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Mele e veleni

Franco Minghetti

E' proprio vero: dei peccati mortali, il peggiore è la superbia. E’ lei che ci spinge ad aver fiducia nel vecchio buon senso e nella nostra povera zucca quando decidiamo cosa mangiare e cosa no. O a dar credito ai nostri poveri 5 sensi. Ormai, si sa, sono sopravanzati dalla chimica e da altre tecniche che hanno talmente stravolto le comuni sostanze da renderle irriconoscibili. Meglio affidarci a chi sa - ci dice il prof. Cristofolini dal fondo dell’Adige del 31 agosto.

Da un altro Fondo, in val di Non, in cui si è tenuto recentemente un convegno sulla mela, sono venuti i dati veri, incontestabili - ci dice. E’ da lì e dalle persone superdotate che vi hanno preso parte che può venire la verità. E’ ora di finirla con i ciarlatani che ci riempiono la testa con dubbi dietetici.

La nostra mela trentina va bene. Ci sono tracce di diliocarbammati? Benissimo, fanno bene ai reni. E’ stata battezzata con gli esterofosforici? Meraviglioso, intervengono positivamente nella prevenzione dei tumori. Spruzzata con lo Ziram (coktail allo zinco)? Immersa nel conservante, inibente, colorante, abbellente? Benissimo, è contro la pellagra come del resto, a titoli diversi, i centocinquanta altri principi attivia ammessi nella produzione integrata (che sarebbe quella "sana" e protocollata dalla Pat).

Noi consumatori non sappiamo, non conosciamo, siamo ignoranti. Grazie prof. Cristofolini per avercelo ricordato.