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QT n. 2, febbraio 2024 Servizi

E i colletti bianchi?

Indagini chiuse da quasi un anno. Perché non si va avanti?

Da Lona Lases ci arriva questa dolente ricostruzione su retroscena e passato dei candidati della “nuova” lista, improvvidamente sponsorizzata dal commissario Francini e dal Prefetto Santarelli. Prima di commentare questo stato di cose, aggiungiamo qualche considerazione sul candidato sindaco paracadutato da Trento, l’avv. Antonio Giacomelli. Presenta un curriculum molto folto. Troppo folto, avendo fatto parte dei Consigli d’amministrazione di: Autobrennero, Muse, Tecnofin, Nuova Panarotta, Agenzia dello Sviluppo, Azienda speciale per l’energia, Cassa rurale di Castello Tesino, Società funiviaria di Peio, Società impianti funiviari di Folgaria, RSA Opera Armida Barelli ed altre ancora.

Un mostro di competenze, che spaziano in tutti i campi? Ma per favore...

Negli anni Ottanta Questotrentino aveva intrapreso una campagna contro i personaggi presenti in millanta Cda, la cui funzione era letteralmente “sedere” (così si esprimono loro stessi) nel senso di occupare poltrone: i “culi di pietra” li chiamavamo. Nessuna professionalità, di loro non si conoscono progetti specifici, sono dei meri segnaposto. Messi lì dai partiti (o da altri centri di potere) non per gestire o dirigere, ma per rispondere ad eventuali ordini superiori.

Giacomelli a noi risulta essere uomo del Patt.

Vi sembra questo il profilo di un uomo che può risollevare il Comune di Lases, border line con la mafia?

Detto del candidato sindaco, l’articolo a fianco scandaglia i candidati consiglieri: e il loro livello di commistione con le amministrazioni passate, quelle che avevano aperto il paese ai fratelli Battaglia, non condannavano il pestaggio dell’operaio cinese Hu-XuPai, anzi arruolavano come rappresentante di lista il picchiatore Arafat anche quando era stato condannato, e oggi sono accusate di scambio elettorale politico-mafioso.

C’è chi dice: il paese è piccolo, le commistioni sono inevitabili. Forse invece si dovrebbe dire: il paese è piccolo, è vitale fare chiarezza.

Vitale istituire la Commissione d’Accesso, che scandagli l’attività amministrativa di almeno due decenni. Ma il Prefetto Santarelli dice di no, e vara invece la lista Giacomelli. Ci si meraviglia se la gente rimane disorientata? Se non partecipa agli incontri pre-elettorali? Se si rifiuta di parlare?

Si potrebbero avere altri lumi. Si dovrebbero avere. Ancora una volta, dalla magistratura.

Sono infatti chiuse le indagini che riguardano i “colletti bianchi”, gli insospettabili che – secondo l’accusa – avrebbero favorito l’associazione mafiosa. Tra di essi tre Carabinieri della stazione di Albiano, uno di quella di Cardeto (RC), un generale dell’esercito, due sindaci, un deputato, il faccendiere cav. Giulio Carini “figura cerniera con le più elevate cariche istituzionale locali”.

L’avviso di conclusione delle indagini è del 29 marzo 2023.

Quasi un anno fa. E da allora non ci risulta si siano fatti i passi successivi, richieste di rinvio a giudizio ecc.

Il Tribunale si rende conto dell’importanza di quanto sta gestendo? Della necessità, per la popolazione, di capire quanto e come è stata infettata la società? In una bella intervista sul “T” del 28 gennaio, il segretario del comune di Lona Lases Marco Galvagni, testé andato in pensione, ricorda come a suo tempo avesse presentato in Procura una relazione, elaborata insieme agli uomini di “Ultimo” (colui che arrestò Totò Riina) sugli intrecci tra mafia e ambienti locali. Da essa nacque l’Operazione “Perfido”. E’ rimasta una “zona grigia” ricorda Galvagni, “i collegamenti con ambienti amministrativi e politici” che riguardano un centinaio di persone. Forse pochi avranno rilevanza penale, ma è tutto un mondo su cui, come abbiamo visto sopra, è indispensabile fare chiarezza, c’è di mezzo una comunità che rischia di perdere se stessa.

Mentre andiamo in stampa sono passati 310 giorni dalla chiusura delle indagini sui colletti bianchi. Quanto ancora si dovrà aspettare?