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Un “Adige” rosso sangue

Mancanza di rispetto, ripetizioni e bufale sulla triste vicenda di Fornace.

"Evirato con le forbici" - è il titolo con cui l’Alto Adige apre la prima pagina di sabato 27 dicembre, introducendo le due pagine interne dedicate alla triste vicenda accaduta a Fornace. Uno spazio francamente eccessivo, che semmai sarebbe potuto servire per affrontare temi, quali l'emarginazione e l'alcolismo, che sono i veri protagonisti della storia. La quale invece viene trattata come un giallo, con 12 fotografie fra sabato e domenica (fra cui quella delle forbici e un primo piano illeggibile del foglio coi sigilli della magistratura alla casa teatro dell'aggressione) e una quantità di interviste: al sindaco di Fornace, al vicesindaco, alla cognata del feritore, a una collega di lavoro, a un nipote, al parroco, ad alcuni giovani del paese...

Ne esce, come spesso accade quando si vuole trattare così ampiamente una materia sostanzialmente semplice (ancorché di non immediata decifrazione) una brodazza inutilmente ripetitiva; che in questo caso ha però almeno il pregio di non essere troppo truculenta, a parte un titolo assolutamente volgare quale "L'evirato ha perso la memoria " - che ritroviamo sulla prima pagina di domenica.

Con l'Alto Adige avremmo finito, ma non possiamo trascurare una chicca: il conato poetico di quel giornalista che, ricostruendo la dinamica dei fatti dice che ad un certo punto "la discussione è trascolorata in rissa".

Con L'Adige il discorso è un po' diverso: anche qui alla notizia viene dato grande rilievo, con apertura in prima pagina e 11 articoli e 14 foto nei primi due giorni. Ma la brodazza si arrossa di sangue, con una trattazione orripilata che cerca di supplire alla scarsità delle cose da raccontare con un uso frequente di parole "forti", che finiscono col tradursi in mancanza di rispetto per i poveri protagonisti. Vediamo un paio di titoli e una breve antologia di espressioni utilizzate dai cronisti: "Seviziato a colpi di forbice. Dietro l'aggressione follia, alcol e disturbi sessuali"', "Seviziato e scuotalo a colpi di forbici"; "Alcol e raptus, una torbida storia "; "un povero ubriaco"; "violenza bestiale"; "handicappato psichico "; "nono state trovate anche alcune riviste pornografìche "; "una persona ubriaca e per di più dalle minorate capacità intellettive"; "volavano bestemmie"; "raptus agghiacciante"; "in preda ad un raptus, lo ha spogliato e sempre con la forbice lo ha scuoiato vivo, infierendo più volte sui genitali dell'amico"; "un dramma torbido, scatenato dall'alcol e dalla frustrazione di un desiderio sessuale inappagato"...

Da quest'ultima frase si evince che, a differenza del giornale concorrente, L'Adige si dedica con molta passione alla ricerca del movente, fino ad affermare perentoriamente in un titolo: "£" un 'aggressione a sfondo sessuale ". Col che il mistero sarebbe risolto.

Ma no: altrove, nello stesso giornale, leggiamo in una scheda che i possibili moventi sono quattro, e la "lite a sfondo sessuale" è solo uno di essi. Ad avvalorarlo, il giornale afferma che "in paese circolava la voce di possibili rapporti omosessuali fra i due". Nella pagina accanto però, nuova retromarcia: "Nessuno in paese sa trovare una spiegazione o un motivo scatenante di tanta follia", visto che "// grave disturbo della sfera sessuale" che avrebbe portato al ferimento "non era mai venuto alla luce con una tale evidenza ".

Ma le contraddizioni non sono finite: in una delle ennesime ricostruzioni dell'aggressione leggiamo infatti: "Quando I. aveva solo le mutande addosso, il suo aggressore ha afferrato le forbici e ha continuato a vibrare colpi con le lame appuntite, prima alla schiena... e poi ancora più volte al basso ventre, nella zona genitale. Al punto che, quando è stato portato in ospedale, aveva i testicoli 'scuoiati ' ".

Dal che, se vogliamo intendere le parole per quello che significano, possiamo evincere che l'uomo aggredito non era nudo e non è stato evirato, a dispetto di tutti i titoli che dicevano il contrario, soprattutto sull'Alto Adige.

Ci è anche capitato di leggere che in realtà la ferita più pericolo sa sarebbe quella inferta ai polmoni; ma evidentemente non era il caso di impostare su di essa i titoli a piena pagina: i testicoli sono molto più suggestivi.