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Matrimoni e divorzi

Alcuni decenni di pratica con la lettura e la scrittura mi consentono di notare dei curiosi fenomeni. Quando andavo alle elementari era già scomparsa la preposizione articolata pel (per+il), ma erano ancora di uso comune cogli (con+gli), colla e collo. Tutti scomparsi, forse giustamente cassati per i possibili fraintendimenti. Ma anche il dignitoso col si va rarefacendo: sembra quasi che le preposizioni tendano ove possibile a divorziare dagli articoli con cui hanno tranquillamente convissuto per secoli. Ma succede anche il contrario, con dei matrimoni, a volte delle autentiche ammucchiate, a mio parere discutibili: tralaltro, peresempio, aldilà (che già esiste con un significato tutto diverso)... In qualche caso si tratta di unioni ormai santificate dai vocabolari: perlopiù, perlomeno, ecc. Restando alle preposizioni, c’è da notare l’inarrestabile decadenza di fra a favore di tra (un tempo era il contrario): addirittura il traduttore di Google indica fra come errore, consigliando l’altra forma. Fra le due, notoriamente, non c’è differenza, bisognerebbe scegliere quella che meglio si adatta alla parola che segue. Ma il fra oggi non piace più, e allora ecco capitare (traggo uno dei tanti possibili esempi da un recente articolo di questo giornale) un orribile “tra treni”, che andrebbe evitato al pari del suo omologo “fra fratelli”. Se di queste mode pare impossibile indovinare l’origine, un’altra tendenza che abbiamo notato, nella lingua scritta, ha a che fare col computer. Ci siamo chiesti: perché hanno tanto successo i trattini (-), come mai hanno quasi del tutto sostituito le parentesi e sempre più si usano al posto delle virgole? Forse perché nella tastiera di un pc il tasto col punto e quello con la virgola, così accostati, possono indurre all’errore? E forse perché per aprire e chiudere una parentesi occorrono due tasti diversi, uno dei quali con l’aggiunta dello shift? La pigrizia come agente di innovazione: non sarebbe la prima volta.