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Trappole online

Centro Europeo Consumatori

Per passare il tempo, all’inizio di quest’estate la signora T. di Bolzano si registra su un sito di oroscopi tedesco. Il giorno dopo arriva la brutta sorpresa: una e-mail da parte della “Inkasso Steger Medienverwaltung” le chiede di pagare 129 euro per un abbonamento di 12 mesi. La signora casca dalle nuvole, l’informazione che la registrazione al sito fosse a pagamento era stata meticolosamente nascosta dai gestori del sito.

La signora T. va a caccia di informazioni a proposito del sito in questione e si spaventa, perché su decine e decine di pagine web, forum e blog legge sempre la stessa notizia: l’impresa avrebbe vinto la causa contro alcuni consumatori tedeschi e starebbe ora inviando decreti ingiuntivi in massa. Nei vari forum alcune presunte vittime raccontano di essere state condannate al pagamento di oltre 900 euro e che sarebbe stato meglio pagare subito. In alcuni forum qualche sedicente avvocato consiglia di pagare il prima possibile, dato che la Steger Medienverwaltung non farebbe eccezioni, agendo in giudizio contro tutti quelli che ignorano le richieste di pagamento. Turbata da queste informazioni, si rivolge all’ufficio di Bolzano del Centro Europeo Consumatori Italia, il quale, dopo essersi coordinato con il CEC Germania, cerca di tranquillizzarla: si tratta di una classica trappola dei costi occulti e la richiesta di pagamento non è giustificata, tra l’altro perché le informazioni relative ai costi non erano presenti sul sito o erano nascoste. Il CEC tedesco invia un reclamo al gestore del sito ma - non del tutto inaspettatamente - non riceve alcun riscontro.

Nel frattempo la signora T. viene tartassata da sempre nuove richieste di pagamento via e-mail: nel caso di mancato pagamento entro un termine di 7 giorni della cifra di ormai ben 179 euro (cioè l’importo della fattura più la maggiorazione per il sollecito), le viene prospettato il pignoramento dello stipendio, del conto corrente bancario, l’esecuzione forzata tramite l’ufficiale giudiziario e addirittura la segnalazione del fatto alle autorità per la persecuzione penale. Ancora una volta chiede al CEC se non sia il caso di pagare, anche alla luce delle esperienze negative di numerosi utenti di internet, di cui si parla nei vari forum.

Il CEC confronta i post presenti in rete e nota che i numerosi blog che diffondono la notizia della sentenza a favore dell’impresa contengono solo uno o due articoli, come se i blog stessi fossero stati creati al solo scopo di far circolare questa voce. Cercando in un motore di ricerca i nomi dei presunti avvocati che con tanta veemenza raccomandano di pagare, non si trova alcunché: di loro nella vita reale fuori da internet non c’è traccia: sono quindi anche loro frutto della creatività dei truffatori.

Da quando il 1° agosto di quest’anno in Germania è entrata in vigore una nuova legge che prevede degli obblighi di informazione particolarmente severi per tutti i fornitori di beni e servizi on-line per i gestori dei cosiddetti siti trappola i tempi sono diventati duri: se si omette di segnalare l’obbligo di pagamento attraverso la dicitura del pulsante, il contratto non si perfeziona e ne consegue che il consumatore non ha alcun obbligo di pagamento.

Chi si è registrato su un sito di questo tipo è bene che non si lasci intimorire dalle minacce, ma può trovare assistenza e informazioni sull’argomento nella nostra sede di Bolzano in via Brennero 3, tel. 0471-980939, e-mail info@euroconsumatori.org.

CEC (Centro Europeo Consumatori), Bolzano

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