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QT n. 5, maggio 2021 Trentagiorni

Elettrodotto: aereo o interrato?

Nuovo super elettrodotto previsto su super tralicci. Perché non interrarlo?

Comitato Interriamo l’elettrodotto

Fin dal 2005 Terna, nel suo “Piano di Sviluppo della Rete di Trasporto Nazionale”, prevedeva un intervento di razionalizzazione delle rete a 132.000 volt. Le ragioni di tale intervento, secondo Terna, sono di natura tecnica e finalizzate a garantire maggiore affidabilità. È solo nei contatti con le amministrazioni locali che sono emerse le richieste di spostare dalle aree ormai urbanizzate lunghi tratti di elettrodotti, in particolare la linea a 220.000 volt Borgo-Valsugana-Lavis nel tratto che attraversa l’area urbana di Pergine. Su richiesta delle amministrazioni locali, nel Protocollo di Intesa sottoscritto nel 2009 fra Terna, Provincia e i Comuni di Pergine, Civezzano e Trento, si decide quindi di inserire anche un nuovo progetto, ossia la delocalizzazione dell’elettrodotto a 220.000 volt Borgo Valsugana-Lavis, prevedendo al contempo un suo potenziamento a 380.000 volt, per creare un corridoio energetico attraverso il futuro tunnel del Brennero. Per portata di energia trasmissibile, questa nuova infrastruttura elettrica diverrà la linea più grande del Trentino, 5-6 volte più potente di quella attuale.

Il progetto di spostare la linea Borgo Valsugana-Lavis prevede la demolizione del tratto di linea aerea esistente a 220.000 volt e la realizzazione di una linea aerea a 380.000 volt su 29 tralicci, posta tra i Comuni di Civezzano, Baselga di Pinè, Pergine e Vignola Falesina. Per aumentare la tensione di esercizio, i tralicci saranno più alti, fino a 52 metri. Il tratto di linea preesistente verrebbe smantellato. Di conseguenza, in futuro anche gli altri tratti di linea fino a Borgo Valsugana e a Lavis verranno riclassificati per poter operare l’esercizio alla tensione più elevata.

Il progetto della linea elettrica Trento Sud-Cirè consiste nella costruzione ex-novo di 8,4 km di linea aerea a 132.000 volt con inizio dalla nuova stazione elettrica di Cirè, salita al Passo Cimirlo, attraversamento della Marzola su 29 nuovi tralicci fino al Dosso di San Rocco, per poi terminare gli ultimi 2,1 km di linea in cavo interrato fino alla stazione elettrica in località Ghiaie. È previsto inoltre lo smantellamento di altre linee. I nuovi tracciati transiterebbero per lo più in quota, in aree non già infrastrutturate: boschi, zone tutelate dal Piano Urbanistico come “Aree agricole di pregio”, “Fronti paesaggistici di particolare pregio” e “Paesaggi di particolare pregio” e Aree protette.

Da anni il comitato di Pergine “Custodiamo il paesaggio” e il comitato di Civezzano “Interriamo l’elettrodotto” rilevano le numerose carenze ed errori dello studio di impatto ambientale redatto da Terna, e propongono l’interramento in cavo della linea. L’infrastruttura aerea risulterebbe molto impattante per gli aspetti di tutela ambientale, consumo di suolo, presenza di campi elettromagnetici, ricadute economiche negative causate dal deprezzamento degli immobili e dai danni di immagine che renderebbero il territorio meno attrattivo turisticamente e meno fruibile per i cittadini. Se è vero che il costo industriale del cavo interrato è superiore ad una linea aerea (si stima che i costi possano raddoppiare), l’interramento risulta più conveniente se si considerano i danni economici che la comunità locale paga indirettamente. Le numerose pubblicazioni scientifiche, tra cui quella dell’italiana CESI e sostenuta da Terna sulla valutazione dei costi totali, permettono di valutarli e utilizzarli in uno Studio di Impatto Ambientale, analisi che nel progetto in questione non è stata svolta anche se richiesta.

I detrattori dei comitati forniscono, come giustificazione alla necessità di adottare il tracciato aereo, i lunghi tempi di riprogettazione; ma l’iter sarebbe assai diverso, perché i progetti di interramento non sarebbero soggetti alla VIA. Questa fase, durata tre anni per il progetto su tralicci, si risolverebbe in 90 giorni per l’interramento. Terna ha appena inaugurato una linea elettrica interrata a Cortina d’Ampezzo, realizzando 24 km in 13 mesi. Ogni ulteriore dubbio sull’affidabilità di tale tecnologia, sempre più diffusa, è smentito dal fatto che Terna realizza un interramento parziale sulla stessa linea Trento Sud-Cirè per una lunghezza di 2,1 km e che metà delle sue nuove realizzazioni in Italia sono elettrodotti interrati.

L’infrastruttura su tralicci non costituisce infatti la migliore tecnologia disponibile, più sicura e performante, tenuto conto dell’esposizione diretta a rischi esterni (si ricordi Vaia ma anche i blackout in Alto Adige). Anche per la tutela della salute i cavi interrati offrono migliori garanzie, essendo possibile applicare delle schermature, a differenza dei cavi conduttori “nudi” delle linee aeree.

Va precisato che l’interramento dei cavi deve essere svolto su un tracciato diverso rispetto a quello ipotizzato per le linee aeree. La posa generalmente effettuata sotto le strade a 1,6 metri di profondità, oltre a proteggere i cavi da danni esterni, permette di evitare il disbosco periodico sotto la linea e la costruzione di piste temporanee di cantiere. I disagi del cantiere stradale sarebbero limitati a metà corsia, regolati da semaforo, come Terna pubblicizza mostrando i propri cantieri. Vantaggi che motivano, a maggior ragione, la proposta in cavo interrato, anche considerando la presenza di valenze ambientali paesaggistiche che solo attraverso l’uso del cavo possono essere salvaguardate. Questa soluzione permetterebbe di rendere fruibile l’area di pertinenza salvaguardandone la fruizione e al contempo realizzare il progetto, fondamentale per eliminare le situazioni critiche delle abitazioni vicine alla linea esistente, ma che non deve essere una “delocalizzazione” degli impatti negativi.

Il tutto dovrebbe ripartire da ciò che è mancato negli scorsi 10 anni, ossia l’informazione tramite un virtuoso percorso partecipativo che pure era previsto, ma che purtroppo non si è realizzato.