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QT n. 6, giugno 2018 Cover story

Il ’68: tra i giovani, che ne rimane?

Gli studenti di oggi, cosa sanno di quelle vicende di 50 anni fa? Quanto condividono miti e valori come antiautoritarismo, uguaglianza sociale, internazionalismo, unità operai-studenti, democrazia diretta? Un sondaggio di QT e dell’Università in 15 scuole di tutto il Trentino.

Un cinquantenario di bei ricordi di una diversa gioventù. Questo rischia di essere il leit-motiv sotteso, magari involontariamente, alle tante celebrazioni, conferenze, pubblicazioni e trasmissioni sull’anno (sugli anni) della cosiddetta “rivolta giovanile”. Su una generazione, autodichiaratasi “rivoluzionaria”, che credette di poter costruire un mondo migliore.

È da qui che ci interessa partire, parlando dei temi, dei valori – o se vogliamo, dei miti e delle illusioni – che animarono quei giovani. Interessa vedere cosa li abbia fatti uscire dai binari che la società aveva confezionato per loro, per cosa si siano battuti. Di questo abbiamo già iniziato a scrivere nel nostro numero di marzo (“1968. Temi, miti e valori di una generazione che voleva cambiare il mondo”) .

Qui invece affrontiamo l’argomento da un altro punto di vista: quanto di quei valori oggi è rimasto? Di quei principi, di quelle scelte, cosa conoscono i giovani del 2018? E soprattutto, oggi, come li valutano?

Questa la domanda, che riteniamo di centrale importanza, che qui riproponiamo ai nostri lettori. Per rispondervi abbiamo dedicato tempo ed energie: abbiamo infatti, assieme al prof. Gaspare Nevola ordinario di Scienza Politica, e all’Università di Trento (Unità di Ricerca VADem del Dipartimento di Sociologia), elaborato un questionario, poi somministrato (con la collaborazione di alcuni studenti del Liceo Prati nell’ambito dell’alternanza Scuola-lavoro) in 15 scuole della provincia, a 500 studenti delle scuole medie superiori, del secondo e del quinto anno (per poter registrare le eventuali evoluzioni dei giudizi al crescere dell’età).

Divisi in gruppi, abbiamo trascorso ore ed ore nelle varie classi (29 in tutto), per spiegare il senso della nostra ricerca: conoscere come e quanto i ragazzi di oggi conoscono eventi e aspetti del “68” e come valutano le idealità che animarono la generazione dei loro padri (o dei loro nonni). In questo lavoro abbiamo ottenuto una fattiva disponibilità e collaborazione di dirigenti scolastici e docenti, e riscontrato un interesse notevole, talora lusinghiero, da parte degli studenti. Finita la compilazione del questionario, ci fermavamo per discuterne con i ragazzi, che spesso rimanevano a porre nuove, stimolanti domande anche dopo il campanello che annunciava la fine dell’ora.

E cosa ci dicono le risposte al nostro questionario? Quali sono questi giudizi? Senza voler qui anticipare i dati, le analisi e gli articoli che seguono, diciamo tuttavia subito che questi giudizi sono per molti versi sorprendenti. Per esempio, in un momento come l’attuale, in cui sembra che la società sia percorsa da correnti disgregatrici, oltre il 70% di questi ragazzi concorda con lo slogan “studenti, operai uniti nella lotta”; ed oltre il 60% addirittura con slogan radicali come “Padroni, borghesi, ancora pochi mesi”o “Fascisti, carogne, tornate nelle fogne”. O ancora, più di tre su quattro ritengono “una questione di onestà intellettuale… difendere il cambiamento anche con il sacrificio, anche con la violenza”. E molto altro c’è da dire.

Iniziamo a raccontarlo in queste pagine, in cui riportiamo il questionario, le risposte ricevute, un’introduzione del prof. Nevola che spiega senso e metodo del nostro lavoro, e alcune prime analisi. Analisi che proseguiremo nel numero di QT di settembre con altri commenti e altri dati che incroceranno le risposte con il genere (maschi e femmine danno risposte sensibilmente diverse), il tipo di scuola, l’età, il livello d’istruzione, ecc.

Insomma, sollecitati ad esprimersi, i nostri studenti hanno fornito valutazioni forse inaspettate, sicuramente interessanti. Che possono darci un piccolo aiuto sia a interpretare, a distanza, i fatti di 50 anni fa, sia a capire un po’ meglio quello che si agita nella società attuale.