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QT n. 21, 7 dicembre 2002 Servizi

Una giornata trans-ordinaria

Una storia futuribile?

L’altro giorno siamo andati, mia moglie e io, a pranzo in uno dei locali della catena Transagritur. Sponsorizzata dall’Istituto Trentino di Sociobiologia, cresciuto com’è noto sul cromosoma delle Brigate rosse, è specializzata nell’offerta di cibi transgenici.

Mia moglie, che ha problemi di colesterolo, ha preso una costata di manzo, che però è dieteticamente innocua perché ottenuta da animali il cui d.n.a. è stato incrociato con quello degli abitanti di Limone sul Garda. Io che sono vegetariano ho preferito dei panederli con cosciotto d’acero. Ma tutto il menu è a double face: se vi piace lo spezzatino basta ordinare zucchine trifolate, se prediligete della buona lattuga basta ordinare la bistecca. Il che, ammetterete, non è un vantaggio da poco. Naturalmente tutto questo ha un costo e il conto lo pagate in neuro. Nel prezzo è però compresa la visita guidata alla fattoria degli animali ogm.

I maiali qui entrano in tantissime combinazioni: c’è il rugante, l’elefante da spec; i suin-agole, i famosi porci con le ali; il porcellino da latte (ne dà più di 20 litri al giorno); il porcocane ed altri ancora. Insomma il maiale fa veramente la parte del leone (e dovreste sentire come ruggisce!).

Ma ci sono altre specie curiosissime di animali peraltro regolarmente brevettate: i caciocavalli, i lepidatteri, i berluscanidi, le pan-tegane (fresche o rafferme) e i bio-topi.

Di non minore interesse sono le coltivazioni. Campi di lana caprina che belano al minimo refolo di vento, vigneti di the-roldego coi loro bei grappoli di filtri da infusione, vasti prati scalpitanti di erba cavallina.

Insomma una piacevole giornata. Peccato che al ritorno la nostra vettura intelligente, una GM (Geneticamente Modificata), che va ad idrogeno, si sia lungamente fermata in un torrente a sintetizzarsi il carburante. Noi eravamo un po’ seccati ed anche preoccupati per la presenza di alcune gigantesche trotenottere che ci mostravano poco amichevolmente i loro fanoni acuminati.

Siamo arrivati a casa a notte fonda, appena in tempo per vedere in TV l’ultima parte di "Uno di loro", la trasmissione condotta da Fedaudo, l’inimitabile anchorman ottenuto, con un’operazione non scevra di rischi, dalla ibridazione del codice genetico di Emilio Fede con quello di Pippo Baudo.

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