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I gioielli del sindaco

Il sindaco di Trento Alessandro Andreatta

E così il Comune di Trento si appresta a togliere l’ossigeno alla Galleria Civica: il prossimo anno il contributo pubblico sarà ridotto di 2/3: da 420.000 a 140.000 euro, e dal 2013 più niente del tutto. Per far digerire il boccone, si vagheggia da più parti la possibilità di interventi esterni che salvino in qualche modo l’istituzione: la Provincia, il Mart, i privati con un aumento del loro intervento economico, addirittura l’Unione Europea; e si pensa di avviare trattative. Chiacchiere, per ora.

“La produzione della cultura ha già oggi un ruolo importante, che diventerà fondamentale nei prossimi lustri; potrà diventare un settore trainante e dare dunque impulso a tutta l’economia cittadina”. Così pontificava un anno fa il sindaco Alessandro Andreatta, che oggi, dopo aver garantito che al salvataggio delle finanze comunali era indispensabile il sacrificio della Galleria, smentisce e al contempo conferma beffardamente quella sua “convinzione”, dicendo che “nei momenti drammatici sono proprio i gioielli più preziosi che vengono portati sul banco dei pegni”. Una battuta fuori luogo; che Enrico Franco, sul Corriere del Trentino del 27 novembre, decide però di prendere sul serio, replicando: “Quando una famiglia è in difficoltà, rinuncia al superfluo, ma non si priva dei patrimoni che possono aiutarla a risollevarsi”.

l’assessora alla Cultura Lucia Maestri

Se il sindaco si mostra virilmente responsabile nel sacrificare i gioielli, l’assessora alla Cultura Lucia Maestri non sa celare la propria impotente sofferenza: “Ho difeso il mio settore fino all’ultimo. - spiega - Ma alla fine ha prevalso un atteggiamento ragionieristico...Non ho accettato la proposta supinamente, questo è evidente. Ma devo dire che alla fine sono rimasta sola”. Un atteggiamento che ci ricorda il povero Sandro Bondi, piagnucolante e inerme di fronte ai crolli di Pompei ed ai selvaggi tagli alla Cultura di un governo di cui era ministro. Danilo Eccher, presidente della Fondazione Galleria Civica non si lascia però commuovere: “Qualsiasi assessore alla Cultura di qualsiasi altra città si sarebbe già dimesso”. E in effetti, perfino il paziente Bondi alla fine se ne andò; vedremo quante altre scoppole saprà sopportare Lucia Maestri prima di seguire il suo esempio.

Alla bubbola dei gioielli impegnati non ci crede nessuno; più utile per interpretare la vicenda è l’apprezzamento per la decisione da parte del PdL, che per bocca del consigliere Luca Trainotti conferma la linea di sempre “Meglio tagliare sulla Galleria Civica (e probabilmente su qualunque altra cosa, n.d.r.) che introdurre l’addizionale Irpef”.

E arriviamo al dunque, con un commento di Franco de Battaglia (L’Adige, 26 novembre): “I tagli di bilancio forniscono da sempre, e in tutti i settori, l’occasione per pareggiare i conti con le realtà scomode”. Sì, perché in una provincia dove anche un’iniziativa come il Mart trovò feroci oppositori, una Galleria Civica che si occupa di esperienze innovative nel campo dell’arte si può tranquillamente eliminare senza paura di negative ripercussioni elettorali: meglio togliere una galleria - dice la chiacchiera da bar - che eliminare un asilo. Al che Enrico Franco risponde: “L’importante è che il contenimento della spesa... non si riduca a un insieme di risparmi fatti dove si perdono meno voti. Nei momenti difficili serve coraggio: per garantire i servizi alle famiglie bisognose, ad esempio, si possono anche tassare gli immobili, visto che qui non si fa ricorso all’addizionale Irpef come avviene in molte città”.

Facile a dirsi...