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Quelli del branco

Dopo gli scontri allo stadio: teoria e pratica dell’ultras. Dai volantini al sito Internet, un fenomeno sotto gli occhi di tutti.

Sul fenomeno degli ultras sono stati scritti dei libri e non pretendiamo quindi, in questa paginetta, di dire alcunché di nuovo; ma vorremmo almeno verificare quanto già si sa esaminando la brutta storia degli scontri avvenuti domenica 11 marzo fra tifosi del Trento e del Pavia.

Com’è noto, prima della partita, due pullman di tifosi pavesi sono stati aggrediti al ponte di San Lorenzo da una quarantina di ultras nostrani "armati di sassi, bottiglie e anche mattoni… una vendetta programmata con cura (e annunciata con volantini)" per punire i rivali di quanto successo durante la gara d’andata, quando nel corso di un analogo scambio di gentilezze i lombardi si erano impossessati - supremo, imperdonabile affronto - di uno striscione dei tifosi trentini. Arrivati i pullman allo stadio, i pavesi, a loro volta, si sono lanciati all’inseguimento degli aggressori, armati di bottigliette di birra scolate durante il viaggio e urlando frasi quali "Voi non siete italiani, siete tedeschi!". E qui tre - pare incolpevoli - tifosi trentini sono rimasti leggermente feriti.

A quanto leggiamo sull’Alto Adige, la tifoseria trentina organizzata è suddivisa in tre gruppi: il tradizionale e moderato Trento Club, che ha avuto fino a 500 iscritti, gli altrettanto tranquilli Fedelissimi Gialloblù e infine gli Ultras; i due ultimi, con qualche decina di aderenti ciascuno.

Gli Ultras negano di essere un gruppo organizzato ("è una compagnia di amici, ognuno è responsabile di se stesso"), ma il giornalista dell’Adige conferma, e aggiunge che "la frangia più estremista… è politicamente vicina alle teste rasate".

Anche il presidente del Nuovo Calcio Trento, Piergiorgio Chini, pur deplorando quanto accaduto, minimizza: "Sono certo che si tratti di un gruppo molto ristretto, cinque-sei persone al massimo".

E gli altri 35 che hanno assalito i pullman?

"Qualcuno, all’interno del Nuovo Calcio Trento… vezzeggia questi giovani" - rincara poi la dose l’Alto Adige - come pure "molta stampa locale" (escluso ovviamente l’Alto Adige stesso…).

Per capire come questi tifosi accaniti vedono se stessi, può essere interessante leggere i messaggi che compaiono su un Forum di Internet, dai quali emerge il bisogno di questi ragazzotti di raccontarsi in termini epici, eroici. Ad esempio, contrapponendosi ai tifosi della squadra di pallavolo dell’Itas, che tante più soddisfazioni dà ai propri appassionati, arrivata com’è fino alla serie A, uno di loro afferma con fierezza: "Mille volte meglio lottare sotto la neve, la pioggia, al freddo, che comodi in un palazzetto coperto senza storia e senza sacrifici. Le vittorie del Trento sono sudate e frutto di sacrifici". E’ la stessa visione dei nemici di Pavia, gli "Indian Rebels", che nel loro sito si gratificano definendosi "sopravvissuti a mille battaglie".

Un altro trentino va ancora più in là nel cercare di dare un senso ad una passione comunque frivola, quando non deleteria: "Siamo gli unici giovani che cercano e spesso riescono a lottare per valori positivi. Infatti solo noi creiamo un po’ di colore e calore in questa città… Quello che ci unisce è prima di tutto il gruppo". Un altro ancora afferma addirittura che i nostri ultras, "la migliore gioventù del Trentino", sono "gli unici a conoscere la fede e l’orgoglio".

Dunque, uomini duri, reduci da battaglie, sacrifici e intemperie atmosferiche; orgogliosi, fedeli al branco e alla bandiera: questo è l’identikit che alcuni giovani, in un disperato bisogno di identità, si sono costruiti. Uomini rudi, forgiati dalle avversità (se non altro perché seguaci di una squadra finita nel campionato dilettanti), inevitabilmente aggressivi e privi di bon ton: "Ci sono dei pavesi rompicoglioni che vogliono botte. Pronti per domenica? Forza ragazzi, spacchiamogli il culo!" - scrive il venerdì precedente la partita un tifoso che si firma "Trento Alcolica". E Cuore Gialloblù ribadisce: " Forza Trento, domenica mettiamogliela in culo al Pavia di merda!".

Sabato, il tam tam si accentua: "Tutti allo stadio, ragazzi, a rompere il culo ai pavesi di merda! Ricordate l’andata, che volevano rompere il cazzo!" (Ale); "Forza Ultras Trento, distruggeteli quei pavesi di merda!" (Andrea).

E per far capire anche ai più scemi che il confronto non deve avvenire solo per interposta persona, cioè fra i calciatori, I Love Trento precisa: "Vinciamo, per far capire chi è il più forte, anche fuori dallo stadio!"

Domenica, purtroppo, il Trento viene sconfitto dal Pavia, ma in precedenza gli ultras si sono presi, come abbiamo visto, qualche soddisfazione, sicché Ale può a buon diritto commentare: "Anche se abbiamo perso, ci siamo divertiti".

P. S. A proposito di ultras vezzeggiati o tollerati dalle società: le idiozie sopra virgolettate provengono dal forum "Il muro del tifoso", presente nel sito ufficiale di Internet della società Nuovo Calcio Trento.

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Commenti (2)

con quella faccia solo c.....e poteva scrivere trento alè

erano anni anch'io che non leggevo più questo articolo ma purtroppo lo ricordavo molto bene.
tu non sei un giornalista sei solo un buffone!

risate ciao

a distanza di 15 anni trovo ancora spassoso questo articolo e la poetica delle invenzioni di questo giornalaio
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