pur minime perplessità, scaturite proprio dalla partecipazione diretta ad alcuni eventi delle scorse edizioni. Non avendo assistito a quelli più significativi di quest’anno, sarò ben felice di ricredermi in occasione di "Portobeseno 2008". Giorgia Sossass

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