Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 3, marzo 2013 Servizi

Attenti al debito!

Nato per fronteggiare la crisi, l’indebitamento della Provincia sta crescendo troppo. E per motivi sbagliati.

È un nervo scoperto il tema del debito della Provincia. Da una parte Dellai, non più presidente ma indubbiamente responsabile, che in campagna elettorale, sollecitato durante un dibattito, scattava come morso da una vipera: “Il debito è zero, zero!! Qui in Trentino, con queste insinuazioni, vogliamo solo farci del male”. Dall’altra gli avversari politici che, come Giorgio Leonardi nel suo libro “Il Trentino nascosto”, che per ogni denuncia giusta ne aggiunge tre strampalate e gonfia il presunto debito a dismisura.

Ma anche uscendo dalle ormai (purtroppo) accettate esagerazioni elettorali, quando in Consiglio Provinciale un consigliere, anzi un capogruppo della stessa maggioranza - Luca Zeni del Pd - pone in aula il problema con apposita interrogazione, viene subito visto come un sabotatore.

Il fatto è che il tema è vagamente angosciante: tutti sappiamo quanto in Italia si debba penare a causa del debito pubblico; per quale motivo dovremmo aggiungere pena a pena, debito provinciale a debito nazionale, proprio quando godiamo, ancora per poco, di entrate invidiabili ed invidiate in tutto il paese? A rischio di ipotecare il futuro, anche pesantemente?

Cerchiamo quindi di far luce sui dati. Premettendo che la cosa non è facile, neppure per esperti professionisti: si tratta di reperire dati non sempre disponibili e incrociare molteplici bilanci non sempre redatti con criteri uniformi.

TAB. 1 - PAT, debiti delle controllate
SOCIETA'% PAT dir. + indir.Debito PAT
Patrimonio del Trentino Spa;10069.0
Tecnofin Trentina Spa *10050.0
Trentino Sviluppo Spa (Fondo aree)99.96275.5
Trentino Sviluppo Spa * (partecipate, vedi Tab 2)48.3
Trentino Trasporti Spa;73.7504611.3
ITEA Spa;100139.3
Cassa del Trentino Spa;100713.0
Garda Trentino Fiere S.p.A *74.0712.7
Tecnofin Immobiliare Srl;1006.0
TOTALE1125.1
* Valore del 2010

Dove si nasconde il debito

Possiamo partire da una constatazione. Se compariamo l’attuale bilancio della Provincia con quello di dieci anni fa, troviamo che i flussi con le banche sono del tutto analoghi, anche nelle entità. E sostanzialmente tranquilli; si tratta di gestione dei soldi, non di accensione di debiti. Per cui la frase di Dellai “Il debito è pari a zero” sembrerebbe perfettamente calzante.

Invece, a differenza di dieci anni fa, i debiti della Pat ci sono, ma non sono nel suo bilancio, bensì in quello delle società controllate\partecipate.

La svolta è avvenuta nel 2008, e veniva incontro a diverse ragioni. Si era passati a puntare in maniera sistemica alle erogazioni di fondi su più annualità, in maniera da impegnare bilanci futuri. Con molteplici finalità: aggirare il patto di stabilità, decisamente troppo rigido; andare oltre a quanto i bilanci tradizionali consentivano per poter varare i provvedimenti anticrisi, che non potevano non basarsi sul debito (è stata l’arma vincente di Obama, contrapposta a quella sventurata della Merkel); concentrare l’indebitamento dei Comuni in una società, Cassa del Trentino, per rendere la gestione del debito efficiente.

Queste le premesse. I dati relativi ai bilanci del 2011 che abbiamo potuto ricavare li possiamo leggere nella Tabella 1 (nella seconda tabella possiamo vedere invece l’indebitamento di Trentino Sviluppo, e quindi della Provincia, nel sostegno ad una serie di imprese, in gran parte di impianti di risalita). I dati che riportiamo forse non sono del tutto completi, per alcune società abbiamo dovuto fare riferimento ai bilanci 2010, ma il risultato complessivo non dovrebbe scostarsi da quanto indicato: un debito di circa 1.100 milioni di euro.

Investimenti o no?

È poco? È tanto? Come si sa, il rapporto debito\Pil nazionale è attorno al 126%, un’enormità. La Giunta Provinciale invece ha deciso, in una delibera dello scorso luglio, di fissare al 9,7 per cento il rapporto tra debito pubblico e PIL provinciale per il 2013. E 1.100 milioni sono il 6,6% del nostro PIL.

Come valutare questo dato (che, ricordiamolo, si aggiunge al debito nazionale, certo non lo sostituisce)?

Il consigliere Zeni ha focalizzato un aspetto importante, che in questi conti rimane nascosto: le (obsolete) caratteristiche della contabilità pubblica, diversa da quella privata, occultano le dinamiche del debito, e quindi la sua possibile crescita. Nel senso che, se l’ente pubblico contrae un debito pluriennale, le rate degli anni a venire non si vedono, ma ci sono, e condizionano anche pesantemente gli investimenti futuri. Quindi urge chiarezza su questo punto.

Il secondo discorso è più strettamente politico. Il debito pubblico, come quello di una famiglia, ha senso, se è un investimento; oppure se serve a fronteggiare un’emergenza.

TAB. 2 - Partecipate di Trentino sviluppo e loro debiti
Società% Trentino Sviluppo nel patrimonio nettoDebiti vs banche al 30/6/2010% Trentino Sviluppo del debito v banche
Carosello ski Folgaria spa67 11.916.102 7.983.788
Baldo Garda spa71 2.249.869 1.597.407
Funivia Col Margherita spa52 1.016.930 528.804
Passo S. Pellegrino - Falcade S.c.p.A69 -
Funivie Pinzolo Spa40 13.219.568 5.287.827
Paganella 2001 Spa35 19.512.072 6.829.225
Pejo Funivie Spa49 1.738.759 851.992
SIF Lusia Spa24 6.977.217 1.674.532
Funivie Alpe Cermis Spa31 7.247.139 2.246.613
Trento Funivie Spa46 2.921.336 1.343.815
Impianti Maso Spa42 5.753.818 2.416.604
Carosello Tonale Spa34 7.163.801 2.435.692
Turismo Lavarone Spa40 988.595 395.438
Filiera Agroalimentare Trentina Spa40 9.101.093 3.640.437
Gourmet Italia Spa45 5.013.365 2.256.014
Legno Più Case Spa44 4.624.094 2.034.601
IGF Spa75 6.479.013 4.859.260
Tesinogroup 2847 Spa55 3.484.472 1.916.460
TOTALE 109.407.243 48.298.509

La manovra anticrisi aveva entrambe queste caratteristiche: investire nel nostro mondo imprenditoriale per fronteggiare l’emergenza crisi. Però riteniamo che il ricorso allo strumento del debito, iniziato con sacrosante finalità, corra il pericolo di deragliare. Continuare a sostenere le imprese per anni, magari di settori ipertrofici e deboli come quello delle costruzioni, non è più investire, ma gettare soldi dalla finestra. E così, per esempio, indebitarsi per costruire case Itea è un meritorio intervento sociale, ma non è né un’improvvisa emergenza, né un investimento. Si voleva finanziare Metroland, che non è un investimento, ma una follia. E in questi giorni, a debito si finanzia il nuovo Centro Congressi nell’area Michelin, che è un’emergenza solo per i conti in rosso dei poteri forti, che lì hanno malamente investito, ma per il pubblico non è un investimento, è solo uno spreco vergognoso.

Insomma, attenzione. A noi sembra che la dinamica in atto, pur ancora sotto controllo, sia molto pericolosa; si è presa l’abitudine di andare avanti con i debiti. Cosa ancor più pericolosa nei prossimi anni, quando le entrate saranno calanti, e di diverse centinaia di milioni.

Il centro-sinistra-autonomista che festeggia la vittoria alle elezioni nazionali dovrebbe stare molto, ma molto attento.