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Due personaggi in-credibili

Comprereste un'auto usata da Tretter o da Grandi?

La credibilità, per un uomo politico, dovrebbe essere per ovvi motivi una qualità fondamentale; e magari in America (vedi sexgate) esagerano nel pretenderla anche nella vita privata, ma sicuramente gli italiani dimostrano a questo proposito una indulgenza sconfinata verso i propri rappresentanti istituzionali. Aiutati in questo da una stampa disattenta o smemorata che riporta senza un commento critico le menzogne e le ipocrisie più evidenti, e che a volte completa l'opera allorché enfatizza l'innocua battuta trasformandola in una clamorosa dichiarazione e attribuendo al personaggio preso di mira un voltafaccia che quello non si è mai sognato di fare. Il teatrino della politica, insomma, dove non sempre sai quanto addebitare al cinismo dei politici e quanto alle smanie scooparole dei giornalisti.

Tornando al tema della credibilità, per essere beccati dai giornali bisogna proprio esagerare, ma anche quando una cosa del genere succede, nessuno s'indigna: il responsabile viene tutt'al più trattato da birichino.

Ci sembra sia questo il caso di Franco Tretter e della storia infinita della sua candidatura alle prossime elezioni (ma in realtà è il replay di quanto già accaduto 5 anni fa). Nel giro di appena una decina di giorni, ecco come i quotidiani locali rispondono alla domanda se Tretter si ricandiderà:

12 agosto, no: '"Franco (Tretter) assicura di voler lasciare, e consegna al suo delfino Franco (Panizza) il testimone". E' ben vero che "lo stesso passaggio di consegne pareva cosa fatta pure cinque anni fa", ma stavolta "tutto lascerebbe presumere che Franco Tretter non si ripresenterà ".

14 agosto, chissà: "Davvero il suo no è destinato a rimanere nel marmo come pare ? "

17 agosto, forse sì: "Tretter sembra ora più propenso ad accettare la sfida elettorale".

18 agosto, sì: "Il capolista? Lui (Andreotti, n.d.r.) e Tretter".

22 agosto, forse no: "Tretter non ha ancora dato segnali chiari. Dice che non ritornerà in campo, ma lascia aperto uno spiraglio".

23 agosto, forse sì: "Franco Tretter si ricandiderà? Pare proprio di sì"...

Diverso il caso di Tarcisio Grandi, da tempo considerato un guru del centro politico: qui non è in gioco la risposta a una semplice domanda ( "Mi candido?"), ma lo spessore complessivo del personaggio, del quale in tutti questi anni non riusciamo a ricordare una sola idea originale e produttiva, un qualcosa che andasse oltre il bricolage tattico e le manovre di corridoio, attività in cui sicuramente egli eccelle, ma che non dovrebbero essere sufficienti a farlo considerare dai commentatori un serio ideologo sul quale non è lecito scherzare.

Ultima dimostrazione della estrema fragilità strutturale di Grandi, una sua recente intervista all'Adige, dove il nostro, "con la classica intonazione piana che nulla concede alla passione " spiega in questi termini la sua candidatura nella lista di Dellai: "Mi è stato chiesto di dare questo apporto. Me l'hanno chiesto sindaci, gente comune, i giovani soprattutto. Di fronte a questa richiesta sento di essere disponibile". Chi ci crede, alzi la mano.

Nell'Alto Adige del 4 agosto troviamo invece queste sue riflessioni programmatiche:"E' necessaria un'azione di rilancio politico: bisogna progettare riforme dell'economia, della scuola, del sociale. (...) E' necessario avere de gli anelli di congiunzione fra presente e futuro. Serve una saldatura fra competenza amministrativa e competenza politica, e rappresentanza nuova, proveniente dalla società civile... bisogna superare la personalizzazione e puntare ai progetti..."

E ci chiediamo: esiste una qualche forza politica, per quanto minoritaria, scalcagnata, estremista, che possa non dirsi d'accordo con questi insipidi princìpi generalissimi? Sono forse queste le idee che avrebbero indotto tanti giovani entusiasti a scongiurare Grandi affinché si ripresenti?

Il cronista, però, non ride, ne trova alcunché da obiettare, anche se è ormai senso comune come gli stessi giornali scrivono in altra occasione che "Dellai è sempre più convinto di dover ricandidare Grandi perché deve saldare il debito con chi gli permise di vincere il congresso del Ppi ". Il quale Dellai, intervistato su Tca ai primi di settembre in merito a questa faccenda, replica sorridendo che per carità, questi baratti sono cose da prima repubblica, che adesso non si fanno più.

Dopo di che spiega il motivo reale dell'eventuale candidatura di Grandi: ma questa parte della risposta -ve lo giuro sulla testa di mio figlio- non l'ho capita.