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QT n. 12, dicembre 2019 Trentagiorni

Hu Xupai e i sindaci

Nessuna presa di distanze da parte dei primi cittadini dai fatti che hanno coinvolto il lavoratore cinese brutalmente pestato in una cava di porfido

Walter Ferrari - C.L.P.
Roberto Dalmonego

La Corte di Cassazione ha confermato le condanne emesse dal Tribunale di Trento, in primo e secondo grado, per il pestaggio di Hu Xupai, l’operaio cinese del porfido massacrato di botte dai suoi padroni il 2 dicembre 2014 perché pretendeva che gli pagassero una parte (ha appurato il tribunale) dei salari dovutigli e mai liquidati (vedi “Il pestaggio nella cava” su Questotrentino del marzo 2017 e “Infiltrazioni mafiose in Trentino” sul numero del maggio 2019).

Nonostante che molti contorni e responsabilità siano ancora da chiarire, la sentenza della Corte di Cassazione mette un punto fermo in tutta questa vicenda. In particolare toglie ogni alibi a quegli amministratori locali che, sollecitati a prendere una posizione in merito, hanno motivato fin qui il loro silenzio trincerandosi dietro la presunzione d'innocenza degli imputati.

Di prendere le distanze non ne hanno voluto sapere nemmeno nel recente consiglio comunale di Albiano dell’11 novembre, eppure le condanne davanti al Giudice del Lavoro e in primo e secondo grado sul piano penale, oltre alle inchieste dedicate al fatto prima dall'Adige e poi da Questotrentino, avrebbero senz'altro giustificato la solidarietà con la vittima e almeno una generica stigmatizzazione di comportamenti violenti e brutali.

Ciò conferma, purtroppo, la ragnatela di interessi e condizionamenti che pervade il mondo del porfido; e a ribadire questo sta il fatto che, in occasione delle elezioni comunali a Lona-Lases del 27 maggio 2018, uno dei tre protagonisti del pestaggio fosse stato addirittura nominato quale rappresentante al seggio dell'unica lista in lizza.

Il capolista Roberto Dalmonego, eletto in quell'occasione alla carica di sindaco, non si è sentito in obbligo di giustificare pubblicamente quella scelta, né di scusarsi per la sbadataggine, (la notizia della conferma delle condanne in appello era uscita il giorno prima dell'appuntamento elettorale), né tanto meno di prendere le distanze da tali personaggi.

Ci auguriamo che anche questi nodi vengano prima o poi al pettine.

In questo senso ricordiamo, citando Leonardo Sciascia a trent'anni dalla scomparsa, che “Tutti i nodi vengono al pettine. Quando c'è il pettine” (da “Nero su nero”). Nel nostro caso, il pettine deve essere rappresentato in primo luogo da una vigile coscienza civile dei cittadini.