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Le sentinelle

Le perle divulgate su immigrazione e accoglienza dai leghisti trentini

Uno dei capitoli più corposi dell’attività “social” di Matteo Salvini (operazione in realtà da lui delegata a tale Luca Morisi, un “digital philosopher” come si definisce) consiste nel rilevare i crimini più atroci compiuti da stranieri, e nel commentarli adeguatamente: “Punizione esemplare, per lui e i suoi schifosi compagni criminali, meglio se in Romania” (poco importa che il reo sia un cittadino comunitario: queste sottigliezze non interessano il popolo). O ancora: “Confermo l’opportunità della castrazione chimica per ‘curare’ questi infami”. Al che scrosciano gli applausi e subito qualche fan rilancia: “Non sono d’accordo con la castrazione chimica. Preferisco quella a forbice”.

Ogni tanto poi, per stemperare l’atmosfera troppo cupa, ecco apparire dei sereni squarci di quotidianità”: “Sveglia nella splendida #Genova: ginseng con focaccia liscia, col formaggio e con le cipolle: la colazione del campione! Buon lunedì, amici”. E per finire, una carezza agli elettori: “Anche a Genova con la Lega un mare di persone perbene che non mollano mai! Buonanotte Amici, vi voglio bene”.

Un mix paraculo di grande successo.

Certo, il Capitano non può pretendere dai suoi sergenti e caporali di provincia una strategia altrettanto raffinata; anche perché – in Trentino, ad esempio – di particolari efferatezze commesse dai migranti non se ne vedono. Ma è ugualmente importante vigilare sulle porcherie perpetrate dai buonisti, divulgarle e biasimarle come meritano. E da questo punto di vista i leghisti trentini si danno un gran daffare. E con tanto entusiasmo che a volte, muovendosi per sentito dire e bevendosi qualche fake news, finiscono per spacciare cazzate: dal dondolo-maialino nel giardino dell’asilo, eliminato per non offendere i musulmani, alla lingua araba obbligatoria prossimamente nelle scuole medie.

L’ultima battaglia tuttora in corso è quella contro la “Settimana dell’accoglienza”, in programma in Trentino-Alto Adige dal 7 al 15 ottobre. Organizzata dal Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza con il supporto di oltre 200 associazioni, propone un centinaio di iniziative su tutto il territorio regionale, con incontri, spettacoli, passeggiate, giochi e mostre.

I più svelti a reagire sono stati i leghisti del Garda col consigliere rivano Luca Grazioli e la segretaria arcense del partito Nicoletta Malfer, allertata da un “genitore preoccupato ed arrabbiato”. Nel mirino, non tanto gli organizzatori della manifestazione, evidentemente irrecuperabili, quanto gli insegnanti e il dirigente della scuola elementare “Segantini” di Arco. Oltre ad un incontro con “normali” famiglie di immigrati, la manifestazione prevede infatti che gli alunni di alcune classi ascoltino i racconti di alcuni richiedenti asilo. I bambini a contatto coi negri, figurarsi!

Gli insegnanti – scrive la Malfer – devono limitarsi a “insegnare le materie di loro competenza”, perché “i bambini, si sa, sono spugne, e assorbono gli input che vengono loro proposti. Che messaggio passa in questa serie di iniziative? Le famiglie quanto sono d’accordo con questo progetto che porta a conoscenza una sola campana?”. E cosa e come si insegna in una scuola pubblica è la famiglia a deciderlo: “La famiglia deve essere l’artefice (e non questa “scuola”) nel fornire ai propri ragazzi una panoramica completa dei fatti e delle situazioni”.

Grazioli ribadisce il concetto, deplorando “questo tipo di iniziative che hanno l’unico scopo di inculcare e imprimere nella testa dei piccoli una visione dell’immigrazione completamente a senso unico ed evidentemente inopportuna. Non capisco sinceramente perché dei bambini così prematuri si debbano conformare su questo invece di essere proiettati su qualcosa di più intelligente e appropriato”.

Ma c’è un rischio ancora più allarmante: “Si parla di richiedenti asilo; se così fosse, ci potrebbe essere la possibilità che questi bambini, su iniziativa di un istituto scolastico, vengano a contatto con possibili clandestini. E sarebbe un fatto veramente ingiustificabile e scandaloso”. Quindi “invito tutti i genitori dei bambini a stare a casa con i propri figli”. Così come, con analoga logica, è giusto che un padre fascista tenga a casa da scuola il figlio quando il professore di Storia parla della Resistenza.

Conclusione di un militante: “Forza Salvini, e tutte queste iniziative fatte per lucrare soldi, e aiutare le koop rosse a fare i loro porci comodi, guadagnando l’ira di Iddio, finiranno per sempre”.