Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

”Acqua pubblica”: mettiamoci la firma

Mirko Carotta, Regina Bertolini

L’affidamento della gestione degli acquedotti alle compagnie private si giustifica affermando che l’acqua è un bene prezioso e raro e solo il suo valore economico può regolarne la distribuzione. Ma questo è falso. Dovunque, nel mondo e in Italia, la gestione dell’acqua sia stata affidata al cosiddetto libero mercato, si è avuto spreco della risorsa, peggioramento della qualità del servizio ed aumento delle tariffe.

Negli ultimi anni, molte sono state le iniziative di contrasto ai processi di privatizzazione della distribuzione dell’acqua compiute dalla popolazione nel nostro Paese: proprio la consapevolezza che l’acqua è un bene comune non mercificabile consente di costruire un quadro normativo che tuteli l’acqua e la sua qualità, stabilisca i principi della gestione pubblica del servizio idrico e le modalità di transizione verso la sua ri-pubblicizzazione.

Centinaia di realtà territoriali e decine di reti nazionali, associative, sindacali e politiche hanno partecipato nel marzo scorso al primo Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, al fine di collegare tra loro le esperienze maturate sulla questione. Le stesse realtà hanno depositato in Parlamento il 24 ottobre scorso la proposta di legge di iniziativa popolare “Principi per la tutela e la gestione delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico”, a sostegno della quale è possibile firmare fino al giugno prossimo. Illustro sommariamente i punti salienti del disegno di legge, composto da 13 articoli, rimandando al sito www.acquabenecomune.org per aggiornamenti e maggiori informazioni.

In primo luogo, la norma sancisce che l’acqua è un bene comune, l’accesso all’acqua potabile è un diritto inviolabile e il servizio idrico è un servizio pubblico privo di rilevanza economica, sottratto alle leggi del mercato e della concorrenza. Ogni comunità dovrà dotarsi di un bilancio idrico e pianificare le destinazioni d’uso dell’acqua, stabilendo la priorità dell’uso per l’alimentazione e l’igiene umana e la priorità dell’uso produttivo per l’agricoltura e l’alimentazione animale;

- stabilisce le modalità di transizione verso la ri-pubblicizzazione della gestione del servizio idrico e definisce i tempi entro i quali dovranno terminare tutte le forme di gestione affidate ai privati, a società miste pubblico-privato e a società a totale capitale pubblico;

- assicura un governo democratico della gestione del servizio idrico perché impone all’ente locale di adottare forme di democrazia partecipativa in modo da garantire ai cittadini e ai lavoratori del servizio idrico il diritto a partecipare alle decisioni sugli atti fondamentali di pianificazione e programmazione;

- definisce l’erogazione gratuita di 50 litri per abitante quantitativo minimo vitale giornaliero, quantità considerata diritto umano. I costi di questa fornitura minima saranno coperti attraverso la fiscalità generale. Alla fiscalità generale e specifica, unita ad un sistema tariffario definito dal Governo, la norma stabilisce di ricorrere per le modalità di finanziamento del servizio idrico;

- istituisce un Fondo Nazionale di Solidarietà Internazionale destinato a progetti di cooperazione internazionale per favorire l’accesso all’acqua potabile per tutti gli abitanti del pianeta. Per finanziare il Fondo, si tasserà di 1 cent/euro ogni bottiglia di acqua minerale;

- infine, la legge individua la copertura finanziaria. Il Fondo Nazionale per la ri-pubblicizzazione sarà finanziato attraverso una riduzione del 5 % delle somme destinate nell’anno finanziario 2005 alle spese militari; attraverso una quota prelevata dalle risorse derivanti dalla lotta all’evasione fiscale; con una quota, non inferiore al 10 %, dell’IVA applicata sul commercio delle acque minerali; dalle risorse derivanti dall’introduzione di una tassa sulla produzione e l’uso di sostanze chimiche inquinanti.

La Funzione Pubblica CGIL è uno dei soggetti principali a livello nazionale della Campagna Acqua Pubblica. In Trentino, assieme ad associazioni, circoli, movimenti, istituzioni, diverse ma accomunate dalla convinzione che l’acqua sia un diritto e non una merce, abbiamo costituito un Comitato locale per difendere uno degli elementi fondamentali per la vita dell’uomo da società assoggettate al diritto privato che vogliono fare affari sull’acqua. Aziende che sempre più numerose si candidano alla gestione di servizi essenziali, dall’acqua ai trasporti, all’energia, ai rifiuti fino ai servizi cimiteriali, e che sfuggono al controllo democratico dei cittadini, i quali non hanno potere diretto sui consigli di amministrazione.

Sostenere la campagna “Acqua Pubblica” e firmare a sostegno della proposta di legge non è solo schierarsi per il pubblico contro il privato, ma contrastare la diffusione di una pericolosa idea: il singolo considerato non più cittadino titolare di diritti ma semplice consumatore, in una visione tutta economica dell’accesso all’acqua potabile e agli altri pubblici servizi.

Mirko Carotta, segretario generale Funzione Pubblica CGIL
Regina Bertolini, responsabile per la CGIL della campagna “Acqua pubblica, ci metto la firma”