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E fu subito aeroporto

Luigi Francesco Traverso

Presto a Trento realizzeranno una spiaggia. Nessuna preoccupazione se manca il mare: cercheranno di farlo risalire per la Valsugana e porteranno anche quello. Tranquilli, è uno scherzo!

Invece è vero che, dopo tanti anni di parole, progetti, dibattiti, conferenze, pareri favorevoli, finte opposizioni e referendum contrari (cari politici, ci avete ancora una volta preso in giro), l’aeroporto Caproni verrà ampliato e così la città del Concilio e del Buonconsiglio entrerà a far parte dell’élite nazionale. Si poteva vivere tranquilli ma ci è andata male. Traffico, elicotteri a volo radente e presto, in aggiunta, aerei che decollando ed atterrando ci allieteranno con quanto di bello possono avere.

Le notizie che si leggono sui giornali fanno chiaramente capire che ormai lo schieramento politico trasversale ha deciso per il sì all’ampliamento dell’aeroporto di Trento. Le indicazioni del popolo sovrano date con il referendum non hanno avuto il peso specifico sufficiente per prevalere e, l’interesse di pochi, che contano, avrà la precedenza sulle indicazioni di molti.

Una nuova ed ormai consolidata formula di democrazia che mi pregio dire di non condividere.

Ma il problema non è ideologico e tanto meno è sui principi della democrazia. Il problema è sullo spreco assurdo e sull’inutilità dell’opera.

E’ storia recente quella relativa alle problematiche gestionali dell’aeroporto di Bolzano, forse scaturite anche dallo scarso bacino di utenza, e Trento, in maniera oserei dire incomprensibile, risponde con la realizzazione di un nuovo scalo commerciale. Mi sembra di analizzare le intenzioni di un malato di mente.

La popolazione del Trentino-Alto Adige, che è stimata attorno alle novecentomila unità (censimento 1991), non potrà mai garantire bacini di utenza adeguati, ma non importa. La distanza da Trento a Bolzano è di 58 chilometri, ovvero un tiro di schioppo, ma non importa. La Provincia Autonoma è in quota di compartecipazione all’aeroporto internazionale Catullo di Verona (a 90 km.) ma non importa.

Quello che importa è fare un bello scalo aeroportuale commerciale, spendere tanti bei soldini pubblici e garantire ai trentini un bel viavai di aerei sopra la testa (sappiamo che i privati in certe operazioni fanno finta di partecipare e poi, se non si fanno affari, fuggono: basta guardare l’Alta Velocità Ferroviaria).

Peccato. Quei soldi potevano servire per realizzare un collegamento ferroviario navetta con l’aeroporto di Bolzano e magari certi problemi relativi all’utenza si sarebbero mitigati. Nulla da fare, si è deciso di creare un altro aeroporto che, con assoluta certezza, vivrà i problemi di quello di Bolzano e produrrà probabilmente deficit, che noi tutti concorreremo ad appianare, ovviamente ancora una volta con i soldi pubblici.

Complimenti veramente. Viva l’Italia.