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QT n. 9, settembre 2020 Trentagiorni

Campagna elettorale

La campagna elettorale per le comunali stava sonnecchiando. Per parte nostra (ma anche i quotidiani fanno lo stesso), stiamo cercando di focalizzare i temi che più urgono nelle città, vedi il nostro test.

E a dire il vero si è registrato un dibattito civile, non scevro di spunti interessanti.

Ultimamente si è vista invece un’accelerazione, quasi che in dirittura d’arrivo si debba forzare, con il rischio di andare in fuori giri. Non parliamo qui del candidato Franco Bruno, esibitosi in alcuni show che l’hanno subito confinato al ruolo di elemento folkloristico (a noi peraltro pare esprimere in forma molto ruspante una cultura popolana di destra, indubbiamente presente nella popolazione).

Parliamo dei candidati ufficiali. Per esempio Marcello Carli, solitamente misurato ed accorto, lancia l’idea del “grande centro congressi internazionale”, da realizzare sull’area ex-Sloi (peraltro da disinquinare da decenni,e quindi chissà per quanto ancora indisponibile).

Andrea Merler

Le grandi realizzazioni internazionali non sono obiettivi semplici, e in tema di congressi il Trentino è già ben attrezzato con Riva del Garda, che ha un ottimo Centro Congressi collaudato e che può avvalersi della ricettività dei suoi alberghi nei periodi di bassa o nulla stagione, come l’autunno. Franco Ianeselli forse è colto in contropiede, ma più accorto replica non con un “più uno” ma un “meno uno”: riprende la proposta, la riduce in modo da non scontrarsi con Riva, e si ricollega al positivo lavoro di Trento Fiere, messo in forse – questo però nessuno lo dice, è uno dei temi tabù – dall’incongruo spostamento nel nulla a seguito dall’eliminazione dell’attuale area fieristica, indotta dalla volontà di prolungare artificialmente la zona universitaria verso l’area delle Albere e della biblioteca.

Chi invece, sceso in campo tardi, e dovendo quindi recuperare tempo e terreno, non è misurato né accorto è Andrea Merler. Che si azzuffa con Ianeselli.

Il primo ad attaccare è Ianeselli, anzi il Pd con il consigliere Alessio Manica, che denuncia come Merler abbia ottenuto un mutuo provinciale per l’acquisto della prima casa, in cui però non abita. Merler contrattacca, ma male, accusa Ianeselli di avere, quando era segretario della Cgil, “portato in tribunale l’Istituto Sacro Cuore per difendere un’insegnante licenziata”, e quindi di essere “contro le scuole private”.

Questa uscita ci sembra gravissima. Anzi, fuori di testa. Difendere un lavoratore licenziato fa parte dei doveri di un sindacalista. Per Merler, però, questo compito cessa quando la controparte è una scuola privata. E già qui siamo nell’assurdo: siamo allibiti all’idea che qualcuno, che per di più è avvocato, possa sostenere un’idea del genere, una sorta di privilegio medioevale per le scuole cattoliche, che sarebbero legittimate ad infischiarsene dei diritti dei lavoratori.

Ma c’è di più: la lavoratrice in questione era stata licenziata per via dei suoi orientamenti sessuali. Il Sacro Cuore quindi aveva violato i diritti costituzionali della lavoratrice, ed era giustamente stato condannato. Mentre Ianeselli non aveva fatto altro che il suo dovere, di sindacalista e di cittadino. Non basta: nella sua foga Merler rivela il nome della lavoratrice, fino ad ora tenuto riservato. Violando così un diritto alla privacy (sacrosanto in questo caso) che né il Sacro Cuore, né l’iter giudiziario avevano minimamente compromesso.

Confidiamo che nell’ultima settimana di campagna elettorale non tocchi assistere ad ulteriori performance di questo tipo.