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QT n. 12, dicembre 2013 Trentagiorni

Portela: insicurezza o percezione?

Piazza della Portela (dal blog di G. P. Robbi)

Una decina di ragazzi che preparano una canna, il nascondiglio di una dose di fumo, due arabi che litigano e una rissa tra ubriachi sventata sul nascere. Questi i contenuti salienti del video che, assemblato dal Comitato per la Rinascita di Torre Vanga, dovrebbe dimostrare l’esistenza di una situazione di degrado insostenibile nella zona di piazza della Portela. Immediatamente diffuso via web da L’Adige, senza le indicazioni di quando ed in che lasso di tempo le riprese siano state effettuate, né alcuna attività di filtro o spiegazione (tutti doveri di un organo di informazione serio), esso è stato sommerso di commenti, in maggioranza allarmati ed esasperati, e che spesso valutano la situazione come un problema di presenza eccessiva di stranieri. Altri che ne deridono invece l’allarmismo. Avendo la questione raggiunto una grossa visibilità nel dibattito pubblico, sembra il caso di porsi due domande fondamentali.

La prima: è quella del centro una situazione di reale insicurezza o di semplice percezione di questa? A soccorrerci in questa valutazione, più che i video emotivi, dovrebbero essere i dati: statistiche giudiziarie o di ordine pubblico. Quelle reperibili, soprattutto i lavori del centro Transcrime, sembrano dirci che, benché esistano anche a Trento frizioni culturali ed economiche che meritano attenzione, la situazione è tutt’altro che allarmante, con la città che rimane di gran lunga una delle più sicure d’Italia (stato, tra l’altro, tra i più sicuri d’Europa), e dove i dati tranquillizzanti sull’ordine pubblico contribuiscono a mantenerla al vertice nelle classifiche di qualità della vita (3° nel 2012 per il Sole 24 Ore). In una valutazione ampia e complicata, comunque, i dati non sono certo il Vangelo, e conta molto il ruolo dei punti di vista. Quello di questa redazione (composta anche da residenti della zona) è che i comportamenti frequenti in centro possono non piacere, ma non costituiscano in alcun modo una seria questione di sicurezza.

La seconda domanda è: se il problema è semplicemente di percezione d’insicurezza, merita di essere ignorato dalle istituzioni? In questo caso, la risposta è netta. Assolutamente no. La percezione dell’insicurezza ha infatti molte conseguenze reali e gravi, quali il calo del valore degli immobili ed un terreno fertile per la destra xenofoba. Chi doveva governare il territorio (Comune e Questura in primis) è già responsabile di questa situazione: non ha risolto i problemi più semplici (si pensi che ancora si esclude la possibilità di orinatoi pubblici) e non ha avuto un minimo di lungimiranza nel governo urbano, sgomberando di fatto piazza Dante senza pensare alle conseguenze sulle zone limitrofe. Oggi, le istituzioni sembrano capaci solo di seguire la corrente nelle dichiarazioni, e del tutto inconcludenti nei fatti.

Se le istituzioni sono assenti e la stampa locale soffia sul fuoco, la tensione rischia di salire, e il problema di diventare sempre più reale. Noi ci auguriamo invece che siano le proposte, piccole e di buon senso (orinatoi, più bidoni, meno restrizioni insensate per le attività ricreative di qualità) di alcuni cittadini, e che il Comitato stesso ha contribuito a far emergere, a dettare la linea per una gestione di buon senso.