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Bezzi, il grande ritorno

Giacomo Bezzi

Giusto due anni fa prevedevamo che per farlo uscire di scena ci sarebbe voluta una qualche catastrofe (sul tipo degli orologi di Tretter, per intenderci), altrimenti avremmo dovuto sorbircelo fino alla pensione. Parlavamo di Giacomo Bezzi e della sua tortuosa vicenda politica. Già sindaco di Ossana, poi candidato (non eletto) al Parlamento in una lista collegata a Forza Italia, quindi segretario del PATT e consigliere provinciale di quel partito, fino all’elezione a deputato nel 2006, in una SVP che appoggiava il centrosinistra. Ma Bezzi, fiutata l’aria, nel 2008 negò la fiducia a Prodi, cercando di accasarsi, in vista delle imminenti elezioni anticipate, in una qualche lista. Non aveva pretese: a leggere i giornali di allora, ci provò un po’ con tutti; visto che la SVP non lo voleva più, tentò col Progetto Nord-Est, con gli autonomisti valdostani, con quelli siciliani di Raffaele Lombardo, fino alla DC di Rotondi e all’Udeur di Mastella. Forse anche direttamente con Forza Italia, la cosa è controversa... Non ci fu niente da fare.

Ma al di là della collocazione partitica, cosa ha caratterizzato la sua vicenda politica, per cosa lo si ricorda? Sostanzialmente per la sua vivacità, intesa come allergia, una volta conquistata una poltrona, a rimanerci seduto. Quando era presidente del Consiglio Provinciale, fu soprannominato “piccione viaggiatore” e “presidente Alpitour” per i suoi continui viaggi, tanto da meritarsi la tonca nell’Adige alle Feste Vigiliane; e da deputato risultò il più assenteista degli onorevoli trentini. Quanto alle sue battaglie politiche, si ricorda soprattutto la sua intrepida difesa dei privilegi dei consiglieri, minacciati, qualche anno fa, da una campagna di stampa.

Rimasto appiedato, negli ultimi due anni in cui è uscito di scena si è dedicato ai propri affari, con investimenti immobiliari nelle Canarie, e si è rimesso a viaggiare, finalmente senza più la preoccupazione di controlli indiscreti. Ha addirittura preso la residenza in Spagna. Ma, come vedremo, non ha interrotto il suo impegno civile.

Si è tornati a parlare di lui perché citato in una telefonata fra il mitico senatore Di Girolamo e Mokbel, il burattinaio dello scandalo Fastweb. Niente di compromettente, per carità: lo si ricorda di passaggio come frequentatore del sen. De Gregorio, quel galantuomo che, appena eletto col centrosinistra, passò nel campo avverso: un altro dalle idee politiche altalenanti. E un altro che ha fatto la propria fortuna con gli italiani all’estero. Già, perché questo è il nuovo terreno al quale Bezzi si sta dedicando. E per le prossime elezioni, pur così lontane, può già stare tranquillo, non dovrà più elemosinare una candidatura: “Sarò io, uno dei tre fondatori, a decidere se rappresentare il Maie, (Movimento Italiani all’Estero) in Parlamento. - dichiara al Trentino il 27 febbraio - Sono il coordinatore per l’Europa e compilerò materialmente la lista per le prossime elezioni. La responsabilità se fare o meno il capolista è solo mia”. Una bella comodità, niente da invidiare a Berlusconi. E non si ironizzi sul Maie: “È il primo partito in Sudamerica, dove alle scorse elezioni abbiamo battuto sia il centrodestra che il centrosinistra... Io mi occupo di tutta la circoscrizione Europa, oltre alla Russia”.

Ma come fa - gli chiede il cronista - a curare un così sterminato collegio elettorale, con la posta elettronica?

“No, che mail... viaggio molto... Pensi che sono uno dei pochi trentini che hanno relazioni internazionali, con progetti che vanno dai Balcani al bacino del Mediterraneo”.

Ma non si pensi che Giacomo Bezzi si accontenti di garantirsi un posticino a Roma, uno fra i tanti peones: “Io sto impegnandomi per il dopo Berlusconi. - rivendica - Io ho scelto di andare a Roma, e se torno è per fare politica ad alto livello, non confinato in Trentino, e la posso fare solo dal Parlamento”.

Dellai, per il momento, può stare tranquillo.