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“Alle soglie dell’impero”

Una mostra sovra-regionale illustra le trasformazioni epocali dell’Europa intorno al ‘500.

L'interessante mostra intorno alla società del Cinquecento tra Tirolo e Trentino Alto Adige vuole approfondire le differenze, ma soprattutto le analogie con l’epoca attuale. Forte è il contrasto che si osserva tra i campanilismi degli amministratori locali

Castel Beseno e Castel Pietra in una veduta del XVII secolo.

attenti alla protezione dell’orto su cui poter giocare le proprie fortune politiche e dall’altra invece la collaborazione fruttuosa, lo scambio tra le diverse realtà culturali della regione. L’importanza strategica di questa parte d’Europa è fuori discussione, nel Cinquecento come ai nostri giorni : tre sedi espositive provano quindi a svolgere in maniera autonoma uno specifico tema storico. Lienz col suo Schloss Bruck prende a pretesto la storia di un matrimonio illustre, di “una coppia diseguale” , di un intreccio di vita quotidiana tra Leonardo di Gorizia-Tirolo, principe del Sacro Romano Impero, e Paola, figlia minore del marchese Ludovico Gonzaga e della marchesa Barbara di Brandeburgo, cresciuta alla corte di Mantova. Castel Beseno centra sulla famosa battaglia di Calliano la riflessione sul rapporto tra la società mercantile e la percezione della frontiera “alle soglie dell’Impero”. Infine Bressanone crea intorno al suo Vescovo più noto, Nicolò Cusano, un percorso suggestivo per i rimandi artistici, sociali e soprattutto filosofici di un’epoca di passaggio tra Medioevo ed Età Moderna. Il suo “De Ludo Globi” non è solo il libro delle istruzioni intorno al gioco delle sfere: attraverso l’uso di parabole Cusano ci intrattiene sui rapporti tra il finito e Dio. Di fronte alla perfezione l’uomo non può fare altro che mettersi in cammino per avvicinarsi quanto più possibile a Dio. Sempre in termini di tensione, di passaggio, può essere letta l’avventura di questo grande filosofo tra la ricerca di razionalità ed una forte componente mistica. Il gioco delle sfere rimanda a riferimenti simbolici dal molteplice significato: in primis la sfera all’idea di perfezione del mondo e dell’universo; i nove cerchi alle gerarchie cosmiche dalle più alte fino ad arrivare alle strutture elementari del mondo materiale; il percorso curvilineo di esse all’imperfezione umana; il bersaglio al Cristo. L’energia vitale dell’anima nutre le conoscenze del filosofo e i suoi molteplici interessi, i metodi di critica storica, le traduzioni latine di classici greci, i suoi scritti e le prediche.

In contrasto con la figura di Cu- sano quella del Duca Sigismondo il Danaroso, che nel 1446 assume la signoria del Tirolo, entra in conflitto con il vescovo fino al suo allontanamento. Fanno la comparsa i volti dei potenti, di Massimiliano d’Asburgo e dei successori di Cusano, una serie di notevoli ritratti di personalità della cerchia vescovile della seconda metà del Quattrocento (dipinti da Marx Reichlich, allievo della scuola di Friedrick e Michael Pacher), ma anche quelli dei contadini, come nel caso del Giudizio Universale dipinto nella cerchia di Hans Schnatterpeck... Nella mostra brissinense risulta ben documentato il capitolo sulla diffusione della stampa e i suoi riflessi sul mondo tirolese negli strani esempi dei libri incatenati ai pulpiti per motivi di sicurezza fino alle grandi collezioni del vescovo di Trento Giovanni Hinderbach o dell’abate Caspar Augsburger. Dal liber catenatus allo studiolo umanistico: stanze ben illuminate da grandi finestre prendono il posto delle stanze buie degli scriptoria medievali anche se si raccolgono indistintamente sia manoscritti sia i primi testi stampati.

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