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QT n. 5, maggio 2012 Trentagiorni

Patt: perché no?

Franco Panizza

Ai congressi del Patt mi era sempre sembrato di essere sbarcato tra gli alieni: vestiari stravaganti, discorsi surreali, riti e miti da un altro mondo in cui Francesco Giuseppe è ancora il buon papà e una parolina magica - “autonomia” - in qualsiasi contesto pronunciata risolve tutti i problemi.

Niente di tutto questo nell’ultimo congresso in un Palarotari (gremito) di Mezzocorona. Beh, l’abuso della parola “autonomia” c’è ancora, comunque deve essere pronunciata almeno una volta al minuto. Per il resto, è un’adunata di cittadini normali, gli austriacanti sembrano scomparsi, gli Schutzen ingabbiati in qualche cantina. E i discorsi dal palco, per un osservatore esterno, sono comprensibili, sensati e al 99% condivisibili.

Che è successo? La fine dell’era dellaiana apre nuovi territori, e gli autonomisti hanno deciso di approfittarne.

Ma Dellai è proprio al capolinea? Non aleggia ancora l’ipotesi di un Dellai 4? La giornata di Mezzocorona ha stroncato queste ultime velleità: “chiedo un applauso per Lorenzo Dellai e per quello che ha saputo fare nell’affrontare la crisi” ha esortato Ugo Rossi, segretario uscente, consegnando il Principe Lorenzo alla storia. Ancora più esplicito Franco Panizza, segretario entrante (e anch’egli come Rossi assessore con Dellai) che dopo il “grazie Dellai” di prammatica liquida la pratica “ora siamo pronti a nuovi passi” (cioè a sostituirti) mettendo peraltro il dito nella piaga “anche con una certa discontinuità nello stile di governo” ossia dando un taglio all’arrogante centralizzazione della Pat in una persona sola. E scusate se è poco.

Sepolto Dellai, segue la candidatura di Ugo Rossi a presidente per il 2013. Con quali motivazioni? Lo chiedo a un dirigente del partito. “Motivazioni? Una sola: perché no?”

Nel deserto di proposte e soprattutto di uomini, perché non dovremmo provarci? Con l’Upt che dopo il Dellai non ha nessuno, e l’esperienza di governo ha bruciato gli ex super assessori, Grisenti affondato negli scandali, Mellarini nella propria inconsistenza, Gilmozzi nelle Comunità di Valle. Con Claudio Molinari che si è affossato da solo, girovagando senza costrutto tra Pd e Api e ora non si sa dove. Con il Pd che ha talmente introiettato la subalternità da non avere alcuna figura significativa, se non il sempre tentennante Pacher che ai Lavori Pubblici è riuscito a far rimpiangere Grisenti.

E allora, si chiedono al Patt, perché noi no?

Cambiando quanto basta: “Il Patt chiama non solo chi è autonomista, ma anche chi è moderato, di centro. E se punteremo alla presidenza ci apriremo ancora di più” proclama Panizza, ormai ex austriacante. Seguono frasi e proposte congruenti con un moderatismo discretamente illuminato.