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QT n. 3, marzo 2015 Monitor: Arte

Street art a Rovereto

Rovereto, piazza Follone

Questa volta non si tratta di una mostra, ma di due opere pubbliche che, per quanto temporanee e precarie, hanno l’impatto e la potenza di un monumento. Parliamo di due recenti interventi di pittura murale che dallo scorso ottobre impreziosiscono piazza Follone a Rovereto, realizzati da due protagonisti della Street art internazionale, l’italiano Ericailcane e la colombiana Bastardilla.

Sono venuti a Rovereto su invito dell’amministrazione comunale: una scelta coraggiosa in questi tempi, costata alle casse pubbliche una cifra tutto sommato modesta (in tutto 4000 euro lordi onnicomprensivi). Scopo dichiarato dell’iniziativa è stato quello di lanciare alla popolazione un invito alla mobilità sostenibile (questo l’unico paletto iconografico imposto agli artisti) attraverso opere monumentali dall’indubbio impatto visivo, collocate in un luogo tutt’altro che casuale: un grande parcheggio in pieno centro.

In meno di una settimana, utilizzando colori al quarzo per esterni, un braccio meccanico, scale e pennelli collegati a lunghe prolunghe telescopiche, le opere erano già concluse, sotto lo sguardo ammirato di molti passanti che hanno assistito, giorno dopo giorno, al divenire dei lavori: prima il profilarsi leggero dei contorni delle figure, portato avanti con mano sicura nonostante tra questa e il pennello ci fosse una lunga prolunga; poi le prime campiture cromatiche di fondo, stese a larghe chiazze, alle quali è seguita la sovrapposizione di altre aree cromatiche; infine la meticolosa definizione di ogni particolare. Il tutto, sia chiaro, senza alcun progetto precostituito, nemmeno un banale schizzo.

Ed ecco, così, le opere realizzate: quella di Ericailcane raffigura un allegro orso in bicicletta che reca sulle spalle, legata da corde e moschettoni, la carcassa di un’auto. Alcuni, gonfi di provincialismo, hanno voluto vedere in quell’orso rimandi alla cronaca locale di quei giorni, dalla vicenda di Daniza a un omaggio al murales del Centro Sociale Bruno, realizzato dai muralisti Omar Garcia e Jordi Galindo, oggi purtroppo distrutto. In realtà si è trattato probabilmente di una scelta casuale, attinta da quel repertorio animalesco che è al centro del lavoro dell’artista.

L’opera di Bastardilla, realizzata sul muro opposto dell’edificio, raffigura invece una coppia di giovani contadini con tanto di vanga in spalla e piantine in tasca, che si reca a lavorare nei campi in bicicletta. Le figure sono realizzate per varie sovrapposizioni di colori caldi, con un effetto marcatamente espressionista, accentuato da un fitto tratteggio che ricorda le grafiche di artisti sudamericani come i messicani Leopoldo Méndez e Adolfo Mexiac. Il soggetto di Bastardilla calza a pennello con l’architettura che lo ospita: due rientranze nel muro definiscono in chiave tridimensionale il manubrio della bicicletta, mentre il grosso faro che illumina dalla sera alla mattina una sezione del parcheggio è diventato il faretto della bicicletta, perfettamente funzionante. Un video - tipico esempio di documentario sul work in progress di un murales - sintetizza in pochi minuti la genesi dell’opera.

CABALLITO DE ACERO from B a s t a r d i l l a on Vimeo.

Due parole, infine, sugli artisti: Ericailcane è uno dei massimi protagonisti della Street art internazionale, con decine di murales realizzati in tutto il mondo, compreso il nefasto muro che separa Israele dalla Palestina. È anche un raffinatissimo disegnatore e incisore, e proprio a Rovereto, nel 2005, ha tenuto la sua prima mostra di disegni, mentre nel 2008, assieme ad un’altra star della Street art, Blu, ha realizzato sempre a Rovereto un enorme murales nel’area ex Bimac, poi distrutto con l’abbattimento dell’edificio.

Le sue opere, non prive di accenti anarchici e libertari, hanno sempre come protagonisti animali, spesso còlti in attività umane.

Bastardilla è una delle promesse della Street art del Sudamerica. Al centro delle sue opere c’è spesso la condizione femminile e quella delle classi più umili; una sensibilità spesso mediata da una forte visionarietà che affonda le radici nell’immaginario della sua terra natia. Come Ericailcane, e spesso assieme a lui (anche in lavori a quattro mani) è un artista nomade, in perenne movimento. Attualmente i due sono in Messico per partecipare a “Manifesto”, una coraggiosa iniziativa che, attraverso la pittura murale, vuole denunciare la tragica situazione di quel paese, a iniziare dai 43 studenti recentemente scomparsi nel nulla.