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Perseguitati?

Sui quotidiani locali emerge un clima ostile finora sconosciuto nei confronti della nostra giunta provinciale

In altre parti del giornale elenchiamo e commentiamo le frenetiche, fantasiose trovate del nuovo governo provinciale, tutte giustificate con la magica parola “sicurezza”, in realtà in buona parte indotte dalla speranza che imitare la cattiveria salviniana possa produrre gli stessi risultati in termini di consenso elettorale.

Dell’armamentario demagogico del leghismo nazionale i nuovi governanti trentini hanno fin qui trascurato un solo elemento: il vittimismo di chi si proclama bersaglio di campagne – mediatiche, giudiziarie, ecc. -, alle quali viene opposta un’eroica determinazione, pronta a sfidare qualunque conseguenza in nome dei propri valori. Anche se poi, alla prova dei fatti, si tira il culo indietro: vedi Salvini che dopo roboanti dichiarazioni adesso non ha più tanta voglia di farsi processare per la storia della nave “Diciotti”.

Ma non dubitiamo che anche il vittimismo arriverà, e con qualche (ma solo apparente) giustificazione. Sui quotidiani locali, infatti, dagli editoriali, dagli interventi di intellettuali e dalle stesse pagine di cronaca emerge un clima ostile quale non ricordiamo in passato se non ai tempi del Berlusconi-Bunga Bunga, e mai nei confronti di una nostra Giunta provinciale.

Giustificazione apparente, si diceva: perché l’ostilità può essere sì un partito preso, ma anche l’inevitabile conseguenza di scelte politico-amministrative deliranti. D’altronde, dopo i risultati delle elezioni provinciali, gli organi di stampa avrebbero tutto l’interesse a carezzare i nuovi padroni. Il che, almeno finora, non è successo. Perché quando è troppo è troppo.

Ed ecco che il direttore dell’Adige, Giovanetti, a proposito di certi atteggiamenti, deplora “il linguaggio violento e da ultrà dello stadio del vicepremier leghista Salvini” (e ce n’è anche per il ministro 5Stelle Bonafede “per il video con la gogna mediatica dell’arrestato esibito come trofeo, con la musichetta di sottofondo”, definito “una violazione devastante del codice di procedura penale e dell’ordinamento penitenziario, che riporta l’Italia indietro di due secoli e mezzo prima di Beccaria”.

Non è da meno il direttore del Trentino, Alberto Faustini, che così risponde a un lettore: “Non so se lo definirei fascismo o fascioleghismo, come lo chiama qualcuno, ma il rischio di un certo autoritarismo - anche se i sondaggi dicono che la cosa non dispiaccia a molti italiani - è davanti agli occhi di tutti”.

La musica non cambia con altre firme dei due giornali, da Sandra Tafner “Possiamo dubitare che tutto il popolo italiano abbia perso fino all’ultimo briciolo di umanità?” a Paolo Mantovan, il più arrabbiato di tutti: “C’è una spirale di cattivismo. I fatti delle ultime settimane ci pongono alcuni interrogativi: ma questa voglia di ripulire la società da un presunto ‘buonismo’ lasciando degli stranieri in mare, condita da una propaganda continua, fatta di presepi, processi a chi si azzarda a cantare le altalene di convivenza e quote 100 che ancora non si vedono, questo mix di cattivismo e propaganda quanto aumenterà ancora di volume? E quanto resteranno in silenzio tanti popolari, moderati, liberali?”.

Lo stesso, in un altro editoriale dedicato alla dimensione locale, scrive: “La vita della nuova giunta continua con il solito canovaccio. Continua con un ritornello infinito, che si ripete e si ripete e si ripete. È il ritornello di Salvini, quello del cattivismo della Lega, che anche a Trento si è subito messa in pari, anzi, addirittura in vantaggio rispetto al governo nazionale, superandone gli effetti del decreto sicurezza e lanciandosi sullo smantellamento del sistema trentino dell’accoglienza. E poi botte al Progettone. E anche sulla scuola, il solito ritornello leghista”.

Ma si moltiplicano anche le voci indignate della società civile.

Pietro Chiaro, magistrato in pensione: “Sono in discussione tutti i principi sostanziali della nostra democrazia: la dignità delle persone, l’uguaglianza, la solidarietà, il rifiuto della discriminazione razzista, la civile e pacifica convivenza”. Paolo Zanini, ex presidente di Unifarm: “Razzismo e ignoranza per sopraffare i deboli”. Mauro Zampini, consigliere di Stato: “In via di esaurimento lo stiracchiato filone aureo dei migranti, occultata la reboante promessa dei rimpatri, ecco quello praticamente inesauribile del ‘recupero terroristi latitanti’”.

E mentre delle opinioni dell’antropologo Duccio Canestrini diamo conto in questo articolo, concludiamo con l’efficace commento del consigliere 5 Stelle Filippo Degasperi: “La Lega trentina passata dall’opposizione al governo solitario sull’onda salviniana sembra difettare di capacità di confronto. Abituata alla politica dei selfie, degli slogan e dei social va in crisi quando qualcuno accenna al contraddittorio. Si vede in Consiglio provinciale, dove i leghisti abbandonano il mutismo (imposto?) solo per sintetici interventi preconfezionati e si vede nelle occasioni in cui il pubblico non è quello delle pagine Facebook”.