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QT n. 2, febbraio 2022 Servizi

Serraia: aspettando la nuova V.I.A.

Il rinnovo delle concessioni idroelettriche sbloccherà il problema dell'eutrofizzazione? Il neonato Comitato Laghi ci spera.

Sul grande malato di Pinè, il lago della Serraia, che quasi ogni estate diventa uno sgradevole minestrone di alghe, negli ultimi anni si sono agitati in molti. La Provincia con studi e l’installazione di un impianto di ossigenazione, varie università a cui sono state commissionate ricerche per capire le cause del fenomeno, le amministrazioni comunali che hanno scritto documenti e approvato ordini del giorno per pungolare chi di dovere a trovare una soluzione. Finora però niente ha funzionato e anche l’estate scorsa le alghe sono tornate copiose.

L’unica cosa che non è mai stata tentata è la sospensione dei sostanziosi prelievi di acqua che Dolomiti Edison (DE per gli amici), titolare della concessione, effettua regolarmente dalla Serraia per rimpolpare il flusso che alimenta la centrale idroelettrica di Pozzolago, a Lona Lases.

Prelievi che ufficialmente servono a recuperare le perdite di esfiltrazione del lago delle Piazze soprastante.

A Pinè molti chiedono da tempo che i pompaggi vengano interrotti e lo fanno con dati e studi alla mano che giustificano il forte sospetto che proprio questi prelievi smuovano i sedimenti ricchi di fosforo sul fondo del lago e quindi scatenino l’eutrofizzazione del bacino (ne abbiamo parlato in dettaglio in Ultima chiamata per il lago di Serraia su QT dell'aprile 2021). Richiesta a cui sia la Provincia che DE hanno fatto sempre orecchie da mercante. Del resto, meno acqua, per il concessionario, vuol dire meno soldi. E i diritti di prelievo erano stati garantiti fin dall’originaria concessione del 1911.

Il momento di svolta potrebbe arrivare ora da una scadenza imminente: tra poco più di un anno la concessione per Pozzolago, come per altre centrali del Trentino, dovrà essere messa a gara. E chi vuole partecipare deve ottenere prima di tutto una Valutazione di Impatto Ambientale dal ministero per l’ambiente.

DE ha fatto i compiti e già avuto dal ministero risposta positiva, il 19 gennaio scorso.

Ma non c’era solo DE ad attendere con trepidazione la risposta da Roma. C’era anche un nutrito gruppo di pinetani che si sono scocciati di aspettare inutilmente. E hanno fondato un Comitato Laghi.

Per bocca del suo presidente, il professor Fulvio Mattivi, ordinario di chimica degli alimenti all’università di Trento, il Comitato spiega che a Pinè si sono resi conto che la presenza attiva dei cittadini è la chiave per arrivare a delle soluzioni.

Mattivi ci dice che il Comitato Laghi non vuole protestare, ma al contrario proporre soluzioni e che la ratio di fondo dell’iniziativa è la presa d’atto che dei beni comuni si devono occupare attivamente i cittadini. Il nutrito gruppo di professionisti che ne fanno parte (si va dalla geologia alle scienze forestali, alla chimica e c’è anche un idrogeologo) è imprinting di questo approccio costruttivo. Costruttivo, ma non accomodante: infatti la prima richiesta del Comitato Laghi è ancora una volta la sospensione dei pompaggi dalla Serraia. Richiesta che potrebbe trovare proprio nella VIA accordata dal ministero un punto d’appoggio.

Nel dare parere positivo, infatti, i tecnici ministeriali hanno puntualizzato un paio di fatti che non piaceranno ai concessionari, né attuali, né futuri.

Primo: viene riconosciuto che il prelievo di acque dalla Serraia ha effetti significativi sulla temperatura delle acque e sull’eutrofizzazione.

Secondo: i tecnici confermano il sospetto - molto forte tra gli abitanti dell’altipiano - che la misurazione delle quantità da prelevare sia sbagliata per eccesso, visto che il misuratore si trova sì a valle del lago delle Piazze, ma anche a valle dei rii affluenti della Serraia e quindi calcola come “perdite” del bacino superiore anche l’afflusso naturale del lago inferiore.

E, soprattutto, dal ministero rimandano la palla alla Provincia, alla quale si chiedono azioni concrete: vale a dire che nel bando per la nuova concessione ci dovranno essere prescrizioni precise in merito a questi due aspetti.

Per il Comitato ovviamente questo è un momento “se non ora, quando”. E infatti ci sono varie idee in ebollizione. Tra queste il professor Mattivi ci parla di un progetto che si sta elaborando per un bacino di fitodepurazione creato con piante dello stesso lago. Fitodepurazione per eliminare gradualmente dalla Serraia il peccato originale, quel fondo coperto di sedimenti ricchi di fosforo, eredità di tempi andati in cui le acque nere finivano direttamente nel lago. Sedimenti la cui rimozione meccanica, costerebbe una fortuna.