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Toilette e Barchessa: sbagliando s'impara?

Italia Nostra

Le dichiarazioni del sindaco Ianeselli sul parere negativo della Soprintendenza per i gabinetti in piazza Fiera e per il riuso della Barchessa sud di Palazzo delle Albere meritano qualche precisazione e qualche approfondimento.

In primo luogo, stupisce la proposta di Ulm come modello da seguire "per quanta architettura contemporanea ci sia": il suo centro storico è stato distrutto per quattro quinti dai bombardamenti, ma Trento ha avuto sorte migliore e, saggiamente, le distruzioni belliche sono state accuratamente ripristinate.

Ci auguriamo che nessuno intenda demolire il cuore di Trento per ricostruirlo in chiave contemporanea, imitando la disinvolta ricostruzione post-bellica delle città tedesche. Al riguardo, si noti che a Francoforte, Berlino, Dresda, Potsdam ecc. gli edifici incongrui rispetto al contesto storico vengono oggi demoliti e filologicamente ricostruiti – con generale sollievo – per ripristinare l'integrità dell'insieme.

Rendering della progettata toilette in piazza Fiera

In secondo luogo, l'aggettivo "contemporaneo" merita qualche riflessione: cosa significa? Per rimanere al tema del rapporto con il passato: era più contemporaneo John Ruskin o Eugène Viollet-le-Duc? Marco Dezzi Bardeschi o Paolo Marconi? Era più contemporaneo il bel progetto dello studio RaRo per piazza della Mostra, scartato al concorso, o quello vincitore, sbagliato al punto di dover essere profondamente rivisto? Era più contemporaneo il bel progetto per la Barchessa sud dell'architetto Santagostino, scartato, o quello assurdo e disfunzionale, giustamente bocciato dalla Soprintendenza?

Tutto ciò che oggi si progetta è contemporaneo per definizione. Si direbbe, invece, che per contemporaneo s'intenda banalmente "alla moda" e che si voglia lasciare un patrimonio culturale secolare alla mercé dei capricci autoreferenziali di un formalismo effimero, anziché affidarlo a cure pazienti e sapienti che antepongano il carattere di un contesto storicamente sedimentato alla visione del mondo di chi, per ultimo, v'interviene.

Infine, un accenno alla mala-burocrazia di cui il sindaco si lamenta. Nell'opera della Soprintendenza traspare un comprensibile imbarazzo per i propri errori (concorso per piazza Mostra), per l'essere messa di fronte al fatto compiuto (concorso per la Barchessa) o all'inflessibile volontà dell'amministrazione (gabinetti di piazza Fiera, per i quali la contrarietà della Soprintendenza era nota dall'inizio). Questi casi scottanti sono affidati al parere del Comitato provinciale beni culturali, chiamato per ultimo a risolvere la situazione, o almeno a salvare il salvabile. Certo, questi pareri negativi avrebbero potuto essere dati subito, se il fondamentale ruolo della Soprintendenza fosse rispettato e sgravato da interferenze politiche, mettendo i funzionari in grado di svolgere serenamente il loro lavoro.

Gli esseri umani sono fallibili, inclusi i funzionari comunali e provinciali, i cittadini e i rappresentanti delle associazioni. Per questo è apprezzabile l'augurio espresso da Ianeselli di "trovare un metodo di confronto preventivo" per i futuri interventi; prima ancora di stendere un bando o assegnare un incarico – ci permettiamo di suggerire – e nel modo più pubblico, trasparente e partecipato: sia perché la città è di tutti, sia perché più occhi osservano, meno errori passano inosservati.

Italia Nostra, per le sue competenze, ha sempre offerto gratuitamente il proprio supporto alle pubbliche amministrazioni per aiutarle a risparmiare tempo e denaro anticipando il più possibile quel confronto che le amministrazioni tendono, invece, a rinviare sine die. Confermiamo, ancora una volta, la nostra disponibilità.

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