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Italiani in vacanza: facciamoci riconoscere!

Le sedicenti disavventure di 10 turisti roveretani. Esemplari della cultura di una nuova specie sociale: il neo-turista italiano, in vacanza nei paesi esotici.

"In ferie a Sharm ma mancano i letti. Dieci turisti roveretani fanno causa all’Alpitour" sono titolo e sottotitolo dell’articolo che campeggia a tutta pagina su L’Adige dell’8 marzo. Articolo secondo noi esemplare.

Non sappiamo se le cose siano andate come descritte sul giornale. Avremmo potuto verificare, presso il legale o l’associazione consumatori che trattano il caso; non lo abbiamo fatto perché il punto, stavolta, non sono le persone e i fatti, ma la cultura che ci sta dietro. Quello che ci interessa è il racconto di queste pretese disavventure turistiche, come apparse sul giornale, frutto sia della testimonianza degli interessati, sia della mediazione del giornalista.

Sharm el Sheik.

Giornalista che sposa in pieno la causa dei turisti, che si aspettavano "una settimana di tutto relax, tra parenti e amici di sempre". Ma "la vacanza non è decisamente andata secondo le previsioni della vigilia… ai malcapitati le cose sono andate subito storte."

Cos’è successo? "Anzitutto, arrivati all’aeroporto sono stati caricati senza tanti complimenti su un pullman e scaricati davanti al villaggio turistico meta della vacanza". Ma, di grazia, di che si lamentano? Che volevano? Un trekking a piedi con le valigie in spalla fino al villaggio? Cercarsi loro i taxi? Iniziare subito con tragitto in cammello aeroporto-albergo? "Già il primo impatto con la terra straniera è stato decisamente brusco - commenta comunque sicuro il nostro giornalista.

Dopodiché "nessuno si è presentato all’ingresso ad accogliere i nuovi ospiti (insomma, niente cocktail di benvenuto n.d.r.) nessun interprete che parlasse italiano è stato messo a disposizione (ti credo, tutti a Sharm parlano italiano) e così l’esordio delle ferie nella perla egiziana non è certo stato dei migliori".

Dopo tale serie di sgarbi, "sono state consegnate le chiavi delle camere da letto. Anche qui le sorprese non sono mancate: tutte le stanze erano prive di letti, un contrattempo che, vista la brutta esperienza appena passata (cioè essere stati portati in pullmann dall’aeroporto) stava per far esplodere la rabbia di tutti".

I nostri eroi sono quindi imbufaliti: "Buon per l’albergo - spiega il cronista - che il direttore, scusandosi in prima persona, ha dato prova di efficienza ed ha provveduto a risolvere il problema".

Insomma, un inconveniente prontamente risolto. E allora?

"Ingoiato il rospo (ma quale rospo? Essersi sistemati in altre stanze?) è nel frattempo arrivata l’ora di cena." E che succede? "All’agenzia di viaggi la comitiva aveva espressamente chiesto una tavolata comune. Peccato che le informazioni non fossero state girate al villaggio egiziano e così i vacanzieri si son trovati distribuiti su più tavoli con altri turisti provenienti da mezzo mondo". Un grave inconveniente "per il nostro gruppo, partito per le vacanze con le intenzioni di godere appieno, e soprattutto insieme, ogni momento della giornata". Non vogliamo qui sindacare i gusti del gruppetto; ci permettiamo di non credere, sapendo come funzionano i villaggi turistici (dove si pranza a tavolate di amici, vecchi o nuovi), che l’inconveniente si sia ripetuto, una volta presa dimestichezza con la struttura. E allora, tornati a Rovereto ci si lamenta per quella prima cena non passata in compagnia?

"Tutto qui? - prosegue, martellante, il cronista - Certo che no, visto che per tutto il soggiorno non hanno avuto un addetto a disposizione. E così sono saltate anche le escursioni contemplate dal pacchetto acquistato in Italia".

Ma come? Volevano anche un animatore tutto per loro? E perché mai "sono saltate le escursioni"?

Spieghiamo a chi in quei posti non c’è stato: Sharm è un centro turistico scoperto e valorizzato dagli italiani, che nel deserto hanno trasportato Rimini. I turisti, in percentuali tra l’80 e il 90% sono italiani. Tutti i locali parlano italiano, è una questione di pagnotta; a maggior ragione in albergo. Particolarmente loquaci sono poi i venditori, compresi coloro che organizzano e vendono escursioni. Conclusione: i nostri 10 eroi non avevano bisogno di nessuna persona a loro addetta, e men che mai di qualcuno che facesse da tramite con gli operatori delle escursioni, che sanno benissimo proporsi da soli.

"Al rientro della vacanza di Sahrm, quindi, alla comitiva non è rimasto altro che rivolgersi a un’associazione che tutela i consumatori".

Ripetiamo: non sappiamo se le cose sono andate esattamente come descritte nell’articolo, che però è molto interessante. Perché descrive un esemplare faunistico, a cui forse nella realtà non appartengono i 10 compagnoni roveretani, ma che ahimè in natura è molto presente: il neo-turista italiano.

Si tratta di un neo-ricco (soprattutto rispetto alle popolazioni del Terzo Mondo) le cui pretese sono pari all’ignoranza. Non sa le lingue e s’incazza se gli altri non parlano italiano, trova i cibi esotici repellenti, le altrui costumanze ridicole, ride e schiamazza in continuazione, pretende, per quei quattro soldi che ha ora in tasca, di essere sempre servito e riverito.

Molto spesso, nei miei viaggi all’estero, mi sono vergognato dei nostri connazionali. Alcune volte sono arrivato alle male parole.

Ai 10 roveretani, se proprio sono come descritti da L’Adige, dò un consiglio: le vacanze tornate a farle al lago di Cei.