Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 7, 9 aprile 2005 Monitor

Gustav Kuhn, un direttore domatore

Due non facili brani di Mozart e Schumann ottimamente eseguiti dall'Orchestra Hydn, trascinata dal suo direttore artistico.

Sabato 2 aprile all’Auditorium di Trento abbiamo assistito ad un concerto piacevole e ben condotto, il cui svolgersi ha portato particolare diletto all’ascolto dei gradevoli brani presentati, la Sinfonia concertante per oboe, clarinetto, corno, fagotto e orchestra KV 297b di Mozart e la Terza Sinfonia op. 97, detta "Renana", di Schumann.

Gustav Kuhn,

Si sente e si vede che l’orchestra Haydn è tenuta e trascinata saldamente dal suo direttore artistico Gustav Kuhn, che riesce ad equilibrare le varie sezioni, che non deve sbracciarsi per ottenere intenti diversi e che modella l’impasto timbrico a suo piacimento; il risultato è un’orchestra la cui sonorità è davvero convincente, le cui intenzioni sono chiare e i cui diversi contrappesi acustici sono curati e pregevoli.

Un plauso particolare va ai quattro fiati solisti nella Sinfonia concertante di Mozart: Gianni Olivieri all’oboe, Stefano Ricci al clarinetto, Vittorio Schiavone al corno e Flavio Baruzzi al fagotto hanno dimostrato grande professionalità, tecnica pulita e particolare attenzione all’equilibrio d’insieme, sia fra di loro che con l’orchestra. La lettura della sinfonia mozartiana è stata efficace, sia nell’amabile Adagio, che nell’Andantino con variazioni, forse un po’ meno nel movimento iniziale, che a tratti sembrava soffocare la gaiezza ed una certa mordacità della musica di Mozart.

Brillante ed apprezzata è stata infine l’esecuzione della sinfonia di Schumann: Kuhn ha fornito una sapiente interpretazione della pagina romantica ed è stato particolarmente efficace nel ricreare l’atmosfera di serenità, di teutonica festosità e di gioia di vivere che pervadono la sinfonia.

Nella sua lettura ha inoltre saputo modellare la singolare strumentazione del compositore tedesco, che presenta degli aspetti a dir poco bizzarri, soprattutto nel trattamento degli ottoni e nei rapporti fra legni ed archi e che, se non "domata" da un’abile mano, rischia di far saltare i delicati equilibri acustici.

L’orchestra, dal canto suo, si è dimostrata all’altezza di una partitura di problematica realizzazione e, seguendo al meglio le disposizioni del direttore, ha saputo condensare in un chiaro e organico risultato sonoro le diverse linee struttive del tessuto musicale.

Il pubblico ha infine ringraziato con applausi sinceri, dimostrando grande apprezzamento per la rivisitazione delle due composizioni offerta dall’orchestra, dai solisti e dal direttore.

Parole chiave:

Articoli attinenti

In altri numeri:
Beethoven secondo Kuhn
Un concerto svogliato
Tullio Garbari

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.