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Kompatscher come Durnwalder

Mentre a Parigi si discute di cambiamenti climatici e inquinamento, Bolzano dà il suo contributo: con la rimessa in funzione del suo inutile aeroporto

A Parigi la COP21 (Conference of the Parties) tra i 196 Stati e le organizzazioni regionali di partito, ha discusso di accordi internazionali sui cambiamenti climatici e sulla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).

L’aeroporto di Bolzano

Il Sudtirolo risponde alla preoccupazione per i destini dell’umanità con un contributo un po’ speciale alla salvaguardia dell’ambiente, oltre che alla trasparenza dei conti, al rispetto della volontà popolare e alla coerenza. L’aeroporto di San Giacomo è chiuso da mesi e non se ne sente la mancanza. I turisti della neve vengono in auto, con i loro voluminosi bagagli. I deputati vanno a Roma in treno, ci mettono meno. A distanza di un’ora ci sono Verona e Innsbruck. Inoltre ci sono Venezia, Bergamo e Monaco di Baviera. Ci sono navette che ti portano in autobus agli aeroporti del nord Italia e a quelli di Innsbruck e Monaco.

Tutt’a un tratto, però, secondo Kompatscher l’aeroporto è diventato indispensabile. Indispensabile, anche se oggi, a differenza dei 15 anni precedenti, ci sono collegamenti in treno con Roma veloci (e sicuri di arrivare, cosa mai accaduta con i voli)? Indispensabile nel futuro, anche se contemporaneamente si porta avanti la linea ferroviaria ad alta velocità che in un’ora (dicono) porterà a Monaco di Baviera?

In campagna elettorale avevo creduto di capire che Kompatscher si sarebbe adeguato alla volontà popolare, ma ovviamente avevo capito male. O piuttosto, sarà così, ma formalmente: i cittadini potranno votare, dopo una campagna di tutti i maggiori mass-media a favore dell’aeroporto. Infatti il presidente ha presentato un disegno di legge sull’aeroporto, in cui fa proprio il “progetto strategico di sviluppo” della società dell’aeroporto, e lo vuole sottoporre a un referendum popolare, contando sull’appoggio della stampa.

Storia di un fallimento

L’aeroporto di San Giacomo, situato nell’area più densamente abitata del Sudtirolo, voluto da Durnwalder nel 1999, è costato finora 120 milioni ai contribuenti; ha un enorme buco di bilancio e non è mai stato sottoposto a uno studio su costi e benefici né ad una valutazione di impatto ambientale.

Dopo aver funzionato a singhiozzo, attualmente è chiuso, dopo che ben tre compagnie (Tyrolean Ariways, Air Alps, Darwin) ne sono fuggite, nonostante i finanziamenti visibili e invisibili. All’inizio è stato oggetto di una clamorosa truffa politica basata su brochure patinate firmate “La vostra giunta provinciale” e mandate a tutte le famiglie, che contenevano promesse rivelatesi false (“Non daremo mai soldi”. “Non ci saranno mai charter” e altro)). Furono spedite a spese dell’amministrazione pubblica, ma non contenevano neppure una parola sulle pesanti obiezioni di carattere ambientale ed economico che avevano convinto 30.000 persone a firmare contro. Precedente era l’inceneritore che ora si dimostra grande il doppio del necessario, con gravissimi problemi e Bolzano che puzza di plastica bruciata la domenica mattina. I tecnici indipendenti l’avevano detto, ma i caporioni del tempo, Durnwalder e Spagnolli, ne sapevano di più.

Qualche voce maligna afferma che l’aeroporto sia lo scotto dell’armistizio del presidente con il suo grande e potentissimo avversario, proprietario della maggiore casa editrice, del maggiore quotidiano e di molto altro. Dopo il duro scontro sulla Brennercom, ora fra i due è tutto un sorriso. Ma in realtà è da un po’ che Kompatscher continua a parlare di aeroporto.

Lo studio, costosissimo, è stato commissionato in aprile da ABD Airport SpA (società in house della Provincia) e affidata a Airport Consulting Vienna GMBH (anche stavolta la volpe è il cacciatore).

La ripartizione Mobilità della Provincia l’ha certificato e dopo una discussione ha incaricato il consulente, insieme a Ernst Wieser, esperto di sicurezza che ha lavorato a lungo all’aeroporto di Innsbruck, di fare un progetto di sviluppo strategico.

Il libro dei sogni

Arno Kompatscher e Luis Durnwalder (Foto SerCom/Arno Pertl)

Si parte dal fatto che anche in Sudtirolo sembra aprirsi il mercato per la vacanza breve. Fra gli obiettivi, la priorità viene data alla sostenibilità dell’aeroporto attraverso la crescita dei passeggeri. Entro il 2035 il 5% dei turisti (cioè circa 330.000) dovrebbero arrivare in aereo. Inoltre si propone il collegamento a 4 hubs in Europa, da cui noi sudtirolesi potremo volare dappertutto. Il 20% del fatturato dovrebbe provenire da attività come parcheggi, negozi nei terminal, sale Vip, sale per meeting, noleggio auto, concessioni di taxi, ecc.). Il numero massimo dei passeggeri raggiunto in passato sarebbe decuplicato, la pista allungata, creati ampi parcheggi per le auto e per i bus dei charter, gli aerei più grandi.

In Italia secondo le statistiche, Bolzano è con i suoi 30.000 passeggeri il terzultimo per viaggiatori, e il governo cerca di chiuderne 24. Ora pare che quello di Bolzano venga ceduto alla Provincia. È falsa, - hanno detto i Verdi in una conferenza stampa, - la voce che viene fatta circolare dai sostenitori, che in caso di chiusura dei voli civili il campo d’aviazione verrebbe ripreso dai militari. Infatti, sulla base degli accordi fra SVP e governo Renzi per assicurare i voti a favore della maggioranza, pare ci sia la cessione dell’aeroporto alla Provincia di Bolzano. Kompatscher ha smentito di essere lui il propagatore della voce. I mass-media hanno dato ampia risonanza al risultato di una consultazione popolare nell’Allgäu, in Baviera, dove a sorpresa, la popolazione ha votato a favore del mantenimento dell’aeroporto locale. Nessuno ha detto che in Baviera non si taglia la Sanità per fare gli aeroporti.

Il 29 ottobre scorso la commissione legislativa competente in materia ha approvato un disegno di legge sull’aeroporto firmato da Kompatscher. Il contenuto è praticamente quello del progetto di sviluppo strategico: allungamento della pista, nuovi aerei più grandi, nuove tratte, previsione di un boom di volatori. E i calcoli all’italiana: “Un volume annuo di circa 140.000 passeggeri porterebbe ad una crescita economica regionale fino a 13,6 milioni di euro. Con circa 250.000 passeggeri all’anno la crescita arriverebbe fino a 33,4 milioni di euro, mentre si stima che con circa 330.000 passeggeri annui si potrebbero raggiungere anche i 45,3 milioni di euro. In base a questi dati si prevede un aumento dell’occupazione regionale da un minimo di 166 ad un massimo di 757 di posti di lavoro”.

Ma quanto dobbiamo crescere? Kompatscher parla sempre di aeroporto regionale. Il Trentino è dunque coinvolto? E quale sarebbe il suo interesse? Il numeri di posti di lavoro sono legati a un’ipotesi di viaggiatori francamente incredibile. E anche inquietante, considerato che il Sudtirolo è abitato.

Da 30.000 a 330.000? Come vivranno in Bassa Atesina e a Bolzano con centinaia di voli sulla testa? Ma il progetto è aleatorio, assomiglia a quello del 2011, anche se ampliato. Invece nient’affatto aleatori sono i soldi che la Provincia è disposta a mettere a disposizione. Il pareggio di bilancio è previsto nel 2035, prima ci sono perdite e solo se si raggiungeranno i numeri previsti. Nella commissione hanno votato a favore solo i consiglieri della SVP, compresi i due che si dicono molto dubbiosi sull’infrastruttura. Alla stampa hanno dichiarato che il loro voto era “procedurale (?) al fine di garantire che si arrivi al referendum del 2016” Sembra la sinistra interna del PD!

Il disegno di legge andrà in aula e poi verrà sottoposto a referendum popolare. Come si è detto, è enorme la sproporzione di mezzi finanziari e di comunicazione fra i pochi ricchi e potenti che l’aeroporto lo vogliono e la maggioranza della popolazione che per vent’anni si vedrà appioppare una spesa pesantissima per una struttura destinata a provocare comunque gravi danni ambientali e una distrazione dei mezzi da interventi destinati altrimenti alla sanità, al sociale e all’istruzione pubblica (per quella privata ci sono sempre).

Dunque, nonostante l’apparenza democratica, il risultato è incerto. Rimane la brutta ombra sulla politica provinciale, che rinuncia a fare scelte per il bene comune, e intanto si piega ai (pre)potenti, di nuovo, ancora, come sempre. La SVP e i suoi compari non cambiano mai. Perché, ci aspettavamo dell’altro?

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Commenti (4)

la verità vera walche

la verità' vera e' che bisognerebbe concedere il diritto all' autoderminazione ai sudtirolesi ( che con ogni probabilita' opterebbero per il ritorno all' Austria , a meno che qualcuno non trucchi il referendum) nel contempo prendere accordi con l' Austria per ottenere garanzie e protezioni per la piccola e fragile comunità' italofona . tutti sanno che lo status quo serve solo a permettere di bastonare gli * italiani* da parte da parte dell' SVP...l' euregio più' o meno vuole raggiungere scopi simili ma piu' nascostamente.
senza referendum si raggiungerà nel medio termine lo stesso risultato con la differenza di evitate decenni di umiliazioni e soprusi
e sostanziale discriminazione etnico culturale che portera' alla distruzione della comunita' italofona : sfibrata umiliata ridotta ad uno stato di servaggio sostanziale verso chi considera " fascisti" chi usa i nomi italiani! come se il guidare il maggiolino della Volkswagen ( e per portato una Volkswagen moderna) fosse segno di ammirazione per Hitler e pura apologia del nazionalsocialismo tedesco!
lo stato italiano avrebbe più' compassione r comprensione verso i suoi concittadini altoatesini se concesse l' autoderminazione non c' e' dubbio.

complimenti walche

vedremo se la pur brava zendron avra' il coraggio e l' onosta' i tellettuale di parlare della nuova politica di annichilimento
di ogni residuo di italianità' nel sudtirolo da parte della svp :
ora dopo avere eliminato l' importante toponomastica di montagna
si parte all' assalto della toponomastica principale
inventata e fascistissima e quindi da abolire cancellare
anche se usata da 4 o 5 generazioni di italiani che magari tutti fascisti non erano eh! ma verranno accusati di esserlo se osassero
difendere la dignità' di nomi usati per generazioni e dai proprio avi.
bisogna fare presto ha detto il presidentre Kompatscher
perchre' e' passato molto tempo e i nomi rischiano di divrntarre storici
democratico (decide tutto lui quello che e' per italiani tedeschi? e ladini..)ma soprattutto efficiente il nostro presidente!
in fondo il bilinguismo intreressa solo gli italini sara' spiegato
che sono minoranza e divisi disuniti e litigiosi

complimenti walche

che nel parlato comune in sudtirolo (come le piace difinirlo)
l' aggettivo qualificativo italiano sia equiparato ad insulto
e' cosa nota . che un'intellettuale di sinistra si prenda la liberta'
di usare ' italiano' come sinonimo e al posto di sciatto approssimativo
impreciso sostanzialmente deteriore e' assai eloquente
(di un certo zeitgeist...)per chiunque abbia un mini o di onesta intellettuale e non indossi i paraocchi

no aereoporto! Marialaura

Analisi chiara e realistica !
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