Lupi, orsi e recinti
Le cifre, degli animali e dei risarcimenti. Ma su cui non si riflette
Come ormai consueto, la Giunta provinciale ha presentato in assenza di pubblico e di confronto il Rapporto annuale sulla diffusione dei grandi predatori. I numeri sono positivi: i branchi di lupi sono 17, in aumento, 91 gli esemplari, nonostante le morti accidentali sempre più frequenti (per lo più investimenti e morti naturali), una popolazione consolidata sul territorio che si va diffondendo in zone oggi libere. Anche gli orsi sono in aumento, prossimi alle 100 unità, certe 11 cucciolate nel 2020. Lo sciacallo dorato ha iniziato a riprodursi anche nelle regioni vicine, e da noi, nel Bleggio; l’unico dato sconfortante riguarda la lince, una presenza storica che vaga dalle valli di Non e Sole fino in Lombardia ma che rimane isolata: un maschio, B132. I costi dei risarcimenti per i danni causati sono irrisori. Un leggero aumento con una liquidazione di 227.324 euro: 152 mila per l’orso e 75 mila per il lupo. Cifre che dimostrano come non vi sia nulla di problematico, se non gli allarmi sollevati dalle associazioni degli allevatori e da una stampa che informa acriticamente, senza dare spazio ad altre letture che purtroppo si consolidano anche in autorevoli esponenti che presiedono diversi e a questo punto presunti comitati scientifici provinciali.
Sul tema, le comunicazioni della Provincia sono frontali, impedendo anche solo un accenno di dialogo e alzando così il livello dello scontro con le sensibilità diverse. Non c’è stata alcuna riflessione sul problema più impellente: il decadimento genetico della popolazione ursina. Come affrontarlo? Quali relazioni e collaborazioni intrecciare con situazioni simili a noi vicine? Altro aspetto della debolezza sul tema di questa amministrazione: sono stati investiti solo 119.000 euro nella prevenzione (recinti e cani di guardiania), nessun fondo è destinato alla formazione e all’informazione.
Riguardo agli orsi, la Giunta mantiene la coerenza sulla secretazione delle notizie. L’orsa DJ3, detenuta da un decennio al Casteller in condizioni di spazio indicibili (0,3 ettari), è stata trasferita nella notte tra il 25 e 26 aprile in una località della Foresta Nera che già ospita Jurka. Nelle comunicazioni ufficiali, le gaffe si sommano: Fugatti e l’assessora Zanotelli sbagliano perfino il sito del trasporto di 500 chilometri, indicando il Baerenpark di Vorbis, in Turingia. Certo è che se il Casteller risultava inadeguato per ospitare questi animali bisognosi di spazi ampi, la situazione nel nuovo carcere è identica, forse un po’ di cemento in meno nella gabbia. In tre ettari destinati agli orsi, ne sono ospitati ora nove. In più, nell'area totale (10 ettari, compresi gli spazi ricreativi per i turisti) sono reclusi anche sette lupi e due linci: una situazione di sovraffollamento insostenibile.
L’assessora Zanotelli, nell’organizzare, male e sempre di nascosto, il trasferimento, dimostra di non aver avuto alcuna sensibilità nel cercare di migliorare le condizioni di vita dell’orsa. È invece probabile, lo vedremo presto, che abbia voluto rispondere ad una sola esigenza: mantenere al Casteller spazi liberi per poter procedere a nuove carcerazioni. In attesa di poter sparare.
Questa è la cultura della gestione della fauna selvatica che caratterizza l’esecutivo provinciale e relativi servizi. La fauna è solo un problema di Protezione civile, come ripete con orgoglio il dirigente Raffaele De Col. La fauna selvatica è utile solo come cartolina turistica.