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QT n. 4, aprile 2022 Servizi

Trattamento rifiuti: le ipotesi degli esperti

Gli scenari ipotizzati da tecnici dell'Università e di Fbk per lo smaltimento dell'indifferenziato.

Tra pochi mesi, forse, sapremo se la PAT vorrà rendersi autonoma anche nella gestione dei rifiuti. E se così sarà, quale tecnica verrà adottata? Come riassunto sullo scorso numero di QT i buoni risultati fin qui raggiunti nella quantità della differenziata (77,9%) benché in parte vanificati dalla scarsa qualità e nonostante i correttivi previsti dal quinto aggiornamento del Piano rifiuti, l’Agenzia Provinciale per l’Ambiente stima che rimarranno da smaltire (dove? come?) 51.000 tonnellate di rifiuti urbani. Ai quali vanno aggiunti quei rifiuti speciali che le attività industriali, artigianali e agricole non riescono a riciclare. Ad oggi parte (13.380 tonn.) dei rifiuti è smaltita nell’inceneritore di Bolzano e il resto nelle discariche (in via di saturazione) che nessuno vuole più ospitare. Tra pochi mesi è prevista la chiusura delle due piccole discariche di Imer e Dimaro riaperte tra le proteste, mentre si lavora per ampliare Ischia Podetti. Una volta esaurita anche quest’ultima buca, che si farà?

Il 5° aggiornamento del Piano provinciale rifiuti prevede che in assenza di interventi dovranno andare in discarica oltre 66.000 tonn. Ma questa modalità arcaica, ammesso che si trovino altre aree, non potrà essere prorogata in eterno. Inoltre dal 2035 scatterà un limite al conferimento in discarica pari al 10% dei rifiuti prodotti. Per cercare una soluzione, la PAT ha incaricato un gruppo di tecnici di Fbk e Università che ha disegnato alcuni scenari dedicati sia alla tecnologia da utilizzare sia alla localizzazione dell’impianto. Il risultato è uno studio che rinvia alla politica la decisione di realizzare l’impianto o continuare l'esportazione dei rifiuti. Quelle formulate sono pure ipotesi, comprese quella della localizzazione. E siccome il limite massimo del 10% di rifiuti ammessi in discarica scatterebbe nel 2035, non è detto che il problema non finisca rinviato a “tempi migliori”.

I tecnici di UniTn e Fbk prevedono in sostanza tre opzioni. Scenario 1: esportare fuori provincia i rifiuti non riciclati. Ipotesi 2: spingere al massimo il recupero dei rifiuti prodotti. E infine opzione 3: l’impianto per lo smaltimento del residuo, l'ipotesi più impegnativa, a sua volta articolata in quattro possibili scelte tecnico-organizzative.

Nello scenario 1, che prevede l’esportazione di tutto fuori provincia, i rifiuti non riciclabili devono però essere preventivamente trattati nell’impianto TMB di Rovereto (vedi box).

Con la massimizzazione della raccolta differenziata (ipotesi 2) il totale dei rifiuti recuperati passerebbe a 208.526 tonn. (ora sono 197.416) e il residuo quindi calerebbe; tuttavia tale operazione richiede forti investimenti per incentivare la differenziata (ora già al 77,9%) o per la messa in atto di un impianto di selezione sul residuo raccolto senza garanzia di risultati. Resterebbero comunque da esportare circa 30.000 tonn. con i relativi costi di trasporto e accesso ai siti extraprovinciali disponibili.

Lo scenario 3 prevede un impianto di conversione energetica per avere autonomia nello smaltimento e la possibilità di ricavare energia con recupero integrale delle ceneri sotto forma di riciclo nell'edilizia. Si ipotizza una massa di 62.000 tonn. da trattare in loco, cioè di tutti i rifiuti attualmente non recuperati. L’ipotesi successiva con una potenza di 58.000 tonn. prevede la previa rimozione dell’organico con conseguente miglioramento della qualità del rifiuto portato alla combustione (o alla gassificazione). Si passa poi a una taglia ancora più ridotta, circa 39.000 tonn, previa riduzione di volume-peso grazie al pretrattamento di TMB. Ovviamente, la minor quantità di rifiuti combusti sottintende una maggior quantità da portare a discarica che potrà quindi ospitare meno rifiuti speciali.

Ma quale tecnologia adottare? Termovalorizzatore (inceneritore) o gassificatore? E dove? Sicuramente in fondovalle per ragioni logistiche e preferibilmente in una delle seguenti aree: Ischia Podetti (Trento) già sede della discarica principale, Lizzana (Rovereto) presso l’attuale impianto TMB e Trentotre (a margine dei comuni di Trento, Besenello e Calliano) dov’è in costruzione il nuovo depuratore delle acque reflue, ipotesi quest’ultima che permetterebbe di trattare in loco i fanghi della depurazione.

Un’ultima notazione: il 23 marzo era il termine per presentare le osservazioni nell’ambito della procedura VAS cui il piano rifiuti è soggetto. Mentre scriviamo le osservazioni non sono ancora pubbliche.