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“E la gente rimase a casa…”

Una poesia riadattata

E la gente rimase a casa
e lesse libri e ascoltò
e si riposò e fece esercizi
e fece arte e giocò
e imparò nuovi modi di essere
e si fermò
e ascoltò più in profondità.
Qualcuno meditava
qualcuno pregava
qualcuno ballava
qualcuno incontrò la propria ombra
e la gente cominciò a pensare in modo differente
e la gente guarì.
E nell’assenza di gente che viveva
in modi ignoranti
pericolosi
senza senso e senza cuore,
anche la Terra cominciò a guarire
e quando il pericolo finì
e la gente si ritrovò
si addolorarono per i morti
e fecero nuove scelte
e sognarono nuove visioni
e crearono nuovi modi di vivere
e guarirono completamente la Terra
così come erano guariti loro.

Questi versi, che sembrano essere stati scritti per il momento che stiamo vivendo, sono opera della poetessa franco-irlandese Kathleen O’Meara (1839-1888).

Romi Bonomi

* * *

In realtà la poesia non è stata scritta durante un’epidemia ottocentesca, ma è un attuale frutto del Coronavirus. E una poetessa italiana, Irene Vella lamenta che l’autrice si sarebbe ispirata - ai limiti del plagio - ad una sua composizione.

Anche tra i versi regna lo scompiglio.

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