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QT n. 8, 18 aprile 1998 Servizi

Omosessuale: va bene, purchè mascherato

Alleanza Nazionale e la Chiesa contro i gay: perché?

Molari Terzo

L'estemporanea uscita del segretario di Alleanza Nazionale onorevole Fini sul1' "opportunità" di discriminare, o meglio, impedire a maestri "dichiaratamente omosessuali" l'insegnamento nelle scuole elementari e la subitanea adesione, pur con qualche distinguo, ottenuta dalla gerarchia cattolica merita, oltre ad una immediata e dura risposta politica, un approfondimento teso a individuare delle ragioni del ricompattarsi di quel fronte che, ai tempi della battaglia su divorzio e aborto, veniva chiamato "elenco fascista ".

Tralasciando l'ignobile tentativo di assimilare omosessualità ad un reato come la pedofilia, la chiave della gravissima dichiarazione di Fini sta in quel "dichiaratamente omosessuale ".

Fini, e con lui la gerarchia cattolica, sa benissimo che l'omosessualità è sempre esistita (nonostante roghi e persecuzioni) e sempre esisterà; dovrebbe anche sapere che essere eterosessuale od omosessuale non è una "scelta" che uno fa come per una professione al posto di un'altra, ma è semplicemente un prendere atto di avere un orientamento sessual affettivo diverso o uguale a quello della maggioranza di chi ti sta attorno, e questo, generalmente, già nella prima adolescenza.

Così come il ragazzine o la ragazzina etero si sentono attratti, in un contesto di grande consenso sociale e sollecitazioni di ogni tipo, dall'altro sesso, il ragazzine e la ragazzina omosessuale si sentono attratti da soggetti del proprio sesso; il tutto, in quest'ultimo caso, vissuto, ancora oggi, con angoscia e incredulità per effetto dei chiari messaggi stigmatizzanti provenienti da tutte le agenzie culturali e formative (famiglia, scuola, cultura, religione ecc.).

Se quindi, pur in condizioni terribili, fra emarginazione, derisione, persecuzioni e morte civile l'omosessualità è sempre esistita come orientamento insopprimibile e naturale in quanto presente in qualsivoglia epoca, etnia, popolo o razza, nessuno può ragionevolmente pensare che possa essere "eliminata".

Qual è allora il nodo vero? Fino a quando gli omosessuali, colpevolizzati e convinti di essere sbagliati vivevano il loro desiderio in modo fugace, clandestino ed anonimo, conducevano una doppia vita, chiesa e reazionari di tutte le risme facevano fìnta, con italica ipocrisia, che l'omosessualità non esistesse, l'importante era fare ma non dire; questa regola aurea ha permesso, per non fare nomi, alla Chiesa di beneficiare della intelligenza, sensibilità e sincera dedizione di un'altissima percentuale di omosessuali e lesbiche presenti al suo interno.

Questo vivere di briciole più sessuali che affettive, questa emarginazione e clandestinità, questa schizofrenica doppia vita ha permesso, fino ai giorni nostri, alla cultura cattolica di continuare ad affermare come naturale ed universale, e quindi intoccabile da leggi umane, la famiglia eterosessuale a fini procreativi.

L'etica cattolica lega, in modo metafisico, società, famiglia, stato educazione ecc. al Dio creatore e legislatore universale. Un impianto che ha retto per secoli ma che oggi, soprattutto dopo le civili leggi su divorzio e aborto, vacilla vistosamente; la questione omosessuale contribuisce gravemente ad evidenziarne le debolezze. Nessuno nega alla Chiesa il diritto di annunciare ai suoi fedeli la sua morale, sessualità eterosessuale compresa; quello che si contesta, oggi più che mai, è la pretesa che le leggi degli Stati si conformino alla morale cattolica.

Questa "natura umana" sempre eguale nel tempo e nello spazio deve essere imposta a tutta l'umanità perché "naturale". Poco importa se, denotando una angustia visione cristianocentrica, questa "famiglia naturale" è quella del l'occidente cristiano larghissimamente minoritario del pianeta.

Ritorniamo quindi alla domanda precedente: perché l'attacco agli "omosessuali dichiarati'"'! La risposta è semplice: da quando fasce sempre più ampie di omosessuali hanno cominciato a prendere coscienza della loro identità, a liberarsi degli introiettati sensi di colpa, a rivendicare il diritto di amare e ad essere felici alla luce del sole, a combattere le discriminazione e le ipocrisie, a rivendicare il loro essere diversi perché uguali, l'impianto metafisico (o ideologico), già vacillante, rischia il collasso definitivo.

Nella nostra società è già presente un pluralismo di modelli di famiglia, di relazioni affettive senza alcuno scopo riproduttivo: non è più tollerabile che l'etica cattolica, spacciata per naturale ed universale, voglia imporsi ad istituzioni, parlamenti e governi sulla pelle di milioni di eterosessuali che vivono fuori da questo astratto e riduttivo modello di famiglia, ma, soprattutto, sulla pelle di almeno tre milioni di individui che per il solo fatto di avere un diverso oggetto di amore sono considerati cittadini di serie B.

Se ancora oggi si valuta che ben il 40% degli adolescenti che "inspiegabilmente" si suicidano mettono in atto questo estremo gesto perché percepiscono la loro insopprimibile diversità, dato il contesto, come sbagliata e pesantemente stigmatizzata, ci rendiamo conto che ci si scontra non sul sesso degli angeli, ma su questioni che riguardano persone in carne ed ossa, a cui viene richiesto di negare se stesse sull'altare di un assunto metafisico che fa acqua da tutte le parti e nega l'evidenza.

Ciò che fa inalberare i reazionari più o meno fascisti, gli omofobi di tutte le risme (su questo la tradizione comunista non ha nulla da invidiare ai fascismi), i custodi dell'ortodossia e gli integralisti alla Gubert, è la sempre più marcata visibilità del gay in tutte le articolazioni della vita del paese, l'accettazione e condivisione di gran parte della popolazione della plausibilità di relazioni affettive tra persone dello stesso sesso, con gli stessi problemi, alti e bassi, delle relazioni eterosessuali.

La legge sulle unioni civili e l'inserimento nella Costituzione del divieto di discriminazione in base all'orientamento sessuale sono oggi un terreno di scontro fondamentale, su una finalmente chiara discriminante fra destra e sinistra, per una democrazia in cui possa riconoscersi anche la più grande minoranza del paese: i gay e le lesbiche.

In quanto alle relazioni scomposte dei rappresentanti dell'ormai, si spera, minoritario blocco clerico fascista, gli omosessuali mandano a dire, aggiustando il titolo di un bei film: corvi neri non avrete il nostro scalpo!