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QT n. 2, febbraio 2014 Servizi

Questa piscina non s’ha da fare

Rotaliana: dopo 35 anni di tentativi, pare definitivamente archiviato il progetto di una piscina sovracomunale

A oltre 35 anni dai primi atti amministrativi (risale alla fine degli anni ‘70 la costituzione di un apposito consorzio pubblico tra cinque comuni), ora i sindaci di Mezzocorona, Mezzolombardo e San Michele, (altri due comuni hanno abbandonato l’impresa da qualche anno) hanno annunciato la fine del progetto. E i finanziamenti disponibili? I circa 7 milioni impegnati da anni sul bilancio provinciale pare saranno spartiti fra i tre comuni e destinati ad altri scopi.

Se così sarà, la sconfitta risulterà doppia: la prima per aver illuso i cittadini della Rotaliana; la seconda per aver fatto fallire l’unica opera sovracomunale mai pensata.

Ma la Provincia, che da tempo spinge verso soluzioni sovracomunali, accetterà tranquillamente una tale spartizione del tesoretto?

Vediamo di riassumere la triste vicenda.

A partire dagli anni Settanta, raccogliendo istanze di base, i comuni di Mezzocorona, Mezzolombardo, Nave San Rocco, Roverè della Luna e San Michele si erano uniti nel chiedere un contributo provinciale per realizzare un grande lido (piscina scoperta) al servizio dell’intera zona. All’epoca, infatti, sul territorio esistevano solo la piscina parrocchiale (chiusa di lì a qualche anno) di Mezzocorona e quella, piccola e scoperta (unica ancora esistente), di Lavis.

Bene, all’inizio degli anni ‘80, il Consorzio (capofila Mezzocorona) acquistò quasi due ettari di vigneto e bosco in località Ischia di Mezzocorona nella zona prossima all’accesso del burrone Giovanelli, ben noto agli escursionisti. Poco dopo arriva la prima bocciatura della Provincia: niente lido, utilizzabile solo per pochi mesi, solo piscina coperta; quindi, nuova progettazione. Segue una seconda bocciatura, stavolta insormontabile: la zona scelta è pericolosa, cadono sassi dalla sovrastante parete rocciosa e nel piano urbanistico provinciale, verrà di lì a poco contrassegnata con un vincolo che si prolungherà lungo tutto il conoide verso est.

Sono passati solo alcuni anni e inizia un balletto di rinvii che trova spiegazione in due motivazioni: il disinteresse delle amministrazioni subentrate e l’indisponibilità di alcune, in particolare Mezzocorona, la quale, sia in quanto capo consorzio che territorialmente baricentrica, ne avrebbe avuto l’onere maggiore, a trovare una nuova localizzazione.

Non che le idee siano mancate, alcune anche fantasiose (ad esempio, la collocazione in zona industriale) proposte dall’una o dall’altra parte politica e anche da qualche privato. Ma tutte, tranne una, campate per aria in quanto mai inserite nel piano di fabbrica, presupposto per la realizzazione di qualsiasi costruzione. Mezzolombardo, invece, diversi anni fa individuò un’area dedicata, al limite dell’abitato, presso la zona commerciale e al confine con la zona edificabile. Tale collocazione, a parte le critiche sul suo scarso soleggiamento, accanto allo svilupparsi di nuove norme e giurisprudenza più favorevole ai proprietari dei terreni che si opposero all’esproprio, rese impossibile acquistare l’area per la piscina.

Per superare l’inghippo e trovare nuovi capitali, si pensò anche al project financing, una modalità di realizzazione delle opere pubbliche la cui caratteristica è di coinvolgere una ditta che, a fronte di un certo apporto di denaro, trova la sua convenienza nell’assicurarsi la gestione della struttura per un tempo abbastanza lungo. Purtroppo, anche a causa della crisi economica, il soggetto privato, individuato alcuni anni fa, è fallito; da qui un altro inevitabile stop.

Ma il colpo di grazia è più recente. Da qualche mese, la Provincia ha scoperto di avere impegnato nel corso degli anni circa 200 milioni destinati ad opere pubbliche comunali o sovracomunali mai realizzate. Quindi, ha invitato i beneficiari di tali finanziamenti, compreso il Consorzio Rotaliano, a spendere subito la somma a suo tempo assegnata o a rinunciarvi. L’intento della Pat è ovviamente quello di stimolare il settore dei lavori pubblici, ritenuto in sofferenza.

A questo punto, di fronte alle difficoltà e al disinteresse delle altre amministrazioni comunali, Mezzolombardo, nel frattempo divenuto capo-consorzio in sostituzione di Mezzocorona, dopo aver consultato i sindaci degli altri due comuni, ha gettato la spugna. Ma i sindaci, come abbiamo detto, vorrebbero trattenere il finanziamento, suddividendolo fra i tre comuni, Provincia permettendo.

Intanto in questi anni, e senza nessuno scandalo, sono però sorti (o sono stati ammodernati) almeno tre nuovi costosi campi di calcio. Non solo; nel 1988, venne anche rifiutato un finanziamento di un miliardo e duecento milioni di lire, perché, come oggi, non si era trovata l’area per la piscina. Addirittura, pochi anni dopo, nel dubbio che il popolo avesse cambiato idea o avesse dimenticato le antiche promesse, venne commissionato un costoso studio da cui emerse che l’unica struttura desiderata era, appunto, la piscina. E da svariati anni, comuni e comprensorio (ora comunità di valle) finanziano a colpi di migliaia di euro l’anno corsi di nuoto, scolastici e non, nelle piscine più vicine (Andalo, Trento, Salorno).

Fatalità?

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