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QT n. 10, 17 maggio 2003 Servizi

Bandiere post-belliche

La guerra è finita da un pezzo, ma tanti vessilli della pace sventolano ancora. Perché?

Le bandiere della pace sventolanti dai terrazzi ma anche dai campanili, dalle finestre delle scuole e dei municipi in tutta Italia; il loro numero, durante il conflitto, è stato valutato in tre milioni, vale a dire che almeno dieci milioni di persone si sono riconosciute in questo simbolo. I trentini hanno fatto la loro parte con grande passione, tanto da far parlare di Trento come della città più multicolore d’Italia: non era azzardato in marzo ipotizzare un 10% di balconi imbandierati.

Ma dopo il 20 marzo, data d’inizio della guerra, che ne è stato delle bandiere? Anche se Emilio Fede già nel TG4 del 23 aprile si chiedeva paciosamente astioso cosa ci facessero ancora appese ai balconi e se gli espositori sapessero cosa fosse successo in Irak, bisogna ammettere che quelle rimaste a sventolare sono state l’assoluta maggioranza. Pare anzi, da informazioni raccolte a Mandacarù (ben 13.000 pezzi venduti), che ci sia tutt’oggi qualche acquirente.

Alcuni numeri fa avevamo chiesto ad alcuni espositori le motivazioni della loro scelta e le risposte erano state quanto mai diversificate attorno al principio comune del no alla guerra. Ma ora che le armi tacciono, la domanda è: perché non le hanno ammainate? Come hanno vissuto la "sconfitta"? E quelli che l’hanno ripiegata?

Ecco alcune opinioni raccolte.

Letizia, studentessa all’IPC, 15 anni. A febbraio aveva vinto una piccola guerra in famiglia per esporre la bandiera dei pacifisti, ma naturalmente ha perso quella con Bush.

Perché non la tiri via?

"Perché sta bene lì!"

Tuo padre le ha affiancato quella della Ferrari dopo la vittoria al Gran Premio di Spagna?

"No, perché ha capito che la mia è una cosa molto più importante".

La tua però non è servita niente...

"Ma chi l’ha detto? - replica accesa scotendo la mano chiusa in tono interrogativo - Le bandiere servono a manifestare il proprio no alle guerre ed il sì alla cultura della pace e del dialogo per la soluzione pacifica dei conflitti".

Bella frase: l’hai sentita a qualche comizio?

"Può darsi, perché io alle manifestazioni per la pace ci vado!"

Alessandro, di Centochiavi:"Quello sopra di me è arrivato a chiedermi di toglierla perché di notte fa rumore a sventolare...".

Hai tenuto duro?

"Sì, l’ho legata alle sbarre un po’ più stretta".

Adesso è contento?

"No, mi ha detto che adesso che Bush l’ha messo ‘in quel posto’ agli irakeni e ai pacifisti, potrei anche nasconderla".

Tu che farai?

"La terrò lì: mi pare che gli americani abbiano intenzione di fare altri danni. Testimonierà per la pace fin quando sarà necessario".

Allora per sempre?

"Che problemi ci sono? E’ legata alla ringhiera del mio terrazzo".

Marco, 23 anni, no global dei Solteri: "Troppi non hanno capito: un anziano signore mi ha accusato di difendere un ammiratore di Hitler...".

Speravi di più dalla tua bandiera?

"Certo, anche se era chiaro che sarebbe finita così".

La toglierai ora?

"Per fare un piacere a Bush? Ma neanche… Se non ci fossimo stati noi cittadini qualsiasi, le associazioni, le scuole, i movimenti ad esporle per svegliare l’opinione pubblica, gli americani avrebbero occupato anche l’Iran".

La tua bandiera adesso cosa comunica?

"Che tutti dobbiamo impegnarci per la pace e la non violenza invece di guardare la TV dal sofà".

Dennis, single di 35 anni, residente in centro: "La lascerò lì finché il vento non mi porterà via il poggiolo!"

Ma è servita a qualcosa?

"Sì, ha costretto molti indifferenti a pensare e Berlusconi a tenerne conto. Le proteste a livello mondiale hanno messo in minoranza gli Stati promotori della guerra costringendoli a pensare bene prima di agire".

E Bush?

"A lui basta veder sventolare la bandiera della Esso! Cosa credi, adesso che si è piazzato in Medio Oriente controlla le più grandi riserve mondiali di petrolio".

Valentina, 42 anni, operatrice nel sociale. La sua bandiera sventola da dicembre al settimo piano di un palazzo a Centochiavi, tra l’indifferenza dei due figli di 23 e 14 anni e qualche commento ironico dei vicini di terrazzo.

Dopo la fine della guerra qualcuno ha irriso il tuo impegno ?

"C’è poco da prendere in giro, ma i cretini si nascondono dappertutto".

Si sfila di tasca il cellulare e mi fa leggere un SMS: "’Prima, con l’audience del Grande Fratello, sapevamo quanti deficienti c’erano in Italia. Adesso, grazie alle bandiere della pace, sappiamo anche dove abitano!’. Spero sia stato il mio ex marito: è roba degna di lui!"

E i tuoi ragazzi?

"Non hanno mai detto niente, come se la cosa non li riguardasse. Il più piccolo la usa come porta da calcio quando palleggia sul terrazzo e il grande addirittura mi ha invitato a cercarmi un uomo per farmi passare le paturnie!".

Thomas, vent’anni. La bandiera che ha messo a sventolare è proprio sopra le vetrate del grande negozio di ricambi meccanici del padre, assolutamente contrario per motivi politici e perché non vuole sentirsi rinfacciare dai clienti di averghe bon temp e aver fat massa soldi. Ha chiesto più volte al ragazzo di rimuoverla ricordandogli che anche quel terrazzino lo ha sudato lui; ma senza risultato. Mentre parliamo, arriva in motorino Thomas, salutato dal padre con un "Tira via la straza!". Replica quasi canzonatoria: "Mettete dei fiori nei vostri cannoni…".

Mentre si sfila il casco, mi dice: "Hai visto quanti l’hanno esposta? Che forza!"

Allora soddisfatto?

"A dire poco! Ne comprerò una da mettere in cima ad un’asta all’entrata del piazzale".

Interviene il padre: "Di’ che passi l’articolo 18 e con la bandiera dovrai farci toppe per il sedere!".

Enzo, 52 anni, ispettore di succursali di una multinazionale americana.

Adesso che è finita toglierai la bandiera?

"Assolutamente no. La tengo esposta perché la gente si chieda perché è ancora lì".

Le bandiere hanno tenuto a bada le velleità militariste del governo?

"Di sicuro, anche se proprio durante la guerra il parlamento ha approvato nel silenzio più assoluto la liberalizzazione del commercio internazionale delle armi".

A livello europeo ha significato qualcosa?

"Certo, non hai visto che sconquasso? Il mare delle bandiere ha costretto molti governi a rivedere le proprie posizioni finendo per mettere in minoranza gli Stati che volevano la guerra a tutti i costi.

Paolo, operaio meccanico di 22 anni, ha riposto la bandiera nell’armadio pochi giorni dopo la fine degli scontri.

Così ti sei arreso...

"Ormai non aveva più senso… sembrava un pezzo di arredamento del poggiolo! Ripiegata però fa solo muffa negli armadi… La mia non ne avrà il tempo, perché me la porto dietro a tutti i motoraduni: uno ogni domenica fino a ottobre".

A far da contrappeso ai militanti per la pace ci sono stati gli indifferenti, ai qua-li importava poco o nulla della vicenda, e addirittura gli attivisti a sostegno dell’azione americana. Numerose infatti le bandiere a stelle e strisce esposte "contro", affiancate in molti casi da quelle italiane. Pare che in certe zone di Milano avessero superato quelle arcobaleno. Da noi hanno avuto pochi supporter e non ci è stato possibile raccogliere opinioni.

Vignetta di Marco Dianti.

Fra il comico e il patologico un caso a Rovereto: un tizio in motorino con casco nero e una grande bandiera americana indossata come un mantello ha tentato di sfondare con un calcio la porta a vetri della sede di Rifondazione Comunista. La vetrata tiene e il Rambo se ne va per tornare qualche minuto dopo, determinato a portare a termine la sua mission impossible: questa volta tira un colpo più violento e la vetrata va in frantumi. Rapido zig zag tra gli increduli presenti e scompare per essere poi identificato poco dopo da una pattuglia della polizia.

Molto ragionata invece l’esposizione della bandiera americana da parte di Nicola, 61 anni di Villazzano: a far da contrappeso politico ("perché, sia chiaro, sono contro Saddam") alla bandiera della pace, issate entrambe sullo stesso pennone ma listata - quella americana - a lutto ("perché non è certo una guerra di liberazione, ma di conquista").

Assentatosi per alcuni giorni nel week-end del primo maggio, Nicola al ritorno non ha più trovato la bandiera della pace: "L’ha portata via il vento: un segno del destino"; e allora ha ritirato anche la superstite bandiera americana: "Ancorché listata a lutto, sarebbe stato un messaggio sbagliato".

In conclusione, la mobilitazione delle bandiere non è riuscita ad impedire la guerra ma ha ottenuto in prospettiva un risultato forse più grande: aver risvegliato un’opinione pubblica troppo spesso assopita o per lo meno disposta ad accettare passivamente scelte non condivise. E tutto questo pubblicamente: dietro ogni bandiera c’è un’esplicita dichiarazione, una scelta di campo limpida, "io la penso così, e voglio che si sappia".

Che si debba renderne merito a Saddam?