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Doppio compleanno

I 15 anni del Tageszeitung e i 70 di Durnwalder

Un numero speciale uscito sabato 24 settembre e una festa in piazza Walther, per abbonati e lettori, hanno segnato i 15 anni di esistenza e il successo del Tageszeitung, giornale “alternativo” che ha resistito e si è affermato come un vero organo di informazione, non solo un secondo giornale, a dispetto delle prognosi infauste e degli intrighi romani dei deputati nostrani. Ha superato le difficoltà oggettive di introdurre un organo di informazione “altro” rispetto al Dolomiten, potente di mezzi, di relazioni economiche e politiche. Il panorama informativo del Sudtirolo è oggi impensabile senza “Taz”, espressione della società nuova che si sviluppa a dispetto della politica.

Il Tageszeitung ha resistito alla tentazione di adeguarsi, non ha perso per strada l’entusiasmo per le notizie, e si è sottratto alle troppo strette amicizie con i potenti. Oggi è un quotidiano che sta dalla parte del cittadino e per questo riceve informazioni che gli altri quotidiani locali non riescono o non vogliono scovare. Questi infine sono costretti a darne conto, ma spesso solo dopo che il Taz ci ha fatto il servizio di copertina, e in giro non si parla d’altro.

Il Tageszeitung ha mantenuto anche la sua bella qualità di giornalismo informato sui dettagli, dotato di memoria. Non è diventato, come usa nella stampa locale, protagonista o mezzano di regolamenti di conti. “Qui non si sparge odio...- ha scritto Arnold Tribus nel suo editoriale per il giubileo - l’odio non deve essere nutrito, ma abbattuto”. E sintetizza: “Non volevamo essere patriottici, ma umani”. Severità e franchezza, ma anche ironia e spirito goliardico. Contro gli scandali, che gli altri coprono o urlano per un giorno, salvo poi dimenticarsene, il Taz non aizza i lettori contro categorie sociali, ma segnala i responsabili e svela i meccanismi del malaffare, e non nega un moto di simpatia a nessuno. Ha un proprietario liberale, contadino biologico, imprenditore, coraggioso nei momenti difficili. Lui e il direttore mi pare che condividano un’idea di società basata sulla convivenza, in cui anche chi ha sbagliato trova posto, e in cui le cose belle vengono valorizzate.

Tageszeitung è infine un giornale, non un partito. Non è sfuggito quindi a quell’atmosfera generale di disinteresse e anche un po’ di fastidio per il punto di vista dell’altro gruppo linguistico (che non ha un Taz). Dunque rimane ancora insoddisfatto, nel panorama informativo del Sudtirolo, il bisogno di un’informazione che rompa il muro della separazione etnica. Ciononostante viene letto anche da parecchie persone di lingua italiana, dai mistilingue, da vorrebbe trovare anche nello spazio pubblico - quindi i mass media - la propria realtà plurilingue e multiculturale.

I 70 di Durnwalder

Il secondo compleanno di fine settembre sono i 70 compiuti dal presidente della giunta altoatesina. La mattina di venerdì gli Schützen hanno sparato in aria davanti ai palazzi di giunta e consiglio. Nel pomeriggio, nella piazza vuota e vietata alle biciclette anche dei bambini, uscieri e autisti hanno caricato sulle auto presidenziali pacchi di regali. La sera a Castel Tirolo, alla festa, “in gran parte pagata di tasca propria”, gli invitati erano 500. Fra i politici ci sono andati anche i più critici verso di lui. Dall’ex deputato europeo, ora presidente della Camera di Commercio, nonché proprietario di Athesia e Dolomiten, ai parlamentari Svp irati perché non li consulta prima di parlare con i ministri, agli esponenti del Pd al potere e a quelli della destra italiana, vestiti in Tracht e recanti doni, al pari di quelli della destra tedesca. I sindaci hanno cantato.

Un regalo ha suscitato qualche polemica, ma soprattutto l’imbarazzo di ricercatori e studenti, quando davanti a un gruppo di assessori impettiti, a uno squillo di tromba, è stata scoperta la targa che intitola la bellissima biblioteca universitaria al presidente della giunta. “Omaggio doveroso”, ha detto il presidente della LUB, che Durnwalder vorrebbe come successore. I giornali hanno scritto che senza di lui non si sarebbe fatta l’università, nessuno però ha ricordato quante volte lui stesso in passato aveva votato le mozioni del partito contro l’università, mentre forze sociali e politiche la proponevano.

In una divertente intervista al Taz (“70 domande fulminanti per 70 anni”) afferma: “Il sistema sudtirolese? Popolazione laboriosa, risparmiare, lavorare, ma non godersela”. In realtà il sistema sudtirolese vede accanto alle deboli istituzioni democratiche un potere personale crescente e senza critiche ha parte di chi è deputato a farle. Gli ultimi esempi? Nella questione della toponomastica, la commissione paritetica di alto livello ha trovato un accordo all’unanimità. Lui chiede che altri 150 toponimi italiani che non gli piacciono vengano cancellati. Come aveva già fatto nel 1993, di fronte alla prospettiva concreta di soluzione del problema. I costi del megainceneritore salgono di 50 milioni? Paghino i comuni, o meglio il comune di Bolzano.

Il resto è gossip. Con una curiosità, per un uomo che ha avuto una variegata vita personale. Alla domanda su quale sia stato finora il momento più bello della sua vita, ha risposto: “Quando ho spostato il cippo di confine lassù al Brennero”.