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Deregulation

La multa a chi passa col rosso è un attentato alle libertà personali?

Spulciando fra le lettere ai giornali e le notiziole di poche righe in cronaca, di episodi del genere se ne trovano di frequente; ci limitiamo qui a tre casi, apparsi sui quotidiani locali nelle ultime due settimane, tutti e tre in tema di traffico. Episodi che hanno in comune tra loro e con molti altri apparentemente di diversa natura una preoccupante caratteristica: una crescente insofferenza del cittadino nei confronti delle "regole", sempre più vissute come opprimenti imposizioni.

Ecco il ciclista che, avendo subito una contravvenzione perch’è passato col semaforo rosso, protesta pubblicamente contro il presunto sopruso; e poi il turista padovano che, multato per aver percorso in auto una strada forestale, "non ci sta" perché il cartello che vietava l’accesso era a suo giudizio troppo piccolo, e soprattutto lamenta "l’eccessiva fiscalità... nei confronti di un turista".

Fino alla lettera, comparsa sull’Adige di sabato 1° luglio, in cui il signor R. C. di Trento esprime in perfetta buona fede la propria indignazione perché, avendo parcheggiato l’automobile sul marciapiede di via Grazioli - dove evidentemente la sosta è proibita - gli hanno fatto la multa.

Stupefacenti le motivazioni con cui il lettore ritiene di poter motivare convincentemente la sua contestazione: "Ero là per assistere al matrimonio di due miei carissimi amici e ho parcheggiato sul marciapiede in quanto non c’erano altri spazi liberi". Del resto, "il mio stesso destino hanno subìto diverse altre auto, nonché quella destinata a portare poi gli sposi".

A rendere ancora più odiosa la persecuzione subita, il fatto che "le contravvenzioni sono state elevate circa alle ore 16.30, solo 15 minuti dopo che l’auto degli sposi era stata parcheggiata"

"Credo che l’accaduto si commenti da sé" - conclude il multato, per poi diffondersi in una tiritera vittimistica che fa di questa lettera una testimonianza esemplare dei nostri tempi: "Credo che l’accaduto... dimostri come sia facile prendersela con i soliti: i proprietari di case, la gente che lavora, chi ha realizzato qualcosa in maniera onesta o detiene semplicemente un lavoro. Sì, perché è solo contro questi soggetti che l’Amministrazione, per non dire lo Stato, sa alzare la propria voce, dimostrandosi efficiente e solerte".

La conclusione, quanto meno implicita, di questo ragionamento è che, siccome le forze dell’ordine non riescono quasi mai a catturare e punire gli autori di furti e scippi, giustizia vuole che non vengano perseguiti i tanto più onesti violatori del Codice della strada. Un’argomentazione che fa il paio con quella craxiana per cui, siccome nel mondo politico tutti o quasi tutti rubavano, non bisognava punire nessuno.

E'una mentalità diffusa - dicevamo all’inizio - che si esprime anche in altri campi. Basti qui ricordare le pretese di totale deregulation del lavoro di certe parti politiche e imprenditoriali, le furibonde proteste dei padroncini veneti aderenti alla Life contro le verifiche fiscali della Guardia di Finanza, o - in chiave comica - i suggerimenti della leghista Telepadania per non pagare il canone televisivo senza subirne conseguenze: quando verranno per sigillarti il televisore - consigliavano - dategli un vecchio apparecchio scassato che vi sarete preventivamente procurato: non vi disturberanno più.

L’aspetto - solo apparentemente - curioso della faccenda è che questa insofferenza nei confronti di ogni regola si va manifestando proprio mentre l’abbraccio soffocante della burocrazia di uno Stato già tuttofare comincia ad allentarsi (autocertificazioni, ventilata abolizione degli scontrini fiscali e dell’Ici sulla prima casa, norme sempre più "liberali" in tema di lavoro, ecc.).

Ma forse proprio perché si è capito che le cose, lentamente, stanno cominciando a cambiare, è venuta meno, all’improvviso, una rassegnazione durata decenni, cui è subentrata un’impazienza che a volte perde il lume della ragione.

Quanto a senso dello Stato, d’altronde, il cattivo esempio viene dall’alto: quando un importante leader politico, che al momento guida l’opposizione ma che fra un anno probabilmente ci ritroveremo a capo del Governo, vede nei propri guai giudiziari il problema di fondo della Giustizia italiana, non c’è da stupirsi se chi passa col rosso e viene per questo multato reclama la tutela di Amnesty International.

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