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Le assurdità dell’economia bianca

Aldo Collizzolli

Anche a Bolbenolandia è arrivata la fabbrica di neve, la "snow factory ", come scrive e racconta la stampa mainstream: la neve calda. Un container che produce ghiaccio come granitine, un gigantesco frigorifero che produce brina che viene poi sparata sulla pista: cento metri cubi al giorno, ci dicono.

Da una parte, nello scatolone, entrano energia elettrica e acqua, dall'altra escono ghiaccio stoccato sul terreno e aria calda (dai quattro ventilatori) che si disperde in ambiente. Peccato non ci venga detto quanta acqua e quanta energia elettrica consumino per far funzionare questo frigorifero.

Già nel Medioevo producevano il ghiaccio e lo conservavano nelle giazzère, ma lo facevano col freddo dell’inverno, conservandolo fino all'estate, in maniera naturale e non violentando la natura. Così dopo "bianca snow " si aggiunge un altro tassello al circo della neve. Un Barnum in cui tutto è artificiale: le risalite coi tapis roulant anche per poche decine di metri, “tappeti magici” moving carpet, e tante altre invenzioni... per far girare l'economia bianca.

A me pare che qualcosa non funzioni in questa corsa all’artificiale a tutti i costi (energetici, ambientali, sociali).

A quando il cervello autoinstallante con le relative preferenze?

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