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QT n. 12, dicembre 2013 Trentagiorni

Fassa: sconfitto il partito dell’assalto al territorio

Giuseppe Detomas

Delusione in valle di Fassa per il risultato elettorale ottenuto dalla lista “Fassa”. Una lista nata in contrapposizione diretta alla UAL, ormai consolidato partito di raccolta dei ladini, accusata di non avere determinazione e di non offrire attenzione alle esigenze dello sviluppo economico della valle. “Fassa” era una lista ricca di personaggi importanti come ex sindaci (Campitello e Pozza) usciti sconfitti dalle comunali del 2010: significativa la presenza del sindaco di Moena, Riccardo Franceschetti. Ma ricca, probabilmente troppo, di albergatori e di personalità dell’economia turistica e commerciale. Un programma semplice, molto localistico e strutturato sulla parola magica “territorialità”. Nella campagna elettorale il tema dominante è stata la richiesta di nuovi impianti (in modo particolare il collegamento Moena-Soraga- Passo di Costalunga), circonvallazioni, parcheggi di testata ai paesi. Una lista uscita nettamente sconfitta: il candidato della UAL Giuseppe Detomas ha ottenuto 2009 preferenze su un totale di 2717 voti di lista (il partito ha perso oltre 500 voti dal 2008), mentre il sindaco di Moena si è dovuto accontentare di poco più di 500 preferenze (su 1988 di lista). È riuscito a vincere - in misura comunque inadeguata per un sindaco in carica - solo nel suo paese. Sconfitto ovunque, anche a Soraga. Nonostante la presenza degli albergatori più determinati a pretendere la realizzazione dell’impianto.

Anche in Fassa ha vinto la delusione e la stanchezza: la presenza di 70 candidati su 8000 elettori non ha convinto i cittadini, così ha votato un misero 60%, con tante schede bianche e nulle. In modo sorprendente lo scontro diretto fra le due liste non ha giovato alla democrazia, alla partecipazione. Se i candidati di Fassa sono rimasti delusi non è che la UAL possa gioire. Il segnale pervenuto dalle urne pretende una riflessione: sul ruolo della UAL, sul significato della presenza del candidato ladino in Consiglio provinciale, sul rispetto di tante voci che il partito nel recente passato ha allontanato, sulla capacità di strutturare un’analisi dei reali bisogni della popolazione ladina. Per ora, in una valle tradizionalmente di destra, ha vinto il partito più moderato: certamente è uscito sconfitto il partito del cemento e dell’assalto indiscriminato al territorio, capace di leggere lo sviluppo solo in termini ragioneristici.