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DICO e dintorni

E inoltre: sregolatezze telefoniche, risarcimenti ai tifosi, penali per estinzione mutui.

In base ai dati Istat, negli ultimi anni il matrimonio made in Italy appare un’istituzione in mutamento: nel 2005 sono stati celebrati poco più di 250.000 matrimoni, mentre nel 1972 erano ben 419.000. Ci si sposa meno anche perché sposarsi costa: il prezzo di un matrimonio con 100 invitati è di circa 20.000 euro. Solo l’abito della sposa va da 1.700 a 7.500 euro; per la chiesa ne occorrono dai 500 ai 3.000, per il ristorante la spesa va da 5.000 a 10.000. Sempre secondo l’Istat il calo dei matrimoni è da interpretarsi alla luce dell’aumento delle coppie di fatto, ormai oltre 500.000; solo dieci anni fa erano meno della metà. Le convivenze non sono solo prematrimoniali, ma rappresentano ormai una nuova modalità di formazione della famiglia (i bambini nati fuori dal matrimonio sono il 15%, 80.000 l’anno, anche qui il doppio di 10 anni fa). Inoltre ci si sposa tardi per diverse ragioni: completamento degli studi, ricerca del lavoro e desiderio di godere dei vantaggi che offre la famiglia di origine. Dunque, se ci si sposa di meno e si preferisce la convivenza, i cosiddetti DICO cercano di equiparare i diritti e i doveri delle coppie di fatto al regime matrimoniale tradizionale, permettendo a tutti i cittadini di usufruire degli stessi diritti e degli stessi doveri.

Calcio a porte chiuse. F. D. di Civezzano ci chiede se è vero che i danni per gli abbonati ad una squadra di calcio in seguito alle restrizioni decise dal Governo andrebbero chiesti non alla società di calcio, ma al Governo stesso. Secondo noi, i tifosi, che hanno stipulato contratti di abbonamento allo stadio per seguire la propria squadra e che adesso non potranno più accedere agli impianti a causa del regime di porte chiuse col quale si disputeranno le partite, hanno diritto al rimborso della quota di abbonamento non usufruito; e a rimborsarli devono essere le società, responsabili di non aver provveduto ad ottemperare con tempestività al Decreto Pisanu. Essendo poi gli abbonamenti nominativi, non serve una specifica richiesta di indennizzo da parte del titolare, ma devono essere le stesse società a individuare i tifosi e a rimborsarli. Se ciò non dovesse avvenire, invitiamo gli abbonati a rivolgersi ad una associazione dei consumatori per intraprendere una serie di cause davanti al Giudice di pace per appropriazione indebita da parte delle società calcistiche.

Un mondo senza regole. C. B. di Mori ha disdetto un contratto telefonico stipulato mesi fa ed ora non riesce a collegarsi con Internet. Il campo della telefonia mobile sembra essere un mondo senza regole, dove ogni gestore cerca di accaparrarsi il maggior numero di utenti con i sistemi i più diversi, corretti o meno che siano.

Invitiamo quindi gli utenti telefonici a prestare molta attenzione a telefonate da parte dei vari gestori che chiamano per proporre contratti apparentemente vantaggiosi per l’utente, il quale poi, a sua insaputa, rischia di trovarsi attivato un servizio non richiesto con conseguenze a volte preoccupanti, poiché per ripristinare la situazione precedente, occorre del tempo e, se usa Internet per lavoro, dovrà fare a meno di tale servizio. Infatti, per un certo periodo, egli non raggiungerà Internet né con il vecchio gestore (disattivato), né con il nuovo. La beffa si completa per l’utente con la richiesta da parte del vecchio gestore di 150 euro per avere riattivata la linea!

A tale proposito, ricordiamo che il decreto Bersani prevede che il contratto sia da ritenersi valido solo con la sottoscrizione da parte dell’utente, mentre finora le compagnie telefoniche adottano l’attivazione immediata subito dopo l’effettuazione della telefonata, senza dare alcuna comunicazione alla parte interessata, che se ne accorge solo nel momento in cui utilizza il telefono.

Chi viene truffato da un contratto telefonico non richiesto, è bene che contatti una associazione dei consumatori per avviare azioni di risarcimento danni nei confronti delle compagnie telefoniche che attuano abbonamenti non richiesti. Forse solo così si riuscirà a fermare questo tipo di operazione, di fronte alla quale i cittadini, ma anche le associazioni dei consumatori, risultano spesso impotenti.

La penale per l’estinzione dei mutui. T. F. di Calliano vuol sapere se l’annullamento della penale per l’estinzione anticipata dei mutui è valida anche per i vecchi mutui. Dopo aver respinto con successo le pressioni della lobby delle Compagnie telefoniche, che volevano rinviare alle calende greche l’abrogazione dei costi delle ricariche, il governo è ancora sotto l’assedio delle banche, che stanno cercando di condizionare il ministro Bersani affinché reintroduca le penali in caso di estinzione di mutui a tasso fisso, abrogate il 2 febbraio scorso. Come associazioni stiamo conducendo la battaglia affinché vengano tali penali vengano annullate anche per i vecchi mutui, il che, attualmente, non è previsto.

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